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Di Michele Monteleone
La scorsa settimana è uscita su Netflix la serie tv dedicata al Punitore, visto che non sono un grande fan delle produzioni Marvel/Netflix (grosso, gigantesco, eufemismo per dire che le trovo inguardabili e noiosissime), ne ho invece approfittato per farmi consigliare da nove autori di fumetti italiani la loro storia preferita del Punisher. Qui sotto vi parlo brevemente dei fumetti che ho letto e riletto sotto consiglio di Giacomo Bevilacqua, Carmine Di Giandomenico, Giulio Gualtieri, David Messina, Sara Pichelli, Roberto Recchioni, Sio, Riccardo Torti e Michele Monteleone (che, se non avete letto la firma dell’articolo, sarei io).
Michele Monteleone – Born
Apro io le danze e, mi pare giusto iniziare… dall’inizio.
Born però non è la tipica storia di origini, a dirla tutta non è neanche lontanamente la prima storia del punitore, ma ha una prospettiva sul personaggio perfetta per spiegare a un neofita Frank Castle. Scritta da Garth Ennis e disegnata da Darick Robertson nel 2003 è la storia che ha decretato il mio amore sconfinato per il personaggio, ma che soprattutto piazza le basi per il mio disprezzo verso la sua versione televisiva. Infatti, mentre gli autori della versione Netflix fanno i salti mortali per giustificare il comportamento violento del loro protagonista, Ennis veleggia nella direzione diametralmente opposta. In questa storia ambientata in Vietnam, ben prima che la famiglia di Castle venga massacrata e lui si trasformi nel Punitore, scopriamo la verità sul personaggio più brutale dell’universo Marvel: Frank è sempre stato pazzo. Non c’entra nulla la morte della sua famiglia con la sua malsana sete di sangue e, a dimostrarlo sono le azioni compiute dal Capitano Castle nei quattro giorni di assedio nella base militare di Valley Forge. Una vera e propria radiografia dell’animo del punitore.
Michele Monteleone, classe 1987 è uno sceneggiatore Bonelli per cui scrive su Dylan Dog e Orfani, collabora anche con Bao, Star Comics e Cosmo editoriale, per cui ha dato il via all’universo condiviso di Caput Mundi.
Giulio Gualtieri – Bentornato Frank
Nei primissimi anni novanta Punisher è al suo picco massimo di popolarità, Frank Castle è protagonista di ben tre testate Marvel ed è adorato dal pubblico, nel 1995 però l’incantesimo si spezza e, praticamente in contemporanea, tutte le testate dedicate al punitore vengono chiuse. C’è un primo tentativo, fallimentare, di rilanciarlo con Christopher Golden e Bernie Wrightson, ma anche questo fallisce. È arrivato quel momento per la vita di un personaggio a fumetti in cui la situazione è tanto disperata che un editor può provare la cosa più folle di tutte. Se per DareDevil, negli anni ’80, la scommessa era stata piazzata su un giovanissimo Frank Miller, negli anni ’90 la coppia più improbabile (e per questo tanto perfetta) a cui far provare il colpaccio con il Punitore sono Garth Ennis e Steve Dillon. I due sono gli autori di Preacher che, in Vertigo, ha richiamato un pubblico adulto che è letteralmente impazzito per lo stile dissacrante dello sceneggiatore irlandese e il segno crudo e violento di Dillon. Il ciclo di apertura di questa nuova vita per il Punitore è una run di dodici numeri intitolata Bentornato, Frank. Castle è un vecchio giustiziere che torna a New York per vedersela con la criminalità e ritornare alla sua vita normale. I suoi vicini (un gruppo di sfigati e sbandati) e la famiglia mafiosa degli Gnucci, renderanno le cose parecchio complicate.
Giulio Antonio Gualtieri, classe 1985 è l’editor in chief dell’Editoriale Cosmo, scrive per la Bonelli su Dylan Dog e Dampyr e collabora con l’Aurea e la Star Comics.
