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La Storia dietro un Frame: Die Hard e la caduta inaspettata di Alan Rickman

Pubblicato il 02 marzo 2018 di Filippo Magnifico

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I set dei film sono pieni di aneddoti più o meno interessanti. Alcuni sono noti, altri meno. Partendo da un frame, da una semplice immagine, si possono scoprire le storie più particolari. Questo perché dietro il semplice fotogramma di una pellicola si può nascondere un mondo. È questo il caso di Die Hard e della caduta inaspettata di Alan Rickman.

“Yippie ya yeah, pezzo di merda!”

Non è stato difficile trovare una frase ad effetto per cominciare questo pezzo. D’altronde stiamo parlando di Trappola di Cristallo (Die Hard), il cult dei cult, un film pieno di momenti e frasi iconiche. Una vera a propria pietra miliare nel genere poliziesco/action, nonché uno dei cult di Natale per eccellenza. John McClane, l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato, occupa un posto speciale nel cuore di tutti noi e se non siete di questo parere non vi giudico, sia chiaro, ma devo per forza guardarvi con un po’ di sospetto.

Girano parecchie voci su questo film, una delle più famose riguarda il suo iniziale concepimento come sequel di Commando. No, non è assolutamente vero ed è stato lo sceneggiatore Stephen de Souza a smentire ufficialmente quella che molti consideravano una certezza.

Quello che è certo, invece, è che Bruce Willis, l’icona action che tutti noi conosciamo, non era stato la prima scelta per il ruolo di John McClane. Non era proprio una scelta della produzione, a dire il vero, che aveva preso in considerazione il coinvolgimento di nomi come Arnold Schwarzenegger, Charles Bronson, Sylvester Stallone e Burt Reynolds.
E, ripensando al periodo, è sul serio difficile dar loro torto. Verso la fine degli anni ’80 Bruce Willis era un attore comico, sul curriculum poteva vantare titoli come Appuntamento al buio e la serie Moonlighting, sul serio voi gli avreste affidato un ruolo da protagonista in un action di questa portata?

Fortunatamente gli è stata offerta una possibilità, grazie a questo film il passato comico di Bruce Willis è magicamente scomparso e ha fatto largo ad una lunga carriera di ruoli da duro.
Trappola di Cristallo rappresenta un punto di svolta, quindi, non solo per il nostro caro amico Bruce Willis ma anche per il compianto Alan Rickman, qui al suo debutto sul grande schermo, indimenticabile nel ruolo di Hans Gruber mentre ci mostra “i vantaggi di un’istruzione classica“.

Ricordate il suo sguardo alla fine del film, mentre sta cadendo dal trentesimo piano del grattacielo Nakatomi? Bene, immaginate di guardarlo proprio in questo momento e di trovarvi di fronte a quella scena. Hans sta precipitando in slow-motion, sgranando gli occhi, completamente sorpreso. È arrivato il momento di schiacciare il tasto pausa e tornare indietro nel tempo.

Gli anni ’80 stanno per finire e i ’90 sono lì che ci aspettano. Intanto da qualche parte in America un certo John McTiernan sta girando un film che, ancora non lo sa, è destinato ad entrare nella storia. Una pellicola ispirata al romanzo Nulla è eterno, Joe, scritto da Roderick Thorp nel 1979.

Si gira una scena particolare oggi: la morte dell’antagonista, Hans Gruber, interpretato da Alan Rickman. Deve cadere da un grattacielo. Questo nel film, ovviamente, ma anche nella realtà dovrà fare un piccolo volo da modificare in post-produzione. Un volo di circa otto metri, realizzato in completa sicurezza, con un gigantesco airbag che lo attende per attutire la caduta.

Tutto è pronto per la scena, Alan deve buttarsi al tre. Uno, due, tre e poi via ma quel burlone di un John McTiernan decide di fargli uno scherzetto, per ottenere un effetto migliore.
Non fa in tempo a contare fino a tre il povero Alan, dopo l’uno la troupe lo spinge giù, senza il minimo preavviso, senza il tempo di prepararsi psicologicamente.
Eco il perché di quell’espressione sorpresa stampata sul suo volto. È genuina, sul serio non si aspettava di cadere, lo sta realizzando proprio in quel momento.
Sicuramente sta pensando anche altre cose ma trascriverle risulterebbe troppo volgare.

Anche oggi siamo giunti alla fine del nostro appuntamento, anche oggi abbiamo scoperto che basta soffermarsi su di un singolo frammento di pellicola per scoprire un mondo. La settimana prossima ci attenderà un nuovo frame, una nuova storia.

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