Partirà il 16 Novembre su Netflix Narcos: Messico, nuovissima serie trainata dalla serie Narcos incentrata sulla vita di Pablo Escobar di cui si presenta non come uno spin-off ma in veste di nuova antologia basata su simili premesse. Protagonisti dello show saranno Diego Luna e Michael Peña,contrapposti su fronti avversi nel racconto (ovviamente romanzato, ma basato su fatti realissimi ed ancora tristemente attuali) delle origini della moderna guerra allo smercio di droga sul territorio messicano.
I due attori sono stati ospiti di Lucca Comics & Games 2018 per rispondere alle domande della stampa: ecco cosa ci hanno rivelato riguardo la loro esperienza sul set!
Come si pone questa serie rispetto a Narcos, già presente su Netflix? Siete pronti per un eventuale impegno a lungo termine?
Diego: Si tratta di uno show completamente nuovo, non di una quarta stagione della stessa serie. Nuovi personaggi e nuove storie che speriamo piacciano al pubblico: sarà il pubblico a decretare il rinnovo per una seconda o una terza stagione, o magari a permetterci di andare oltre.
Michael: Sono inoltre molto contento che il pubblico possa conoscere alcuni bravissimi attori messicani che compaiono nella serie.
Credete che serie del genere possano contribuire a mitizzare la figura di personaggi negativi?
Diego: In realtà credo che si tratti solamente di una questione di punti di vista. I fatti che raccontiamo sono avvenuti prima del nostro show, il commercio di droga è una storia antica (e purtroppo anche moderna) che è venuta prima del nostro show e continuerà anche in seguito, e le storie che raccontiamo sono realistiche ma non tendono a mitizzare nessuno, nè i personaggi tendenzialmente positivi nè quelli tendenzialmente negativi. Tutti si muovono in uno spazio grigio che va compreso ed esplorato a fondo.
Quanto conoscevate della vera storia che Netflix: Messico andrà a raccontare, prima dell’inizio della produzione?
Michael: Molto poco in realtà. Mi sono documentato molto per affrontare i fatti in maniera informata, per riuscire a capire bene il mio personaggio; riguardo Kiki Camarena le informazioni sono purtroppo pochissime e frammentarie, ho dovuto scavare molto a fondo.
Michael, che differenza c’è fra interpretare un personaggio come quello di Luis in Ant-Man ed il tuo Kiki Camarena di Narcos: Messico?
Michael: Luis è un personaggio sopra le righe, mi sono divertito molto ad interpretarlo; invece interpretando Kiki sento una responsabilità diversa, anche se, facendo l’attore da 23 anni, ho imparato ad approcciarmi ad ogni ruolo con grande concentrazione, e riesco a non annoiarmi mai.
Come vi siete preparati ad interpretare i vostri personaggi?
Diego: Inizialmente è stato difficile entrare nel personaggio, non riuscivo a capire a fondo le sue motivazioni, la ragione delle sue scelte. Ho cercato di vedere le cose dal suo punto di vista, mi sono informato sui fatti e o cercato di interpretarlo umanizzandolo il più possibile.
Parlavate di una sorta di responsabilità nel raccontare una storia così reale e cruda…
Diego: E’ importante che il pubblico sappia cosa è successo in passato, per comprendre meglio il futuro. E’ una sfida che la produzione si è posta: vogliamo che la gente capisca come si è arrivati agli attuali rapporti fra il governo americano e quello messicano.
Michael: è quasi incredibile pensare che ora è difficile attraversare il confine con una bottiglia d’acqua, mentre in passato i trafficanti riuscivano a trasportare indisturbati chili e chili di droga!
La serie arriva in un momento politico particolarmente delicato: cosa pensate delle politiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardo il Messico?
Michael: Conosco la retorica di Trump… E’ praticamente il motivo alla base della sua elezione. Ha parlato di costruire un muro, ma alla fine nulla è stato realizzato davvero: credo che anche in futuro la situazione non cambierà.
Diego: Credo che Trump non sia del tutto in grado di scegliere al meglio le sue battaglie: si preoccupa delle persone sbagliate.La politica che si sta diffondendo è quella del “Me contro Te”, contrapposta a quella del “Noi, insieme”. Trovo che tutto ciò sia molto pericoloso,e mi spaventa un po’.
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