Di Sonia Serafini
Probabilmente in tutte e dodici le edizioni della Festa del Cinema di Roma non era mai accaduto che si dovesse spostare la sala di un incontro in una più grande a causa dell’affluenza di pubblico, ma se l’ospite atteso è Sir Ian McKellen, allora la spiegazione è facile.
Entra e si spinge fino in fondo al corridoio come un giocatore di boxe con le braccia alzate e la gente che fa il tifo, si capisce da subito che non ci sarà modo di tenerlo a bada, e va bene così. Come può un’artista di quasi ottant’anni avere un pubblico di fan così giovani? Dipende dal tuo carisma, dalle tue scelte artistiche e con un uomo che ha interpretato egregiamente due eroi degli ultimi venti anni, come Gandalf e Magneto, non potrebbe essere altrimenti.
Inizia l’incontro raccontando che sono quarantacinque anni che non torna a Roma dove era stato per la tournée dell’Amleto e si era invaghito di un collega attore, per il quale ha quasi perso l’aereo di ritorno per Vienna. Ci tiene a ringraziare l’Alitalia con una battuta perché il comandante lo aspettò sapendo del suo impegno lavorativo.
Le sue clip iniziano con la meravigliosa performance di Riccardo III, tratto dall’opera di Shakespeare, il quale viene definito dall’attore il più grande inglese mai vissuto, per la sua conoscenza dell’animo umano. Lui pensa a Shakespeare come se fosse ancora vivo e dialoga con lui e con le sue opere ogni volta che ha modo di lavorarci.
E uno showman Ian, sa intrattenere perfettamente tutto il pubblico che ha davanti a sé, anche se è costituito da Sting e Michael Nyman presenti in sala, si alza, ride, fa divagazioni alle domande raccontando sempre qualcosa di speciale, che sia un aneddoto divertente o il suo impegno per la comunità LGBT. Non si può non ascoltarlo, quando arriva la clip tratta da X-Men 2 il suo racconto è illuminante. Non conosceva il mondo dei fumetti X-Men, quando Bryan Singer gli ha spiegato che si trattava di mutanti speciali che venivano visti come una minoranza e che un’analisi di mercato aveva stabilito che la principale frangia di lettori erano persone che si sentivano a disagio rispetto la società, Sir ha capito che dietro la facciata “semplice” dell’aspetto di un fumetto come nel caso degli X-Men, c’era qualcosa di più. Si trattava di dar voce ad una minoranza e portare avanti una battaglia per i diritti civili, si tratta di fumetti, eppure sono importanti come Shakespeare. Avendo Ian McKellen a disposizione è ovvio che si parlerà anche del suo ruolo ne Il Signore degli Anelli con lo storico personaggio di Gandalf. Prima riecheggia l’urlo ormai celebre “Tu non puoi passare” facendolo diventare “Tu non puoi rimbalzare” raccontando di come Peter Jackson non gli avesse dato alcun tipo di indicazione sul mostro da combattere. Gli aveva detto “Sarà enorme, tipo una pallina da tennis su un palo”, molto esaustivo! Ad un certo punto sembra spogliarsi, ma in realtà vuole mostrare al pubblico il tatuaggio che tutti i componenti del film si sono fatti a fine riprese, dopo 6 film e 12 anni sono molto più di una famiglia, sono una “compagnia”. Non si può non amarlo.
L’incontro volge al termine con il film scelto dall’ospite che opta per Le vacanze di Monsieur Hulot di Jacques Tati, con una spassosissima scena di tennis. L’ha scelto perché è il film che gli ha fatto capire che poteva fare il suo lavoro al di fuori della sua realtà, ma anche come consiglio per gli studenti di cinema, ai quali raccomanda la visione per comprendere cosa rende efficace un film, l’audio, le immagini o le parole.
Quello che sicuramente non ha detto è che un film diviene efficace se c’è lui all’interno, ma ci ha pensato la folla urlante ad aggiungerlo!
Vi invitiamo anche a scaricare la nostra APP gratuita di ScreenWeek Blog (per iOS e Android) per non perdervi alcuna news sul mondo del cinema, senza dimenticarvi di seguire il nostro canale ScreenWeek TV per rimanere costantemente aggiornati.
[widget/artist/2170]
Fonte immagini: Facebook