Ogni settimana i nostri piccoli e grandi schermi vengono invasi da centinaia di film, serie televisive e documentari. StreamWeek è una guida alle migliori novità della settimana passata, una mappa con la quale orientarvi nel mare magnum delle proposte delle varie piattaforme di streaming, un modo per godersi appieno i vostri abbonamenti. Buona lettura e scegliete con cura la vostra dose settimanale di televisione!
In questa prima parte della rubrica, ogni settimana vi darò consigli generici su quello che è uscito di nuovo sulle vostre piattaforme, una lunga lista di dritte su quello che vi potete essere persi nella settimana passata. La settimana di ferragosto è arrivata, Roma, e immagino molte altre città italiane, si è trasformata nel set di una puntata di Walking Dead. Esattamente, il set di una serie sugli zombi in cui anche gli zombi sono andati in vacanza. Però la mia generazione, nata e cresciuta a pochi centimetri da uno schermo televisivo lo sa che quando tutti ci deludono, la Tv è l’unica su cui possiamo ancora contare. Vero?
Iniziamo con con la piattaforma di Amazon che carica Il Pasto Nudo uno dei miei film preferiti di Cronenberg (mi piacciono un po’ tutti, quindi è un’osservazione che lascia il tempo che trova). Il film che dovrebbe essere un adattamento del romanzo di Burroughs, si allontana invece dall’opera originale per diventare una riflessione sulla scrittura (quando il libro aveva come centro la narrazione di una dipendenza), creando una narrazione costantemente in bilico tra il divertente e il malinconico, in cui la solitudine è il sentimento che fa da collante ai due mondi emotivi della pellicola. E sapete chi altri è terribilmente malinconico e ugualmente divertente? Sì, avete indovinato, SpongeBob! Di cui Prime Video questa settimana carica l’intera nona stagione. Non penso che uno dei cartoni animati più famosi e influenti dei primi duemila abbia bisogno di presentazioni, ma in caso sappiate che il mio ardito paragone con Cronenberg, non è poi tanto ardito. C’è tanto in SpongeBob che sfugge agli occhi dei più piccini e tanto che gli arriva per via subliminale, è un cartone complesso eppure incredibilmente diretto nel raggiungere il proprio pubblico. Se siete tra i pochi a non averlo ancora visto, dategli una chance.
Sempre su Prime, vi consiglio di dare un’occhiata a Magic Mike e non solo se siete interessati agli addominali di Channing Tatum, anzi, forse se siete interessati solo a quello vi consiglio di evitarlo. Lontano dall’essere una commediola da vedere con branchi di amiche urlanti, il film di Soderbergh finisce per essere uno dei film più drammatici che vi possa capitare di andare a vedere per sbaglio. Infatti, a differenza del battage pubblicitario che gli è stato riservato, il film sul gruppo di spogliarellisti di Tampa, è la storia di un tentativo di rivalsa sociale e del suo fallimento. Tatum è eccezionale e quando balla sembra un Gene Kelly sotto testosterone, ma la vera sorpresa viene dal solito McConaughey che sembra davvero essere in grado di fare qualunque cosa davanti alla macchina da presa. Compreso ballare in maniera incredibile.
E per non lasciare il nostro amico dalla parlata strascicata McConaughey, passerei a consigliarvi Gold. Su Sky Go è stato caricato il film in cui probabilmente ha l’aspetto meno sexy di sempre, pelato, con la pancia, McConaughey interpreta un moderno cercatore d’oro, un uomo consumato da un’ossessione, protagonista di una storia vera che ha il retrogusto di un film di Scorsese. Ma non vorrei lasciarmi indietro neanche Channing, quindi se avete una sera da passare in famiglia rimpinzarvi di Pop Corn e sventolare una bandierina americana, godetevi Sotto Assedio – White House Down, il film del genio delle catastrofi e del (divertente e divertito) amor patrio americano, Roland Emmerich (che giustamente è tedesco). Sempre su Sky Go è disponibile da questa settimana La Battaglia dei Sessi, con Emma Stone e Steve Carell, di cui vi vorrei tanto parlare bene, ma che invece è un film sul tennis abbastanza bruttino e uno sullo scontro dei sessi, davvero noioso. Però su Sky, se non avete intenzione di scendere in campo in uno scontro tra sessi, potete invece tornare bambini, o esserlo insieme ai vostri figli (io non ne ho bisogno essendo rimasto un bambino a cui ora stanno molto male i calzoncini corti), guardandovi Basil l’Investigatopo, uno dei film Disney più amati da… da me e chi ha un profondo feticismo per Sherlock Holmes.
Su Netflix, visto il periodo e anche il fatto che questa settimana si preparava a sganciare una bomba con la nuova serie di Matt Groening, non è uscito moltissimo. Posso però segnalarvi il ritorno del primo capito de Il Signore degli Anelli, La decima Stagione di Doctor Who, e l’inserimento de Il Grinta dei fratelli Coen, uno dei western più solidi e rigorosi (non ce lo si aspetterebbe da due personalità come quelle dei Coen) degli ultimi anni.
