Cinema Recensioni

American Assassin: un mix intrigante tra passato e presente, la recensione

Pubblicato il 25 ottobre 2017 di Redazione

Recensione a cura di Adriano Ercolani, New York

Il giovane Mitch Rapp (Dyaln O’Brien) conosce una sola parola: vendetta: da quando la sua amata è stata assassinata durante un attacco terroristico in un resort, l’uomo si è addestrato al meglio per infliltrarsi nel gruppo di terroristi islamici responsabili della strage e metterli fuori combattimento. Ma da solo Mitch non può vincere una guerra più grande di lui, ed è per questo che finisce agli ordini di Stan Hurley (Michael Keaton) addestratore ferreo e capo di una squadra di agenti scelti predisposti a un unici obiettivo. Fermale il terrore. Ad ogni costo. Cosa succede però se sulla loro strada di presenta un mercenario che conosce fin troppo bene ogni loro mossa? E quale segreto nasconde il passato di Stan, in grado di mettere in pericolo la vita di tutti, compreso lo stesso Mitch?

La trasposizione cinematografica dell’omonimo best-seller di Vince Flynn pubblicato nel 2010 è un mix intrigante di sguardo al passato e ritratto di un presente purtroppo sempre più inquietante. A testimoniarlo la disturbante sequenza iniziale del film, messa in scena raggelante di un attacco terroristico le cui dinamiche sono oggi fin troppo conosciute. La potenza drammatica dei primi minuti del film di Michael Cuesta rende American Assassin un film fortemente calato nei nostri giorni, uno dei primi almeno a livello di produzioni mainstream a rappresentare tale raccapricciante forma di violenza. Dopo un incipit così forte però il regista – suo il già apprezzato la regola del gioco con Jeremy Renner – sviluppa la sceneggiatura adoperando un’idea di lavoro sul genere che si riallaccia alla tradizione del cinema passato piuttosto che abbracciare l’estetica contemporanea dell’azione e dello spettacolo pirotecnico a tutti i costi. E questa è la chiave vincente di American Assassin, il suo cercare maggiormente la tensione scaturita dalle dinamiche tra i personaggi, da situazioni in cui il pericolo è anche fatto di attesa e tensione narrativa. Sembra quasi un film d’altri tempi quello di Cuesta in alcuni momenti, e lo scriviamo nel senso migliore del termine. Il crescendo drammatico è ben orchestrato fino a una sequenza finale stavolta maggiormente volta allo spettacolo, secondo le regole che il cinema action di oggi richiede.

Per quanto riguarda il cast di attori funzionano bene il protagonista Dylan O’Brien e il “Villain” Taylor Kitsch, anche se la scena viene loro rubata dal grande Michael Keaton, e difficilmente poteva essere altrimenti. Come prodotto dal budget contenuto, lontano dalle mega-produzioni e diretto a un pubblico adulto, American Assassin funziona piuttosto bene. Produzione non trascendentale che si lascia apprezzare senza puntare per forza a incassi stratosferici e spettacoli roboanti. Insomma, quel cosiddetto “cinema medio” di cui continuiamo a sentire sempre il bisogno…

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