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Dopo il debutto alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, La Profezia dell’Armadillo arriva nelle sale italiane.
Proprio a Venezia abbiamo incontrato il regista Emanuele Scaringi e i protagonisti Simone Liberati, Pietro Castellitto e Valerio Aprea. Con loro abbiamo parlato del film, che porta sul grande schermo il primo libro a fumetti di Michele Rech, meglio conosciuto come Zerocalcare, pubblicato nel 2011.
Ecco la nostra video intervista:
Se non vedete l’ora di precipitarvi al cinema per vedere il film, potete trovare la sala più vicina a voi grazie alla nostra applicazione, tutto quello che dovete fare è consentire la localizzazione sul vostro browser o scrivere l’indirizzo in cui vi trovate.
Il film, diretto da Emanuele Scaringi, vede nel cast Simone Liberati, Pietro Castellitto, Laura Morante, Valerio Aprea, Claudia Pandolfi, Teco Celio, Diana Del Bufalo. La sceneggiatura è stata scritta da Oscar Glioti, Pietro Martinelli, Valerio Mastandrea e dallo stesso Zerocalcare. Questa la trama:
Zero ha ventisette anni, vive nel quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella Tiburtina Valley. Terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi. Dove manca tutto ma non serve niente. Zero è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti.
La sua vita scorre sempre uguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di lavoro e le visite alla Madre. Ma una volta tornato a casa, lo aspetta la sua coscienza critica: un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche e tessuti molli, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna costantemente su cosa succede nel mondo.
A tenergli compagnia nelle sue peripezie quotidiane, nella costante lotta per mantenersi a galla, è l’amico d’infanzia Secco.
La notizia della morte di Camille, una compagna di scuola e suo amore adolescenziale mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di “tagliati fuori”.
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