THE DOC(MANHATTAN) IS IN – ALF

THE DOC(MANHATTAN) IS IN – ALF

Di DocManhattan

Paul Fusco aveva davanti a sé un’impresa, di quelle con la I, la M e tutte le altre lettere maiuscole. Il burattinaio, un trentenne del Connecticut, aveva creato questo pupazzo di un alieno dal pelo castano e, dopo averlo usato per tormentare la sua famiglia, voleva vendere la sua storia al produttore Bernie Brillstein. L’uomo a cui dobbiamo film come Ghostbusters e i Blues Brothers, o I Soprano. Problema: Brillstein aveva già lavorato con Jim Henson per anni al Muppet Show e non gli interessavano altri burattinai, visto che nessuno poteva essere all’altezza del padre di Kermit la rana. Fusco riuscì però a farlo divertire con il suo alieno e venne così messa in cantiere ALF, la serie che avrebbe ossessionato gli americani per alcuni anni. E distrutto i nervi del suo cast.

“VOGLIO UCCIDERLO!”

ALF debutta sulla NBC nel 1986. L’acronimo sta per Alien Life Form, il modo in cui l’alieno Gordon Shumway viene ribattezzato dalla sua famiglia adottiva nell’episodio pilota. La storia dell’extraterrestre proveniente da Melmac – un mondo distrutto dall’accensione contemporanea di tutti gli asciugacapelli – che ha più di duecento anni e ama mangiare gatti, manco fosse cresciuto a Vicenza, e della sua turbolenta relazione con i Tanner, conquista il pubblico USA. La seconda stagione, in particolare, ottiene ascolti record: l’alieno marroncino diventa un’icona di fine anni 80, tradotta in merchandising di ogni tipo e protagonista anche di un fumetto Marvel durato la bellezza di 50 numeri. Un simbolo di quei tempi, una mascotte apparsa in seguito ovunque, dai Simpson ai Griffin, passando per The Big Bang Theory.

Solo che la produzione è lenta e difficile: lavorare sul set rialzato necessario per far spuntare ALF dalle botole è complicato, e occorrono anche trenta ore di riprese per cavarne 30 minuti di sitcom. Durante le quali, 0ltre ad annoiarsi, i membri umani del cast iniziano a odiare ALF. Cercando anche, uh, di farlo a pezzi. È comprensibile: non dev’essere bellissimo vedere un peluche diventare famoso al posto tuo ed essere costretto per anni a fargli da spalla.

Max Wright (Willie Tanner) ne aveva talmente le tasche piene, che un giorno iniziò a menare il (costosissimo) pupazzo. Lo hanno dovuto tirar via i tipi della troupe. L’ultimo giorno di riprese, Wright raccolse le sue cose e andò via, senza salutare nessuno. Il clima respirato sul set era talmente gioioso che tutti erano in tensione; Anne Schedeen (Kate Tanner) dichiarò in seguito miracoloso il fatto che la serie fosse venuta fuori divertente, considerato l’incubo che era per loro girarla. Secondo Andrea Elson (Lynn Tanner), che all’epoca soffriva di bulimia, se ALF fosse andata avanti solo per un altro anno, sarebbero impazziti tutti. Allegria!

Ma non successe. Nel senso che un altro anno, per l’alieno sarcastico, non c’era.

Gli ascolti precipitarono nel corso della quarta stagione e i progetti per la quinta vennero accantonati, lasciando il telefilm senza un finale. Per chiudere la storia del rapimento di ALF da parte dell’aviazione USA, il cliffhanger con cui terminava la quarta serie, bisognerà attendere il film televisivo del ’96, Project ALF.

Durante quelle quattro stagioni in TV, mentre gli attori volevano strangolare il suo pupazzo alieno, Fusco era concentrato su un altro problema: far scivolare sotto al naso della NBC le battute ciniche e i comportamenti del suo personaggio (doppiato da lui stesso). Anche la faccenda dei gatti divenne un campo minato, dopo che un ragazzino aveva piazzato il suo micio nel microonde. Pure le birre bevute dall’extraterrestre dovettero sparire: pur avendo più di 200 anni, in quanto amatissimo dai bambini, Gordon da Melmac non poteva più bere alcolici. E poi, certo, c’era quella cosa della jacuzzi.

Nell’episodio 16 della prima stagione, “L’amnesia” (“Try to Remember”), la perdita di memoria del titolo era provocata al protagonista dal tentativo di creare un idromassaggio gettando un frullatore nella vasca da bagno. Lo stesso ALF spiegava al pubblico a fine puntata che non è molto saggio mischiare acqua ed elettricità, ma un giovane spettatore provò a replicare l’esperimento, rischiando di lasciarci la buccia. La NBC costrinse Fusco a rigirare per le repliche tutta la sequenza iniziale, con l’amnesia provocata ora da una zuccata sulla vasca anziché dalla corrente.

E questo è quello che è arrivato in TV, figuratevi quello che non è riuscito a passare al vaglio del network. Ve lo immaginate ALF che fa battute razziste e dice un sacco di parolacce? Beh, perché tra una ripresa e l’altra, quanto meno, succedeva davvero.

 

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ALF

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