Il futuro passa sul grande schermo ed è più terrificante che mai!

Il futuro passa sul grande schermo ed è più terrificante che mai!

Di Filippo Magnifico

Il futuro ci spaventa? Se il punto di riferimento è il mondo della Settima Arte la risposta è sì. Provate a pensare ad un film ambientato in una realtà distante dalla nostra, quanti sono quelli che, alla fine dei conti, possiamo considerare felici? Veramente pochi.
La verità è che il futuro è (quasi) sempre stato usato nel cinema e nella letteratura come un monito nei nostri confronti, come un’analisi del presente e delle conseguenze che potrebbero avere i nostri atteggiamenti senza un minimo di coscienza.

Prendiamo, ad esempio, il recente caso della saga The Purge, conosciuta in Italia come La Notte del Giudizio e pronta per tornare nelle nostre sale con un nuovo capitolo, La prima Notte del Giudizio. Il presupposto alla base del film è semplice e al tempo stesso particolarmente attuale, perché riflette sulla natura umana, sulla rabbia e l’odio che cova dentro la maggior parte di noi e che, a giudicare da quello che ci propone la cronaca di tutti i giorni, è pronto per esplodere da un momento all’altro.
Per il momento ci accontentiamo del virtuale, fortunatemente, ma in un mondo dove si sbandiera la giustizia privata come il sacrosanto diritto di ogni cittadino, non risulta poi così difficile immaginare un giorno di sfogo di assoluto in cui ogni tipo di crimine, anche il più efferato, diventa legale.

Un “what if” più attuale che mai se ci riflettete anche solo per un secondo. E se non ci credete pensate al motto scelto dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per le elezioni del 2020: “Keep America Great“, lo stesso usato per il lancio di La Notte del Giudizio – Election Year. Come detto da Jason Blum, il nome dietro la saga The Purge:

Se ogni volta che c’è una sparatoria la risposta del governo è quella di dare più armi, quello che The Purge sta mostrando non è poi così folle. Donald Trump continua a ripeter “Date pistole agli insegnanti”. Posso immaginarlo mentre dice “Lasciate che le persone sparino a chi vogliono per 12 ore all’anno”.

E, sia chiaro, La Notte del Giudizio non è la prima saga ad immaginare un futuro di violenza estrema. Ci sono moltissime altre pellicole in elenco, che hanno immaginati territori senza legge dove la sopravvivenza è legata al, per sintetizzarlo con una frase, mors tua vita mea. Fuga da New York, Mad Max, solo per citarne alcuni.
Senza contare la violenza di stampo “televisivo”, come quella vista ne L’Implacabile (titolo originale The Running Man), pellicola con protagonista Arnold Schwarzenegger, diretta negli anni ’80 da Paul Michael Glaser (lo Starsky della serie televisiva Starsky & Hutch) e ispirata ad un romanzo di un certo Richard Bachman, pseudonimo di uno scrittore conosciuto in seguito con il nome di Stephen King.

Un’opera rozza, ma animata da una trama decisamente attuale: in un futuro corrotto, dove la tv domina incontrastata, lo show di maggiore successo è un reality di antico stampo romano chiamato “Running Man”. All’interno di tale programma i carcerati barattano la propria vita in cambio di una possibile libertà, esibendosi in mortali duelli con titanici gladiatori sotto contratto.
Noi per il momento dobbiamo “accontentarci” della violenza verbale dei nostri reality show – e di gran parte della televisione, a dire il vero – e speriamo che rimanga sempre così. E come L’Implacabile anche Hunger Games, Rollerball, Death Race, tanti altri film hanno cercato di predire il futuro filtrandolo attraverso gli orrori del piccolo schermo, continuamente alla ricerca del vero a tutti i costi, che poi, ovviamente, vero non è.

Dal piccolo al grande schermo e viceversa. Chi più di Black Mirror ha cercato di concretizzare gli orrori digitali della nostra epoca proiettandoli nel futuro? La serie cult creata da Charlie Brooker ha sfruttato nel migliore dei modi gli strumenti della fantascienza, della distopia e della satira sociale per esplorare le problematiche relative all’invadenza della tecnologia nella nostra vita quotidiana, proponendoci di volta in volta, episodio dopo episodio, sguardi sul futuro esagerati sotto certi aspettati ma non impossibili, come quello che ci ha proposto Spike Jonze, con il suo Her.

Innamorarsi di una voce virtuale, è sul serio così impossibile? La risposta al momento è sì, ma sarà così anche tra qualche anno? “Lo scopriremo solo vivendo“, recita una vecchia canzone italiana ma forse le lezioni offerte dal grande (e piccolo) schermo possono servirci per evitare errori che ancora non abbiamo commesso.
Perciò, di fronte a pellicole come La prima Notte del Giudizio, per citare la più recente, cerchiamo di prendere sia la giuste dose di intrattenimento che di insegnamento.

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