Noi fan dell'horror ScreenWEEK Originals La Storia dietro un Frame
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I set dei film sono pieni di aneddoti più o meno interessanti. Alcuni sono noti, altri meno. Partendo da un frame, da una semplice immagine, si possono scoprire storie interessantissime, in alcuni casi straordinarie. Questo perché dietro il semplice fotogramma di una pellicola si può nascondere un mondo. È questo il caso di Zombi 2 e del corteo illegale dei morti viventi.
Considerato oggi un vero e proprio cult movie, Zombi 2 è stato il primo film horror diretto dal grande Lucio Fulci. Un’opera seminale, che ha contribuito in maniera determinate allo sviluppo della figura del morto vivente nel mondo della settima arte.
Noi fan del cinema del terrore lo abbiamo visto infinite volte e non ci stancheremo mai di vederlo. Anzi, immaginiamo di vederlo proprio in questo momento e di soffermarci su di una scena molto particolare. Il suggestivo finale, con un’orda di zombie che camminano sul ponte di Brooklyn e si dirigono verso New York.
Bene, è arrivato il momento di schiacciare il tasto pausa e tornare indietro nel tempo.
È la fine degli anni ’70, il produttore Gianfranco Couyoumdjian contatta lo sceneggiatore Dardano Sacchetti dopo aver letto un fumetto di Tex Willer. Un’avventura molto particolare, dove il mitico Tex è costretto a fare i conti con dei morti viventi. Couyoumdjian vuole trasformare quel fumetto in un film ma secondo Sacchetti un western con gli zombie non è una buona idea. È possibile, però, conservare alcune caratteristiche di questa storia – come l’avventura, l’azione e, ovviamente, i morti viventi – per dar vita ad una sceneggiatura completamente nuova.
L’idea piace, Dardano Sacchetti si mette subito all’opera e nel giro di poco tempo lo script di Zombi 2 è pronto (anche se per motivi personali decide di farlo firmare alla moglie Elisa Briganti).
Serve un regista. Viene contattato Enzo G. Castellari, che rifiuta ma propone il coinvolgimento di un suo collega: Lucio Fulci. La sceneggiatura passa, quindi, nelle mani di Fulci, che accetta l’offerta. Tutto sembra procedere per il verso giusto, finché la situazione non precipita e Zombi 2 si trasforma in uno spin-off della sere Boris.
“A cazzo di cane“? Non proprio, perché la qualità c’è ed è garantita dal coinvolgimento di Lucio Fulci ma la storia produttiva del film è decisamente singolare. Lo capisce soprattutto il cast.
Richard Johnson, scelto per il ruolo del dottor David Menard, riceve una sceneggiatura tradotta – e qui la definizione è perfetta – “a cazzo di cane”. Molto probabilmente è stata adattata da un italiano che non conosce l’inglese. A quel punto decide di riscriversi da solo tutte le battute (true story).
Va leggermente peggio a Ian McCulloch, scelto per il ruolo di Peter West, che sta passando un periodo ricco di soddisfazioni personali ma non economiche.
Il suo agente lo contatta per dirgli che lo vogliono in un film italiano, gli viene offerto un compenso altissimo rispetto ai suoi standard, con la garanzia di copertura per ogni spesa extra. Non c’è neanche bisogno di fare un provino per la parte, la produzione vuole lui, l’unica cosa che deve fare è dire sì.
Scontata la riposta.
Ian McCulloch è convinto di aver fatto il grande salto, è pronto per tuffarsi in questa nuova avventura e pregusta già il successo. Gli hanno detto che le riprese si svolgeranno in diverse location, che comprendono New York, Roma e i Caraibi. La prima tappa è proprio la Grande Mela.
Per andare in America, però, Ian McCulloch ha bisogno del visto. Nessun problema, prepara tutti i documenti e nel momento in cui li consegna gli viene chiesto il motivo della sua trasferta. Lui, con un bel po’ di orgoglio, risponde “Vado a New York per girare un film”. Scattano i controlli di rito, gli viene chiesto il nome della produzione, Variety Film.
Indovinate un po’? Non risulta nessun film a New York per conto della Variety Film.
Ci sarà sicuramente un errore. Ian McCulloch torna a casa, chiama la produzione, spiega quello che è successo.
La riposta che riceve lo lascia alquanto perplesso.
Gli viene detto di non parlare assolutamente del film, di mentire, dicendo di volare a New York per piacere, per una semplice vacanza. A quel punto Ian McCulloch capisce che il suo sogno di successo è lontano dall’essersi realizzato e vola a New York per la sua “vacanza” (true story).
Quindi, sì, le riprese di Zombi 2 a New York si sono svolte nella più totale illegalità, senza il minimo permesso. E questo riguarda OGNI SCENA, anche il bellissimo finale ambientato sul ponte di Brooklyn. È stato girato al volo, all’alba, approfittando della luce naturale. Un po’ di make-up sul volto delle comparse e via, prima che la polizia se ne accorga! Buona la prima, ora torniamo a casa che qui stiamo rischiando grosso!
Gli anni ’80 erano dietro l’angolo. Che grande periodo per il cinema italiano!
Anche oggi siamo giunti alla fine del nostro appuntamento, anche oggi abbiamo scoperto che basta soffermarsi su di un singolo frammento di pellicola per scoprire un mondo. La settimana prossima ci attenderà un nuovo frame, una nuova storia.
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