StreamWeek: I body di GLOW sono i nuovi bikini dell’estate 2018

StreamWeek: I body di GLOW sono i nuovi bikini dell’estate 2018

Di Michele Monteleone

Ogni settimana i nostri piccoli e grandi schermi vengono invasi da centinaia di film, serie televisive e documentari. StreamWeek è una guida alle migliori novità della settimana passata, una mappa con la quale orientarvi nel mare magnum delle proposte delle varie piattaforme di streaming, un modo per godersi a pieno i vostri abbonamenti. Buona lettura e scegliete con cura la vostra dose settimanale di televisione!

LA SCORSA SETTIMANA IN PILLOLE

In questa prima parte della rubrica, ogni settimana vi darò consigli più generici su quello che è uscito di nuovo sulle vostre piattaforme, una lunga lista di dritte su quello che vi potete essere persi nella settimana che è passata. I vostri amici hanno già la faccia affondata in un’anguria, le infradito ai piedi e una perfetta tintarella, mentre voi ancora ve ne state a casa davanti alla porta aperta del frigo? Siete nel posto giusto. Su StreamWeek rimaniamo incollati ai nostri televisori per voi!

Questa settimana, iniziamo con una mega-ignezione di dramma adolescenziale. Su Netflix hanno caricato la prima stagione di Riverdale, serie teen ambientata nel mondo narrativo di uno dei fumetti americani più longevi di sempre: Archie. Naturalmente la versione proposta dalla rete americana The CW ha il 100% di adolescenza tormentata in più, ma una fotografia particolarmente ispirata e un’atmosfera leggermente dark ne fanno un guilty pleasure istantaneo. Consigliato agli orfani di OC, Gossip Girl e simili. E visto che, come abbiamo ripetuto più volte dall’inizio, è estate, non posso che suggerirvi di guardarvi Spring Breakers, film diretto da Harmony Korine con James Franco, Selena Gomez, Ashley Benson e Vanessa Hudgens. Sono certo che la vostra prima reazione sarà di assoluta repulsione verso un film che effettivamente è strano, caricaturale, lisergico, ma che nasconde un’analisi molto aderente al vero della società contemporanea. The Eagle è un filmetto in costume ambientato nell’antica Roma (quella sporca della serie Tv Roma, più che quella classica dei peplum) con protagonista Channing Tatum, che può facilmente alleviare la calura di una giornata estiva. Ma continuiamo con Netflix, visto che la piattaforma ha inserito 49 nuovi titoli nella sola giornata di domenica. Vi segnalo altri tre film “estivi”: Piranha 3D, il nuovo film della fortunata serie dedicata ai pesciolini più voraci del mondo con un taglio tanto più fracassone e irriverente e un grande quantitativo di tette in più, Paradise Beach, un sorprendente shark movie con protagonista Blake Lively, una surfista prigioniera a largo di un’isoletta tropicale e minacciata da un gigantesco squalo. E ancora, mamma Netflix propone Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1, Mission: Impossible – Protocollo Fantasma, Into the Wild, I segreti di Brokeback Mountain, Under the Skin. E chiuderei un elenco che potrebbe comunque continuare per mooolto dello spazio dedicato a questa rubrica con ben quattro film della serie di Fast & Furious, Il primo e il terzo Ritorno al futuro e la saga completa (anche di spin off) di Bourne, la spia interpretata da Matt Damon, tratta dai romanzi di Robert Ludlum e diretta da Paul Greengrass. Netflix insomma ha proprio deciso di premiare noi bianchicci bingewatchers.

Prime Video sembra sentire la pressione della concorrente, e poi sappiamo tutti che il mare è sopravvalutato e il bianco è la nuova tintarella, quindi anche per la piattaforma di Amazon domenica è il giorno della grande infornata di proposte. Più classico il calendario delle uscite rispetto a Netflix, ma non mancano le chicche, ad esempio: chi di voi, nati negli anni ottanta, non ha visto OGNI SACROSANTA estate l’horror Anaconda sui canali Mediaset in tarda serata? Ora potrete rivederlo fino alla nausea a qualunque orario crediate. E tra i classici vi consiglio anche lo splendido I guerrieri dell notte di Walter Hill, di sbellicarvi con L’Aereo più pazzo del mondo, innamorarvi perdutamente di Meg Ryan o Tom Hanks con Insonnia d’amore e imparare il karate (che poi lo sanno tutti che quello è kung fu tranne gli americani) con Daniel e il maestro Myagi in Karate Kid. Interessante, sul fronte degli horror, la selezione fatta da Prime Video per questa settimana. Vi consiglio tantissimo The Woman in Black, che vede Daniel Radcliff protagonista di un film con una cupissima ambientazione gotica in cui il nostro dovrà vedersela con un fantasma terribilmente vendicativo. Ancora nella sezione dedicata al brivido, guardate Linea mortale, un interessantissimo film che indaga il confine ultimo tra vita e morte quando un gruppo di medici inizia a provocarsi volontariamente arresti cardiaci per esplorare in prima persona quel mondo. E se non siete ancora abbastanza spaventati, ci pensa Eli Roth con uno dei torture movie più cruenti e chiacchierati di sempre: Hostel. Infine chiudiamo il capitolo Prime Video con l’ultima proposta horror di lusso. La casa, remake di una delle pietre miliari del genere, originariamente girato da un giovanissimo Sam Raimi che si apprestava a cambiare per sempre la narrazione delle storie dell’orrore, passa di mano e finisce tra quelle di Fede Alvarez. Il giovane regista uruguaiano confeziona un film che non si limita a essere un omaggio al suo predecessore, ma che aggiunge ulteriore gore alla messa in scena e mette in campo un’estetica horror moderna e personale.

