La recensione di Damsel, presentato in concorso alla 68esima edizione della Berlinale e con un inedito Robert Pattinson
Due uomini aspettano sotto una pensilina che una diligenza li porti via. Intorno a loro c’è il canyon. Uno è diretto ad est, l’altro vuole andare a cercare “un nuovo inizio” ad ovest, in quello che ora conosciamo come “far west”. Stacco. Due ragazzi sbattono i tacchi dei loro stivali seguendo i classici ritmi del country western. Sono Samuel Alabaster (Robert Pattinson) e la sua fidanzata Penelope (Mia Wasikowska). Sembrano felici, eppure come la musica scema e la storia fa un salto temporale in avanti ecco che scopriamo che quella coppia non sta più insieme. Lei è stata rapita e portata ad ovest e lui ha appena intrapreso un lungo viaggio per andarla a riprendere accompagnata da un prete alcolizzato che dovrà celebrare immediatamente il futuro matrimonio tra i due. Peccato che l’idea che Penelope sia stata rapita verrà presto fugato da una realtà dei fatti ben diversa…
Damsel, ovvero Donzella, è il nuovo film dei fratelli David e Nathan Zellner, già autori dell’esilarante Kumiko, the Treasure Hunter (2014). È un western nell’ambientazione, ma commedia nera nello sviluppo del racconto, uno di quei film capace di raccogliere, quasi in egual misura, sia pregi che difetti.
Cosa ci è piaciuto di Damsel
-La capacità di disorientare continuamente lo spettatore cambiando i protagonisti della storia come se si stesse correndo una staffetta. Nonostante questi continui strappi Damsel mantiene una forte coerenza concettuale come dimostra il prologo: ciò che davvero ricorre nel film è la ricerca di tutti i suoi personaggi di un nuovo inizio.
-La performance di Robert Pattinson capace di interpretare “uno stupido” senza renderlo macchietta, anzi, lasciando che a lungo lo si possa prendere sul serio. Al di là del valore del film, Pattinson conferma di essere un attore curioso e con un talento che, se gestito bene, può rivelarsi sopra alla media.
-Il personaggio del prete interpretato da David Zellner. È lui l’emblema di quel concetto di anti-eroe inseguito durante tutto il film.
Cosa non ci è piaciuto di Damsel
-Non tutte le situazioni paradossali create dalla sceneggiatura sono veramente divertenti, ma solo grottesche
-Non si capisce né dove si voglia andare a parare né perché il tutto debba in qualche modo interessarci. Non c’è empatia con nessuno dei personaggi, neanche per colei che più di ogni altro subisce l’esito degli eventi (Penelope) a causa della mancanza di logica in molte delle sue reazioni (estremizzate forse per creare un effetto comico non sempre riuscito). Manca il ritmo e purtroppo si tratta di un’assenza che pesa enormemente sul giudizio finale della pellicola.
La Berlinale si tiene dal 15 al 25 febbraio 2018.
Vi invitiamo a scaricare la nostra APP gratuita di ScreenWeek Blog (per iOS e Android) per non perdervi tutte le news sul mondo del cinema, senza dimenticarvi di seguire il nostro canale ScreenWeek TV.