Disincanto(Netflix)
Chiunque abbia visto una volta nella vita la televisione conosce Matt Groening e I Simpson. Il riconoscimento di una battuta dei Simpson probabilmente sarebbe il miglior modo di scovare degli alieni nascosti tra di noi. Quindi era prevedibile che, l’uscita di una nuova serie firmata da creatore della famiglia americana più disfunzionale e rappresentativa di sempre, è uscita con un carico di aspettative mostruose. Ma ora che molti di noi l’hanno già vista, cosa si può dire a quelli che ci si stanno approcciando solo ora? Come prima cosa mi sento di decretare che si tratta di una serie animata inferiore, per animazione e contenuti, alle altre di Groening. L’animazione è scarna e non nel senso che ha trovato una sintesi efficace, ma che ha provato a replicare lo stile dei Simpson e Futurama con un budget evidentemente minore dando così vita a un mondo che finisce per sembrare spoglio e vuoto, in cui molte delle ambientazioni tendono ripetersi troppo insistentemente. Dal punto di vista dei contenuti, se Futurama era un evidente omaggio d’amore alla fantascienza, Disincanto non sembra avere quello stesso affetto (necessario per parodiarlo altrettanto bene) per il genere fantasy. Il mondo di Dreamland sembra più la somma di rimandi al mondo delle fiabe e una di quelle fiere rinascimentali che si vedono nelle serie americane, che una vera e propria ambientazione fantasy. Ma forse il crimine peggiore di Disincanto è non riuscire, come facevano le altre serie di Groening, ad aprire uno spiraglio di critica alla nostra società. Quindi Disincanto è un totale disastro e non vale il vostro tempo? No, mi sento di dire che non è così malvagio e che, se su Netflix avete già visto Steven Universe, Troll Hunters, Rick e Morty e BoJack Horseman, magari un’occhiata gliela si può dare, livellando però le proprie aspettative rispetto a quello che ci si aspetterebbe dal creatore dei Simpson.
Oculus (Sky Go)
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria rinascita del genere horror, sia nella sua versione più mainstream che in quella più indipendente. Buona parte del merito del ritorno sul grande schermo di un gran numero di film dell’orrore, va a Jason Blum e alla sua casa di produzione Blumhouse. I film del produttore americano, hanno il pregio di essere sempre costruiti su una solida impalcatura narrativa, con al centro un’idea forte che trascina sia il film che il marketing dello stesso e la capacità di riuscire a piazzarsi esattamente nel mezzo tra un film mainstream e uno low budget. Oculus fa parte della linea più elegante e mainstream della produzione della Blumhouse, è una classicissima storia di fantasmi che gioca con le percezioni dello spettatore distorcendo la realtà quel tanto che basta per renderla inquietante. La storia ruota attorno a uno specchio maledetto che, dieci anni prima dell’inizio della storia narrata in Oculus ha portato il padre dei due protagonisti alla follia. Ora Kaylie, che lavora in una casa d’aste, si è riappropriata dello specchio ed è intenzionata a scoprirne i segreti e a svelare la verità su quello che è accaduto al padre.
The Wrestler (Prime Video)
Ci sono parti, nella vita professionale di un attore, che arrivano nel momento giusto, che si allineano perfettamente con la vita personale e che, sebbene necessitino di un grande coraggio per accettarle, poi portano alla consacrazione dello stesso. Mi viene in mente ad esempio Bette Davis in Eva contro Eva, o Gloria Swanson in Viale del Tramonto, sicuramente fa parte del gruppo Mickey Rourke in The Wrestler. Darren Aronofsky cuce addosso a Rourke il ruolo di Randy “The Ram” Robinson, restituendoci il ritratto di un uomo finito in cerca di riscatto. Rourke veste i panni del wrestler fallito come una una seconda pelle ed è proprio il suo fisico, prima ancora dei suoi occhi e delle sue parole a raccontarci una storia di travagli e sconfitte, sono le sue mani giganti con le nocche rotte, la sua faccia devastata dai colpi, il suo naso rotto. E ancora la sua recitazione sussurrata, timorosa quando si tratta di relazionarsi con Marisa Tomei, e invece incredibilmente fisica e potente quando sale sul ring e fa l’unica cosa che sa fare, lottare. The Wrestler sancisce il grande ritorno di Rourke alla recitazione e ci regala uno dei personaggi più indimenticabili del cinema.
E, come tutte le settimane, siamo arrivati all’ultima parte della rubrica dedicata a una chicca, a un contenuto che probabilmente vi siete persi nell’uragano di novità con cui veniamo bombardati.
Miss Sloane (Prime Video)
Jessica Chastain si sta rapidamente ritagliando un ruolo di primo piano a Hollywwod, è in grado di portare sullo schermo personaggi femminili forti e di farlo con un’eleganza davvero fuori dal comune. Miss Sloane è la storia di una Lobbista a Washington che, per una volta, decide di lavorare per la “parte giusta”. Il film si sviluppa esattamente come un heist movie, in cui però il premio finale, il bottino da arraffare, è il passaggio di una legge che vieti la diffusione delle armi in America. Una crociata impossibile anche per una spietata lobbista, per la migliore, lo squalo più grande, ma l’occasione di far tremare il sistema destabilizzandolo dall’interno. Il film, essenzialmente un walk and talk, prosegue la sua salita (o forse discesa) nella scala del potere, alla ricerca di cuori puri tra la corrotta classe politica americana al fine di cambiare un mondo che oppone tutta la resistenza possibile al cambiamento e questo Sloane, il personaggio della Chastain lo sa e ha intenzione di ricorrere a ogni trucco possibile per vincere, anche a costo di sacrificare tutto.
Alla prossima settimana, miei fedeli bingewatchers: se vi è piaciuto qualcuno dei consigli che vi ho dato, se volete segnalarmi qualcosa che mi sono perso o se volete suggerirmi qualcosa di cui discutere la prossima settimana, vi invito a commentare l’articolo. La vostra guida allo streaming compulsivo è sempre disponibile!
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