Continuiamo la nostra corsa verso il podio della settimana cavalcando attraverso le praterie dello streaming e fermandoci su Infinity che ci propone la (giuro che non scherzo) divertente e incredibilmente piena di inventiva (sia nella messa in scena che nella regia) commedia italiana Metti la nonna in freezer. Che poi ok, lo ammetto, le mie capacità di giudizio potrebbero essere state obnubilate dalla vista del mio amore segreto Miriam Leone, ma effettivamente la commedia si distingue nella spersonalizzata moltitudine delle proposte dello stesso genere nel cinema italiano e si è meritata il successo che ha riscosso al botteghino. Continuiamo con L’inganno, remake d’autore della Coppola, il quarto, gigantesco, rutilante, abbacinante, capitolo di Trasformers diretto da Michael Bay e Red Sparrow che, mi spiace dirlo, è la versione all’acqua di rose con protagonista Jennifer Lawrence – e con molte meno botte girate bene – di Atomica Bionda con la celestiale Charlize Theron. Oggi sembra sia destinato a parlarvi delle mie celebrity crush.

Terminiamo questa parte di rubrica con Sky Go, su cui vengono caricati: Devil’s Candy, la seconda opera di Sean Byrne, regista australiano del sorprendente The Loved Ones. Non per soldi… ma per denaro, geniale commedia scritta e diretta dal miglior regista di sempre (nota del redattore che sottoscrive e sfida chiunque a dire il contrario) Billy Wilder, con protagonista la miglior coppia comica di sempre (vedere sopra per accogliere la sfida), Jack Lemmon e Walter Matthau. Labyrinth, un film con cui potete spiegare al mondo cosa significavano per cinema, moda e musica gli anni ’80.

IL PODIO

Ora che sapete quanta roba è uscita questa settimana (soprattutto nel week-end) drizzate le orecchie perché siamo arrivati al nostro podio, il meglio del meglio di questi sette, caldi giorni d’estate:

GLOW (Netflix)

Diciamoci la verità, il successo di una serie come Glow non era affatto scontato. Nonostante sia un progetto che si fregia di un’estetica anni ottanta sfavillante e kitsch come non mai (estetica che ultimamente sembra essere il lasciapassare di Hollywood per i suoi più recenti successi di botteghino) e nonostante possieda l’inalienabile merito di offrirci Allison Brie in una tuta da wrestler sgambata per dieci episodi (oggi è proprio il giorno delle mie screen crush), Glow racconta una storia bizzarra e tragicomica, e lo fa senza risparmiarsi una messa in scena altrettanto insolita, tanto da ricordarci il miglior cinema indie\weird degli ultimi anni. La serie, creata da Liz Flahive e Carly Mensh, è ambientata nella Los Angeles del 1985 e segue le vicende di Ruth Wilder, aspirante attrice di scarsa fortuna, che finisce, pur di pagare l’affitto, a lavorare in un programma di wrestling femminile. Ruth si trova così coinvolta nelle vite di donne eccentriche dal vissuto non facile, che per vivere se le danno (per finta) di santa ragione sul ring, con bizzarri costumi e alter-ego; il tutto sotto lo sguardo di Sam Sylvia (interpretato da un Marc Maron calato in un ruolo che sembra scritto per lui), manager e regista del programma, nonché egomaniaco tossicodipendente con forti complessi di inferiorità e una vita privata al limite del disastro. Dopo una prima stagione sorprendente, la serie riprende con un secondo round dal ritmo più placido, ma con una focalizzazione molto più uniforme su tutti i personaggi. L’affetto che questi episodi riescono a suscitare per le piccole strane vite di queste persone è qualcosa di incredibile. I personaggi risultano reali come non mai grazie a splendide performance, a dialoghi scritti e recitati con una naturalezza quasi disordinata e una messa in scena che trova nel ridicolo esasperato del paleo-wrestling femminile la sua tenerezza e un senso di intimità incredibile. Il mood oscilla continuamente fra tragedia e commedia, ma con una leggerezza e naturalezza che ricorda illustri prodotti anglosassioni; ritroviamo l’amore per gli sconfitti tipico delle serie di Gervais (una su tutte Extras, una delle commedie più tragiche che siano mai state concepite) e un senso di cinico divertimento che non vedevamo dai tempi del mai abbastanza celebrato Full Monty.

