Britannia: storia e misticismo nella nuova serie fantasy di Amazon e Sky – La Recensione della prémiere

Britannia: storia e misticismo nella nuova serie fantasy di Amazon e Sky – La Recensione della prémiere

Di Andrea Suatoni

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Negli ultimi anni, la qualità seriale si è andata sempre più innalzando: sono ormai lontanissimi i tempi in cui la tv era considerata una semplice sorella minore del cinema, e mai come nel momento attuale la differenza fra produzioni hollywoodiane e serialità televisiva è andata sfumando. Ne sono testimoni le decine di attori che negli ultimi tempi, dopo anni di militanza cinematografica senza eccezioni, si sono aperti al media televisivo: Nicole Kidman, Sean Penn, Susan Sarandon, Kathy Bates, Penelope Cruz, Tom Hardy, Colin Farrell e molti, molti altri, arrivando a sconfinare anche nel comparto tecnico, dove troviamo registi come Woody Allen, Steven Spielberg o David Lynch. Ed infatti è anche e soprattutto l’estrema cura della fattura ad imporsi sul mercato seriale con prodotti che si sono presto imposti come pietre di paragone per tutto ciò che gli gravita attorno, Game of Thrones in primis (seguito da perle produttive come Sense8, The Crown, Big Little Lies, The Handmaid’s Tale o quasi tutto ciò che nasce dalla mente di Ryan Murphy e via dicendo).

Era naturale quindi che in seguito al successo senza precedenti della serie nata dai romanzi Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin si sviluppassero via via un insieme di serie perfettamente tarate sui suoi canoni narrativi e produttivi: Britannia è sicuramente una di queste, e purtroppo il paragone con la serie di cui intende cavalcare l’onda mediatica rappresenta il suo più grande difetto, almeno durante il primo episodio.

LA CORSA A GAME OF THRONES

Come i fan dei film DC Comics sanno bene, correre dietro ad un concetto di sicuro successo cercando di ricalcarne in fretta le tematiche e le aspettative dei fan non sempre quasi mai porta a dei risultati positivi, e Britannia come già detto non fa eccezione: soffre del paragone con Game of Thrones come una sorella minore che spera di brillare quanto la maggiore prima che sia venuto il suo tempo.
Molte delle dinamiche e dei rapporti raccontati da Britannia sono in verità ben studiati e caratterizzati, ma arrivano troppo presto per poter far presa su uno spettatore che non conosce ancora a fondo i personaggi e non ha ancora avuto il tempo di affezionarsi a loro (o di imparare ad odiarli, o a temerli). Assistiamo quindi in maniera quasi asettica un accenno delle famigerate Nozze Rosse di Martiniana memoria, alla scomparsa di almeno un paio di personaggi che iniziavamo a considerare principali, a delle componenti mistiche e fantasy che prevaricano immediatamente lo scetticismo tramite la loro platealità (ma quest’ultimo aspetto non è in realtà da considerarsi un difetto, quanto invece una precisa scelta stilistica), ma non riusciamo quasi mai ad emozionarci pienamente… In parte perché come già detto siamo abituati a ben altro, in parte perché il procedere degli eventi è legato assieme, paradossalmente, proprio dal continuo timore in fase di scrittura di non riuscire a comunicare con lo spettatore.

BRITANNIA

E’ possibile però anche spogliarsi dei lasciti di ciò da cui Britannia inevitabilmente prende le mosse ed osservare la serie con occhi distaccati? In realtà, sì. Preso a sé stante (…e dimenticando il fatto che solo grazie ai suoi predecessori è potuto nascere), lo show risulta interessante per più di un motivo. Innanzi tutto, la regia e le ambientazioni da questa sfruttate a meraviglia, insieme a delle scenografie, dei costumi ed un trucco che pur non comunicando sentori di una ricostruzione storica accurata risultano apprezzabilissimi (ok, scadendo di nuovo nel paragone:  qualcuno ricorda la terribile parrucca di Emilia Clarke nella prima stagione di Game of Thrones?) ed accattivanti. In secondo luogo, è proprio quella magia che fin da subito appare centrale nelle trame di Britannia, veicolata da druidi e veggenti – che fanno da testimoni invece agli unici momenti davvero bassi della regia, con la loro visuale da GoPro opacizzata – a stuzzicare la curiosità ed il fascino della serie, che si ritaglia in tal senso un’impronta ben definita a cavallo fra la storia e la magia.
Di contro la cura storiografica dello show non è delle migliori, ma fin da subito appare chiaro che non ci si trova di fronte ad un dramma storico: la vena fantasy è quella che principalmente tiene in piedi il primo episodio, aiutata dall’aspetto inquietante dei druidi e da un finale capace di suscitare più di un brivido.

Infine, pur sottolineando ancora la sostanziale incapacità di creare un’empatia fra i personaggi principali e lo spettatore, va notato che alcuni si questi riescono ad imporre la loro presenza in maniera carismatica, grazie anche ad un casting azzeccatissimo (è ad esempio il caso di Lindon, interpretato da Stanley Weber) o ad una particolare caratterizzazione (la moglie “bigama” dello stesso Lindon e di un altro sfortunato personaggio) o ad una sottotrama sapientemente inserita senza rivelare troppo (è quest’ultimo invece il caso di Kerra, interpretata da Kelly Reilly, la cui fantomatica “colpa” di cui parla suo padre scopriremo probabilmente in seguito). Non brilla invece il protagonista/villain David Morrissey, quasi impostato sulla stessa caratterizzazione con cui il grande pubblico l’aveva conosciuto in The Walking Dead, qui generale romano deciso a conquistare le terre dei druidi ed ancor di più a conoscere i loro segreti.

In conclusione, Britannia da un certo punto di vista procede con troppa velocità a livello di trama, ma dall’altro è troppo lenta nel suo tentativo di caratterizzazione dei personaggi; costruisce un primo episodio non ottimo ma molto ben curato ed in definitiva interessante, fin troppo interessato a ricalcare schemi non propri ma eccellendo invece nell’unica linea che decide di seguire in completa autonomia. Nella speranza quindi che Britannia riesca a trovare una sua definizione completamente indipendente, sicuramente è opportuno avvicinarsi almeno al prossimo episodio ed ai seguenti, che potrebbero riservare delle sorprese davvero interessanti.

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