Capharnaüm, o Cafàrnao, è un’antica città della Galilea, Israele, ma nel corso dei secoli, sia in francese che in arabo, ha acquisito il significato di bazar, luogo pieno di disordine dove tutto è acquistabile. Sta in questa definizione, e non nell’ambientazione (visto che la storia si svolge in Libano), la ragione del titolo del nuovo film di Nadine Labaki (ricordate il carinissimo Caramel?).
Zain ha dodici anni, è in galera per avere accoltellato un uomo e ha fatto a sua volta causa ai genitori. La ragione? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro di qualche mese, quando il ragazzino fugge di casa e si ritrova casualmente a vivere con una giovane mamma etiope che cerca di risparmiare il più possibile per potersi permettere di falsificare i necessari documenti e non essere deportata. La convivenza dei tre (c’è anche infatti il neonato) è un’occasione per scoprire un nuovo microcosmo di povertà e desolazione dove arrangiarsi non è un’arte, ma una lotta imprescindibile.
Se è vero che mettere un bambino costretto a comportarsi da adulto significa giocare facilmente con le emozioni dello spettaore, Nadine Labaki ci aggiunge una grande dose di situazioni potenzialmente strappalacrime che è impossibile non uscire dalla sala commuovendosi. Manipolatore o no, il film ha comunque il merito di denunciare un problema, tanto libanese quando occidentale, ovvero quello di una società che si mescola solo in maniera orizzontale, tra gli ultimi, ma mai in verticale: chi è ricco rimane tale così come i poveri. La regista e sceneggiatrice di Baabdat (che ritaglia per sé la particina dell’avvocato di Zain) non ha la maestria del De Sica di Sciuscià, carica troppo il racconto di volti strambi e macchiette (come l’uomo vestito da Spider-Man), ma a suo modo Capharnaüm sembra un film necessario, di quello in cui difetti si perdono davanti all’urgenza di un mondo che in qualche modo deve essere raccontato anche per invitarci a guardare con occhi diversi i prossimi bambini che chiedono l’elemosina, richiedenti asilo che sognano la Svezia o donne delle pulizie desiderose di essere messe in regola. È probabile che vinca qualche premio al Festival di Cannes 2018 dove è stato presentato in concorso.
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