Recensione a cura di Adriano Ercolani, New York
Esageriamo nello scrivere che Jason Blum è oggi il miglior produttore del panorama cinematografico americano? Proviamo allora a giustificare tale affermazione: sono ormai anni che la Blumhouse lavora su un genere specifico come l’horror realizzando opere a basso, spesso bassissimo budget che però contengono variazioni sul tema sempre riproposte con freschezza, intelligenza e in qualche caso originalità. Blum non punta mai al solo successo economico ma preferisce raggiungerlo con lungometraggi fatti rispettando uno standard qualitativo elevato. Quando poi trova registi in grado di elevare il genere a qualcosa di più personale e sferzante, ecco che arrivano film di spessore enorme come ad esempio i recenti Scappa – Get Out o Split.
Tale necessario preambolo serve per confermare che il suo ultimo Auguri per la tua Morte, diretto da Christopher Landon, si inserisce in questo discorso produttivo con assoluta coerenza, confermando la lungimiranza di Blum nel non voler ripetersi. Alla base del thriller/commedia c’è un’idea tanto semplice quanto efficace: cosa succederebbe se Scream incontrasse Ricomincio da capo? L’egoista e superficiale studentessa universitaria Tree si ritrova infatti a vivere sempre lo stesso giorno, quello del suo compleanno per la precisione, alla fine del quale viene puntualmente assassinata nel suo campus da un maniaco mascherato.
Dopo un incipit che si muove più esplicitamente dentro le coordinate del thriller/horror il film di Landon invece sterza verso toni più leggeri trovando un sorprendente equilibrio tra tensione e risata liberatoria, mix che il cineasta aveva già egregiamente dimostrato di saper creare con il suo precedente, spassoso Manuale scout per l’apocalisse zombie. Ad aiutare il regista a mantenere fresco e divertente Auguri per la tua Morte ci pensa poi la protagonista assoluta Jessica Rothe (già vista in La La Land), perfetta nel caratterizzare con ironia il suo personaggio, antipatico quanto basta all’inizio e poi via via sempre più capace di attrarre l’empatia del pubblico. Man mano che le morti violente di Tree si ripetono, senza eccessi di gore – il film vuole dichiaratamente essere più “leggero” pur restando dentro il genere – ecco che la trama si dipana sorprendentemente solida al punto giusto e con almeno uno o due spunti narrativi originali, fino a un finale che forse è la cosa più scontata del film ma non ne inficia la riuscita.
Auguri per la tua Morte è intrattenimento leggero orchestrato con sapienza e smaccato gusto per il gioco sulle regole del thriller. Il risultato di tale variazione è gustoso e molto meno banale di quanto ci si possa immaginare. Senza prendere il film troppo sul serio andate a vederlo e parteggiate spudoratamente per Tree, personaggio effervescente che amerete prima come vittima e poi come “bitch” in grado di rendere pan per focaccia al suo assassino. Più seriale che mai…
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