Come un Gatto in Tangenziale – Albanese e Cortellesi scatenati nel nuovo film di Milani – La recensione

Come un Gatto in Tangenziale – Albanese e Cortellesi scatenati nel nuovo film di Milani – La recensione

Di Andrea Suatoni

LEGGI ANCHE: IL TRAILER DI COME UN GATTO IN TANGENZIALE

Dopo il primo incontro sul set in Mamma o Papà? ad inizio anno, il sodalizio artistico fra Antonio Albanese e Paola Cortellesi continua nella nuova commedia di Riccardo Milani: Come un Gatto in Tangenziale è un esplosivo mix di gag e risate che evidenzia le contraddizioni e le difficoltà dell’integrazione. Monica (Cortellesi) e Giovanni (Albanese), i protagonisti del film, provengono dalla stessa città, Roma, ma fanno parte di due ambienti che non potrebbero essere più diversi; il pretesto per far incontrare lei, coatta di Bastogi, e lui, intellettuale snob del centro, passa per i loro due figli adolescenti, che si innamorano nonostante le differenze.

COME UN GATTO IN TANGENZIALE

Come un Gatto in Tangenziale: la durata della storia fra i giovani Alessio ed Alice non è destinata a durare di più, ma nel frattempo, quali pericoli si affacciano all’orizzonte? I due genitori preoccupati si incontreranno (mazza da baseball alla mano: perfetta Believer degli Imagine Dragons in sottofondo nell’esordio in scena di Monica) durante le loro personali sessioni di stalker dei figli, per poi allearsi alle spalle dei due ragazzi. Coatta, sfrontata ed appariscente lei quanto compito, intellettuale e dimesso lui,  a complicare le cose c’è il fatto che proprio Bastogi è al centro di un programma di riqualificazione del think tank ministeriale per cui Giovanni lavora: le contraddizioni fra gli stereotipi e la dura realtà emergeranno fin da subito, a corollario di una infinita serie di differenze inconciliabili che sembrerebbero impedire un qualsiasi punto di contatto. Due ambienti troppo diversi e troppo distanti, una integrazione impossibile sia a livello verticale che orizzontale… Ma sarà davvero così?

DENTRO IL FILM

Il tema dell’integrazione si fa strada fra le risate e le efficacissime performance dei protagonisti (non solo dei rodati Albanese e Cortellesi o dei perfetti Sonia Bergamasco e Claudio Amendola ma anche e soprattutto dei due bravissimi “innamorati”, Simone de Bianchi ed Alice Maselli), delineando una situazione attuale e contraddittoria, facendo leva sulla possibilità di un cambiamento sociale affrontabile solo attraverso la comunicazione e l’incontro – o scontro – fra differenti ambienti. Milani vuole far emergere la sterilità della discussione sociale tenuta al chiuso, nella safe zone del proprio contesto culturale e sociale: quando le vuote parole di Giovanni incontrano la “vera” Bastogi tutto cambia, anche se in maniera sconcertante all’inizio; ma sarà proprio grazie al forzato e reiterato contatto fra le due differenti realtà che quella integrazione impossibile secondo la disillusa Monica e teoricamente errata secondo Giovanni potrà (forse?) rendersi possibile.

BASTOGI

Il disagio del quartiere popolare di Bastogi è rappresentato in maniera iperbolica ma realistica, ritratto con l’aiuto degli abitanti del posto: la coppia di gemelle che in Come un Gatto in Tangenziale interpretano le simpaticissime sorelle di Monica (ladre recidive… affette a loro dire da shopping compulsivo) sono ad esempio il risultato di un casting fortuito effettuato sulla base di una intervista preparatoria in preproduzione. Un crogiuolo di razze diverse, di culture, lingue e sapori differenti forzati a convivere in un equilibrio tutto loro, esprimendo nel mentre una umanità difficile da ritrovare in zone più agiate. Il film non si pone in maniera critica verso nessuno dei due ambienti che rappresenta, riuscendo a delinearne allo stesso modo i difetti ed i punti di forza ; Monica e Giovanni al centro, con attorno le rispettive cerchie di amici e parenti, sono la perfetta metafora di un macrocosmo che con le premesse di Come un Gatto in Tangenziale riusciamo facilmente ad immaginare.

Non si pensi però che la pellicola possa risultare pesante: si ride spesso e con leggerezza, il sottotesto riflessivo interviene collateralmente, probabilmente solo una volta usciti dalla sala. Come un Gatto in Tangenziale riesce nel suo intento di essere un film d’evasione, ma che riesce con intelligenza ad inserire degli spunti che travalicano il suo genere e che ne innalzano il livello. Paola Cortellesi e Antonio Albanese sotto la direzione di Riccardo Milani confezionano un piccolo gioiello comico che, al netto di alcune iperboli fisiologiche per la commedia, si fa forte di una doppia lettura, di una scrittura brillante e di bravissimi interpreti – l’alchimia fra i due protagonisti è perfetta –  e che non può far altro che conquistare completamente.

Partecipa alla conversazione: #ComeUnGattoInTangenziale

 

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Questa la sinossi ufficiale:

Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale vive nel centro di Roma. Monica, ex cassiera, con l’integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi. Sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. I due cominciano a frequentarsi e a entrare l’uno nel mondo dell’altro. Giovanni, abituato ai film nei cinema d’essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, finirà nella scicchissima Capalbio. Ma all’improvviso qualcosa tra loro cambia…

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