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Il finale di Rampage: Furia animale inizialmente non è quello che avete visto al cinema. In un’intervista con la rivista Rolling Stone Dwayne Johnson ha rivelato di aver impiegato due mesi, in discussioni con lo studio, il regista e i produttori, per cambiare il destino di uno dei personaggi principali della pellicola.
ATTENZIONE SPOILER
Nel film Johnson interpreta Davis Okoye, un ex-soldato delle forze speciali contro il bracconaggio che diventa un primatologo. Il suo miglior amico è un gorilla silverback di nome George che viene trasformato in un mostro alto 40 piedi, pronto a distruggere Chicago con altri due animali mutati dagli esperimenti dell’uomo: un coccodrillo e un lupo volante, anche loro giganteschi.
Alla fine Davis convince George ad aiutarlo nella battaglia per salvare il mondo. Johnson ricorda
“La sceneggiatura arriva, la sto leggendo e alla fine di tutto, George muore! E sono ‘No. mi son perso qualcosa? George non può morire’. Sono tornato indietro e invece..”
Questo è diventato presto l’argomento principale di discussione tra l’attore, il regista e i produttori, e lo studio andato avanti per due mesi.
“Il mio problema è che ho un rapporto con un pubblico in tutto il mondo. Per anni ho costruito un rapporto di fiducia con loro, se verranno a vedere i miei film si sentiranno bene. Quindi ogni tanto devi usare questa carta, che è: dovrai trovare un altro attore. Abbiamo bisogno di trovare una soluzione, altrimenti non farò il film”.
L’attore spiega:
“Non mi piace un finale triste. La vita ha quella m@rda – non la voglio nei miei film. Quando i titoli di coda escono, voglio sentirmi benissimo”.
Naturalmente ci sono stati degli incontri in cui hanno spiegato a Johnson tutti i motivi per cui George dovesse morire, come
“Si sacrifica per salvare il mondo. Uccidendo questi animali che intendono far del male all’umanità. Si sacrifica come un soldato coraggioso. Ok, ma questo è un film! C’è un coccodrillo delle dimensioni di uno stadio di football, non stiamo facendo Salvate il soldato Ryan.”
Alla fine un compromesso è stato raggiunto e alla fine tutti concordano che l’istinto di Johnson era giusto.
Fonte Rolling Stone
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