ScreenWEEK Originals La Storia dietro un Frame
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I set dei film sono pieni di aneddoti più o meno interessanti. Alcuni sono noti, altri meno. Partendo da un frame, da una semplice immagine, si possono scoprire storie interessantissime, in alcuni casi straordinarie. Questo perché dietro il semplice fotogramma di una pellicola si può nascondere un mondo. È questo il caso de L’Impero Colpisce Ancora e del “Puliscitavoli Tunisino”.
Star Wars: Gli Ultimi Jedi ha finalmente fatto il suo ingresso nelle sale italiane e per l’occasione abbiamo deciso di dedicare il nuovo appuntamento della nostra rubrica alla saga più famosa del mondo, creata da George Lucas negli anni ’70. Siamo banali? Forse, ma questa, che vi piaccia o meno, è la settimana di Star Wars ed era praticamente impossibile non parlarne. Quindi torniamo indietro nel tempo, nel 1980, anno in cui L’Impero colpisce ancora – il secondo film in ordine di produzione ma quinto in ordine di cronologia interna della serie – fa il suo ingresso in sala.
La storia la conosciamo tutti ma cerchiamo almeno di ambientarci: il primo Star Wars è diventato un incredibile successo, al di là di ogni aspettativa. Un secondo capitolo è praticamente scontato e George Lucas lo sa bene. Colta la palla al balzo, si tuffa nella produzione ma a questo giro le responsabilità sono così tante che decide di non dirigere personalmente il film, affidando la regia a Irvin Kershner. Il risultato? Il migliore capitolo della saga, sia messo a verbale. La critica al tempo non lo capisce ma qualche anno dopo siamo qui, pronti a dirlo con un coro unanime.
In questo episodio vengono introdotti nuovi personaggi, tra cui Lando Calrissian, interpretato da Billy Dee Williams, vecchio amico di Han Solo e precedente proprietario del Millenium Falcon. La scena su cui vogliamo soffermarci è ambientata a Cloud City, dove Han ritrova il suo amico accompagnato da Leia Organa e Chewbecca. Il Falcon atterra e i nostri eroi sono un bel po’ allegri. Ecco, qui scatta il fermo immagine. Abbiamo il nostro frame e, come al solito, dobbiamo tornare indietro nel tempo, di nuovo. È la notte prima delle riprese della scena in questione, Carrie Fisher e Harrison Ford sono giovani star e sono anche un bel po’ pazzerelli.
Ma più pazzerello di loro è Eric Idle dei Monty Python, proprietario della casa occupata dalla Fisher durante le riprese de L’Impero colpisce ancora. In quel periodo Idle sta girando con il resto del gruppo quel piccolo gioiellino conosciuto con il nome di Brian di Nazareth, è appena tornato dalla Tunisia e ha organizzato una festicciola tra amici che comprende i tipici vicini della porta accanto, come i Rolling Stones. Al party sono invitati anche Carrie Fisher e Harrison Ford, che hanno così l’occasione di provare il drink della casa: un liquore talmente potente che è stato soprannominato il “puliscitavoli tunisino“. Un bicchiere, una chiacchierata con Mick Jagger, un altro bicchiere, una battutina con Eric Idle e così via. Carrie Fisher e Harrison Ford si presentano sul set la mattina successiva senza aver dormito, visibilmente brilli e la loro felicità, frutto di una notte brava, è rimasta lì, sulla pellicola. La cosa è stata confermata dalla stessa Fisher sulle pagine virtuali di Newsweek:
In quel periodo abitavo nella casa di città di Eric Idle in St. John’s Wood – vicino a St. John’s Wort, solo più deprimente – ed Eric era appena tornato dopo le riprese di Brian di Nazareth in Tunisia. Aveva portato questo drink che, stando a quanto dichiarato da lui, veniva rifilato alle comparse per farle lavorare meglio. Lo chiamai puliscitavoli tunisino. Di regola sono allergica all’alcohol e Harrison non era un grande bevitore. Ma quella notte c’era stata una festa improvvisata. C’erano i Rolling Stones. Stavano registrando a qualche isolato di distanza. Siamo rimasti svegli tutta la notte bevendo il puliscitavoli, senza mai dormire. Giunti sul set il giorno dopo non eravamo in hangover, eravamo proprio come le comparse in Tunisia, più che disposti a lavorare. Quella mattina abbiamo girato l’arrivo a Cloud City, dove incontriamo Billy Dee Williams. Ed è uno dei pochi momenti dell’intera saga in cui io e Harrison sorridiamo. Ancora oggi Eric è molto fiero del suo impatto sulla trilogia.
Che dire, un brindisi a Star Wars. E a Eric Idle.
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