Riccardo Torti – Punisher Barracuda
Born segna una svolta tra il vecchio e il nuovo Punisher, fino ad allora Frank Castle e la sua infinita collezioni di omicidi avevano giocato la parte del sovversivo, nell’universo Marvel (universo che solitamente usciva con le ossa rotte dagli incontri con Frank), l’anno successivo all’uscita di Born, nel 2004, Ennis avrà carta bianca per creare una serie adulta. Sotto l’egida del logo MAX, che segnalava contenuti non adatti ai più giovani, Ennis inizia ad ambientare i suoi archi narrativi dedicati a Castle in un mondo più simile al nostro, privo di supereroi e più vicino a quello che aveva iniziato a delineare con Benvenuto, Frank per la collana Marvel Knights.
Forse il punto più alto raggiunto in quell’abbuffata di sangue e pallottole, è la collaborazione con l’artista croato Goran Parlov su Punisher Barracuda. Barracuda infatti è il più grosso e cazzuto figlio di puttana che Frank abbia incontrato, un gigante tutto muscoli e alto due metri con scritto (letteralmente) FOTTITI in faccia (sugli incisivi d’oro per la precisione). Barracuda verrà contattato per fare fuori Frank e il loro scontro toccherà vette di follia ed epicità mai raggiunte prima. La storia si conclude con il punitore che taglia le dita della mano destra all’avversario, gli spara in faccia con un fucile e lo getta agli squali. Fine?
Riccardo Torti, classe 1981 è il disegnatore della nuova serie Bonelli 4Hoods, ha lavorato su Dylan Dog, è stato uno degli autori (anche in veste di sceneggiatore) di John Doe e, sempre per l’Aurea, ha lavorato su Lacio Story e Skorpio.
David Messina – Barracuda il ritorno
Frank Castle si affaccia all’universo Marvel nel ruolo di villain e diventa solo successivamente un “eroe” (complice probabilmente anche l’era della morale Reganiana che fa dell’uso della forza e dell’intimidazione il centro della politica statunitense). Per un tipo violento come il Punitore sembra quindi davvero difficile trovare una nemesi che gli possa tenere testa, ma Garth Ennis, come dicevamo poco su, ci è riuscito. Il brutale killer Barracuda è il perfetto contrappunto a Frank. Ma, come abbiamo appena detto, Castle, alla fine del loro primo incontro/scontro ha mozzato le dita a Barracuda, gli ha cavato un occhio e sparato a bruciapelo con un fucile a pompa, questo prima di gettarlo agli squali. È assolutamente impossibile che si sia salvato. E invece no. Nella piena tradizione del pulp e dell’hard boiled, con una svolta che farebbe sorridere come un lupo anche Joe R. Lansdale, Barracuda è vivo e vegeto e si guadagna addirittura uno spin-off tutto suo. Neanche a dirlo l’accoppiata Ennis/Parlov, ci regala un’altra orgia di violenza e sesso, condita da una carrellata di personaggi uno più strano e divertente dell’altro.
David Messina, classe 1974 è un disegnatore attivo in DC, dove attualmente sta lavorando a Wonder Woman, ma che ha transitato nelle scuderie di praticamente tutte le major americane, dalla Marvel all’Image, all’IDW.
Sara Pichelli – La lunga e Fredda Notte
Barracuda è morto e risorto, ha avuto il suo spazio nella miniserie interamente dedicata al personaggio, ma ancora non ha ottenuto una cosa: la vendetta. Ed è il suo tentativo di vendicarsi, rapendo la figlia segreta di Frank Castle, Sarah. Il rapimento da l’avvio a una delle storie più cruente e violente, mai viste sulla testata più violenta e cruenta della Marvel Comics. Un massacro in cui i due combattenti si fanno letteralmente a pezzi davanti agli occhi di una bambina sballottata da uno all’altro in una culla. Sono forse tra le pagine più evocative di Parlov in cui il suo segno sintetico, invece di smorzare la violenza in atto, la esalta fino a una catartica iperbole.
Sara Pichelli, classe 1983 è una delle disegnatrici italiane più premiate in America, autrice, insieme a Bendis di una lunghissima Run su Spider-man e ideatrice del personaggio di Miles Morales, oggi continua a lavorare nella casa delle idee per cui è stata anche la disegnatrice dei Guardiani della Galassia, prima di tornare alle pagine del tessiragnatele.
FINE PRIMA PARTE
Domani continuiamo e chiuderò la lista degli albi del Punitore preferiti dagli autori italiani con Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Sio e Carmine Di Giandomenico. A presto!
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