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I 5 motivi per cui oggi porto i bambini a vedere Blade Runner 2049

Pubblicato il 07 ottobre 2017 di Davide Dellacasa

Blade Runner 2049, il sequel del capolavoro di Ridley Scott uscito nel 1982, è al cinema questo fine settimana e non si tratterà certo della prima scelta per le famiglie con bambini. Io l’ho visto al cinema a 13 anni ed è uno dei titoli che ha rappresentato di più per me.

Ho affrontato il sequel consapevole che niente di quello che vedo oggi, purtroppo, posso vederlo con gli occhi del tredicenne e mi sono trovato di fronte a un film che voglio condividere con i mie figli, sperando che possa essere importante per loro come lo è stato per me. Seguono un po’ delle considerazioni che ho fatto per prendere questa decisione.

1) Questo è un punto che vale sempre. Cerco di portare i bambini al cinema tutte le settimane e non solo a vedere i cosiddetti family movie. Il cinema è una bella esperienza da fare insieme, soprattutto in un’epoca di forme di intrattenimento frammentate, basate più sulla stimolazione, che rischiano di renderci e di renderli incapaci di seguire un racconto. Per quanto anche io mi sia ormai assuefatto alle serie tv, trovo ancora nel film una forma perfetta di racconto. Film un po’ più da grandi, non solo di intrattenimento, fanno bene a loro e a noi, soprattutto se dopo qualcuno ne vuole parlare.
2) Blade Runner 2049 è un gran bel film, uno di quelli che va visto assolutamente al cinema, su uno schermo che ti trasmetta appieno immagini e musica e ti coinvolga in un’atmosfera unica e irripetibile che invece il regista di questo sequel ha saputo ricreare fedelmente e innovare. Ben diretto, ben interpretato, con una colonna sonora potente e una trama non immediata, penso sia una di quelle esperienze che ricorderanno.

3) Il tema affrontato, il rapporto tra uomo e replicanti, tra dio e vita, l’essenza dell’essere, resta estremamente complesso anche se oggi è molto più sputtanato di quanto fosse nel 1982, quando la mia generazione si confrontò con il film. Il tema della consapevolezza delle intelligenze artificiali e del ruolo degli automi nella società è qualcosa con cui si dovranno confrontare più loro di quanto abbia dovuto fare la mia generazione, che al limite si ritroverà un badante elettronico, mentre loro faranno ancora più fatica a trovare un lavoro, un domani e non solo, anzi probabilmente meno, per i lavori fisici.
4) Il film negli Stati Uniti ha un rating R, for violence, some sexuality, nudity and language, e questi elementi sono sicuramente presenti ma non ho trovato che ci sia niente che non sia funzionale al racconto, sono momenti che andranno gestiti a seconda dell’età, della sensibilità e del diverso carattere, ma si tratta di situazioni abbondantemente presenti in televisione. Quando c’è violenza c’è sangue e anche tutti questi film in cui esplodono centinaia di persone senza che ne appaia una goccia non so quanto siano giusti. La nudità associata alla nascita o all’amore non dovrebbe certo mettere paura e quanto alle parolacce, fosse il cinema il problema. Da questo punto di vista bisogna anche ricordare che l’R-Rated della MPAA viene spesso tradotto qui da noi erroneamente come “vietato ai minori”, quando in realtà i minori sono ammessi se accompagnati dai genitori cui si raccomanda di informarsi bene sul film.

5) Gli ho fatto vedere il trailer e la maggioranza ha detto di volerlo vedere. Chi non vorrà venire non viene ma sta già riempiendo di domande su cosa ha capito, su cosa no, segno che già da lì il film va oltre quelli che vediamo quotidianamente.
ps: per chi non mi conosce i miei figli hanno dagli 8 ai 12 anni e anche se porto tutti quelli che vogliono venire credo che gli 8 anni siano l’età borderline per questo film, sempre da pesare in base alla sensibilità di ognuno, cosa che resta il primo criterio di ogni scelta di questo tipo.

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