The Doc(Manhattan) is in – Gunpowder: Jon Snow contro il Re d’Inghilterra

The Doc(Manhattan) is in – Gunpowder: Jon Snow contro il Re d’Inghilterra

Di DocManhattan

Dopo V per Vendetta, negli ultimi dieci anni la sua maschera ha riempito fiere di fumetti ed è diventata il simbolo di movimenti di protesta di varia natura, come Anonymous o Occupy Wall Street. Il che ha conferito un qualche fascino sinistro alla vituperatissima figura di Guy Fawkes,  che a capo di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi, nel 1605, ha cercato di far saltare in aria il Parlamento per uccidere Re Giacomo I. Evento storico per cui è stato talmente benvoluto dai sudditi di sua maestà, che da quattrocento anni si festeggia il 5 novembre in allegria la sua tortura e morte con fuochi d’artificio e falò della sua effige. Gunpowder, miniserie in tre soli episodi andata in onda sulla BBC tra il 21 ottobre e lo scorso 4 novembre, parla proprio della celebre Congiura delle Polveri. Della “polvere da sparo” che Fawkes voleva utilizzare per quel gran botto e di quanto storte gli siano andate le cose. Solo che Fawkes è praticamente un comprimario di tutta la faccenda, perché Gunpowder si concentra soprattutto sugli altri cospiratori, come il leader dei cattolici che parteciparono al fallito attentato. Il suo nome era Robert Catesby e sullo schermo ha l’espressione fissa e il baffo leggermente arricciato da hipster di Kit Harington. Un Jon Snow che, tanto per cambiare, questa volta crede di sapere qualcosa. Ma figurati.

Scorre lenta, la trama di questi tre episodi da un’ora l’uno, laddove per “scorre lenta” intendiamo che praticamente non si muove. Lo stallo di oltre venti minuti del gioco del nascondino dei papisti con cui si apre la prima puntata è un’efficacissima dichiarazione d’intenti: fatto salvo qualche raro sprazzo d’azione, Gunpowder è una serie di frasi bisbigliate, complotti, cattolici armati, spagnoli menefreghisti e torture. Pochissima la polvere da sparo del titolo, alla fine, ma torture quante ne vuoi. Da una donna anziana denudata e sottoposta a un concetto molto più pericoloso di “pesistica” da palestra, a cattolici fatti a pezzi a colpi di scure. Un modo molto protestante, diremo, di sviscerare il problema dei cattolici insofferenti. Letteralmente. Ma anche, per par condicio, eretici dati alle fiamme dalla Santa Inquisizione che, cantavano gli Elio e le Storie Tese, arrostisce le persone. Il pubblico di BBC One ha storto il naso. Non si sa però se per le teste mozzate o il nudo full frontal della vecchia.

Scorre lenta la trama, dicevamo, tanto che l’attenzione dello spettatore tende a svicolare, chiedendosi quanto il tutto non finisca per sembrare, dai protagonisti pescati da Game of Thrones ai dialoghi, un I Medici duecento anni dopo e qualche migliaio di chilometri più a nord. Solo con pantaloni più ridicoli e cappellacci neri più storti. La presenza di attori pur molto in parte, come Derek Riddell, un Giacomo I che sembra imparentato con Manuel Agnelli di X-Factor, e Mark Gatiss – il Tycho Nestoris, lo strozzino della Banca di Ferro di Braavos in Game of Thrones, qui per ragioni di copione col torcicollo grave per tutto il tempo e a capo di una rete di spie da far invidia alla Stasi – invece, non distoglie dal fatto che siano riusciti a rendere irriconoscibile Liv Tyler con quel taglio alla Montessori sulla banconota delle 1.000 lire e quelle rughe a vista. C’era una volta un’attrice bellissima, che faceva girare la testa a tutti gli spettatori del cinema anni 90 come neanche Regan de L’Esorcista. Gli anni passano per tutti, ok, ma qui c’è del dolo.

Manca un po’ di verve in Gunpowder, come in tante serie in costume, e quello che succede è quello che deve succedere, visto che la storia è nota a tutti. Un po’ come vedere un Braveheart con molta più devozione sotterranea per il Papa e senza momenti e discorsi epici. O pitture facciali. Eppure il tutto ha un senso, che è quello di mostrare innanzitutto la storia non per come l’hanno scritta i vincitori – il Re che è sopravvissuto al fuoco d’artificio gigante, per iniziare – ma gli sconfitti. Raccontare le ragioni dei cospiratori e mettere in luce come Fawkes sia diventato nel tempo il fantoccio incendiabile su cui far cadere tutta la colpa e le canzoncine, ok, ma la vera anima e il cervello dell’attentato fosse proprio Robert Catesby. Il quale, colpo di scena, è un antico avo proprio di Kit Harington.

La madre di Harington di cognome fa infatti Catesby, e il nome completo dell’attore è Christopher Catesby Harington. Nel senso che sì, è un discendente lontano ma diretto della mente che ha ordito la Congiura delle Polveri e voleva far saltare in aria tutto il dannato Parlamento. Roba che d’ora in avanti, al Guy Fawkes Day, Oltremanica potrebbero bruciare anche dei pupazzetti di Jon Snow, recitando la filastrocca che insegnano ai bambini inglesi: “Remember, remember, the fifth of November, gunpowder, treason and plot”. Basta aggiungere “And you know nothing, Jon Snow”. E che ci vuole.

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