Chi conosce il vasto panorama del cinema indipendente conosce anche i Mark e Jay Duplass, i re del mumblecore. La loro è una carriera lunghissima, passata sia dietro che davanti la macchina da presa. Due veri e propri punti di riferimento per quanto riguarda il cinema indie, che durante la loro carriera si sono trovati di fronte ad un bivio: dirigere un film Marvel ed entrare a far parte di un meccanismo cinematografico ben rodato o continuare a muoversi nel confortevole universo indipendente?
Sì, perché circa tre anni fa i Marvel Studios hanno bussato alla loro porta. La cosa non stupisce se consideriamo che nomi come Jon Watts (Spider-Man: Homecoming), James Gunn (Guardiani della Galassia), Taika Waititi (Thor: Ragnarok) e Ryan Coogler (Black Panther) provengono sempre dal cinema indipendente. Da questo punto di vista la Marvel si è sempre dimostrata disponibile a lanciare “nuovi” talenti ed è proprio con questa intenzione che, nel 2015, ha bussato alla porta dei fratelli Duplass.
Sono stati loro stessi a rivelarlo durante un’intervista per Vulture, aggiungendo che l’offerta era particolarmente allettante ma che sono stati costretti a rifiutare. “C’è stato un momento in cui la Marvel era interessata a coinvolgerci in uno dei loro film” ha detto Mark Duplass. “Sarebbe stato un progetto con un budget di 150 o 180 milioni di dollari, che avrebbe occupato tre anni delle nostre vite“.
“Praticamente ‘siete nostri!’” ha aggiunto Jay Duplass.
“Essere un piccolo regista da Sundance corteggiato dalla Marvel è incredibile. Ma tutte le cose che avremmo potuto fare nel corso di quei tre anni, i rapporti che avremmo stretto con registi più giovani” ha detto Mark.
Non è la prima volta che i fratelli Duplass parlano del giorno in cui sono stati contattati per dirigere un cinecomic. Nel 2015 avevano detto:
Quello che succede quando firmi un contratto da 180 milioni è che quel film in realtà non è un film. È una merce. Quel business non fa per noi.
Parole condivisibili. È risaputo, infatti, che nel momento in cui si entra in contatto con produzioni particolarmente importanti come quelle Marvel, si entra a far parte di un meccanismo, che segue determinate regole e che per ovvie ragioni non può offrire quella libertà alla base del cinema indipendente.
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Fonte: /Film