 

Preacher (Prime Video)

La serie diretta da Seth Rogen e tratta da uno dei fumetti americani più rivoluzionari, sboccati e sacrileghi di sempre, arriva alla sua terza stagione in esclusiva per Prime Video. E ci arriva in grande stile e con quella che sembra una inarrestabile corsa verso vette più alte. Per chi non sapesse nulla della storia, lasciate che vi avvisi, niente per deboli di cuore, schizzinosi, suscettibili o timorati di Dio. Preacher, come tutte le serie create da Garth Ennis, spinge oltre il limite di quello che si può raccontare e non lo fa con lo spirito della vuota provocazione, ma in contesti narrativi in cui l’eccesso diventa la firma dell’autore. Devo ammettere che, da amante integralista del fumetto, le prime puntate della prima stagione di Preacher mi avevano lasciato freddino, ma che in seguito la dissacrante e sgangherata narrazione dell’opera di Rogen mi ha definitivamente conquistato. Consiglio, ai miei fratelli integralisti, di dare un’altra chance allo show. Invece, per chi si avvicinasse per la prima volta alla serie, sappia che la storia dietro Preacher è abbastanza semplice: Jesse Custer è un prete del sud degli stati uniti con alle spalle un passato criminale e un’infanzia spaventosa. Un giorno, nel mezzo di un’omelia alla sua disinteressata congregazione, viene investito da una forza mistica che gli dona un potere tanto straordinario quanto spaventoso: la parola divina. In principio era il verbo, recita la genesi, ma sono ragionevolmente convinto che neanche nelle più folli fantasie di Dio il potere di poter far fare qualunque cosa a chiunque sarebbe dovuto finire nelle mani di un ex rapinatore disilluso, uno sboccato vampiro inglese e una truffatrice del profondo sud degli Stati Uniti. I tre inizieranno una vera e propria crociata alla ricerca di un Dio che sembra aver abbandonato l’uomo… una ricerca costellata di cadaveri e sangue.

Steve Jobs (Infinity)

Quando guardate un film scritto da Aaron Sorkin potete essere certi di una cosa: ogni singolo dialogo della storia sarà più che eccezionale. Il biopic dedicato al fondatore della Apple non è da meno. Nelle mani di Danny Boyle, la storia di tre conferenze di presentazione Apple diventano il palcoscenico perfetto per sviscerare la figura di uno degli innovatori più controversi di questa epoca. La divisione in tre atti, il set praticamente teatrale e gli incredibili botta e risposta, uniti a una regia pulita, delle interpretazioni in stato di grazia da parte di tutto il cast, fanno di Steve Jobs un grandissimo film. Vi prego, se avete visto l’orribile lavoro fatto da Aston Kutcher nel film che per primo aveva affrontato la biografia di Jobs, non rinunciate a dare uno sguardo a questa ennesimo lavoro sul fondatore dell’azienda di Cupertino. I motivi sono svariati, dal fatto che il film di Boyle non si limita a essere una smielata agiografia, ma fa a pezzi la figura di Jobs, alla straordinaria interpretazione di Fassbender che non mette in campo trucco e parrucco, ma che riesce, in un attimo, a far dimenticare chi è per sovrapporre completamente al suo aspetto una recitazione totale che lo trasforma nell’imprenditore più affascinante di sempre.

IL RECUPERO

Ed eccoci arrivati alla parte della rubrica che preferisco, quella in cui vi consiglio qualcosa che potreste esservi persi e invece dovreste recuperare.

17 Anni (e come uscirne vivi) (Sky Go)

Questa settimana vi propongo una bellissima commedia, infusa di dramma adolescenziale e crisi di identità, ma confezionata con un tale garbo e un ritmo così trascinante che vorrete riavere diciassette anni, anche se il film vi aiuterà a ricordare quanto fosse difficile quel periodo. L’adolescenza, l’età di mezzo per eccellenza, mette alla prova la resistenza e il carattere di tutti e, anche se non siamo provati da terribili drammi familiari, sfighe personali o patimenti sentimentali, noi stessi mettiamo in discussione la nostra indole e il nostro posto nel mondo. In 17 anni (e come uscirne vivi), orripilante adattamento del titolo originale Edge of Seventeen, la protagonista della storia si trova proprio nella scomoda posizione di essere un’adolescente piena di dubbi, ma non avere un reale dramma da caricare a testa bassa. Il rapporto speciale che intesse con un disincantato professore del liceo le permetterà di non perdersi e fare le scelte giuste, o almeno le più giuste per se stessa. In Edge of Seventeen funziona tutto alla perfezione, a cominciare da una straordinaria Hailee Steinfeld che secondo me è da tenere d’occhio come prossima reginetta della bella recitazione hollywoodiana. Per finire con quella di Woody Harrelson, che riesce a infilare un’altra, l’ennesima, eccezionale interpretazione da irresistibile figlio di una mignotta.

Alla prossima settimana, miei fedeli bingewatchers: se vi è piaciuto qualcuno dei consigli che vi ho dato, se volete segnalarmi qualcosa che mi sono perso o se volete suggerirmi qualcosa di cui discutere la prossima settimana, vi invito a commentare l’articolo. La vostra guida allo streaming compulsivo è sempre disponibile!

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