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Con un episodio di transizione ma ricco di avvenimenti significativi (ed una enorme rivelazione che ad alcuni è passata inosservata), la settima stagione di Game of Thrones continua la sua fin troppo veloce corsa verso la chiusura delle trame aperte nelle stagioni passate e soprattutto verso il sempre più inevitabile scontro con l’esercito dei morti!
EASTWATCH
Dopo la battaglia vinta contro l’esercito Lannister, Daenerys offre ai superstiti la possibilità di unirsi a lei oppure morire: le fiamme di Drogon bruciano quindi Randyll e Dickon Tarly, fino alla fine fedeli alla corona e a Cersei. Tyrion sembra sempre più spaventato dalla figura della Madre dei Draghi, e Varys con lui.
Jamie Lannister è invece incredibilmente sopravvissuto (nonostante la pesante armatura e la mancanza di una mano) grazie all’aiuto di Bronn, ed ha compreso la potenza dei draghi. Sua sorella è però inamovibile: tenterà di vincere o morirà combattendo. Neanche la notizia della colpevolezza di Olenna per l’omicidio di Jeoffrey sembra smuoverla minimamente, mentre scopriamo che aspetta un figlio da Jaime e che vuole crescerlo come un Lannister.
A Roccia del Drago, Daenerys ritrova Jorah ed il suo Consiglio elabora un piano: catturare un non-morto e portarlo al cospetto di Cersei per convincerla della reale minaccia in arrivo dal nord. Tyrion si introduce quindi ad Approdo del Re (grazie ad un accordo avvenuto purtroppo off-panel fra lui e Bronn) per parlare con Jaime, accompagnato da Davos che arruola inaspettatamente Gendry, il bastardo di Robert Baratheon; Jon Snow invece si prepara ad una spedizione ad Eastwatch, verso l’estremo est della Barriera.
A Grande Inverno, la vecchia rivalità fra Sansa ed Arya inizia a farsi risentire: probabilmente a causa di Ditocorto, che sembra deciso a mettere le due sorelle una contro l’altra con i suoi sotterfugi (decisivo il ritrovamento da parte di Arya della lettera che Sansa scrisse – costretta da Cersei – a Robb chiedendogli di arrendersi a Joffrey).
Alla Cittadella avviene fra le righe (ed inascoltata) la rivelazione più importante dell’episodio: Gilly scopre che Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark si erano legittimamente sposati, e questo vuol dire non solo che Jon Snow non è affatto un bastardo, bensì che è lui e non Daenerys il legittimo erede al Trono di Spade. Sam, insoddisfatto dai Maestri e dal loro operare inconcludente, decide ancora una volta di fuggire di soppiatto, rubando alcuni importanti libri e probabilmente dirigendosi di nuovo a nord per aiutare Jon nell’unica guerra davvero importante.
L’epilogo della puntata si svolge ad Eastwatch, avamposto della Barriera occupato da Tormund e dai suoi Bruti: in missione con lui e Jon Snow a caccia dei non-morti parte una inaspettata compagnia formata da Gendry, il Mastino, Beric Dondarrion, Thoros di Myr e Jorah Mormont.
I DIFETTI DELLA NARRAZIONE
Spendiamo ormai poche parole sulla estrema velocità degli eventi e sulla carenza della narrazione in Game of Thrones: siamo ormai tutti coscienti di non trovarci di fronte alla serie di un tempo, ed ormai le emozioni che lo show ci regala sono tutte portate a punti di chiusura, incontri fra vecchi personaggi ed epiche battaglie ricche di effetti speciali (anche la tendenza alla eliminazione dei personaggi principali sembra scemata: i protagonisti principali sembrano ormai intoccabili e non temiamo più per la loro sorte come facevamo prima). Purtroppo la velocità, oltre ad una confusione difficilmente sanabile porta anche a tagliare o snaturare eventi che aspettavamo da tempo: come l’incontro fra Tyrion e Bronn, avvenuto off-panel (una delle coppie migliori di Game of Thrones, che avrebbe meritato almeno un breve scambio di battute) o il ritorno in scena improvviso ed ingiustificato di Gendry Waters (questo il nome dei bastardi nati ad Approdo del Re), per quanto gradito.
RISE OF THE MAD QUEEN?
Daenerys come il Re Folle, suo padre? Ni. Come ha sottolineato Randyll Tarly, Danereys Targaryen è una regina straniera, tanto in Westeros quanto, come abbiamo visto, lo era in Essos. L’ingenuità e l’arroganza di Daenerys le hanno sempre fatto vedere tutto bianco o nero: gli schiavisti sono crudeli e vanno uccisi; chi non si inginocchia a me deve morire. L’incapacità della Madre dei Draghi di capire gli usi e i costumi di un popolo su cui vorrebbe regnare ed un senso di giustizia decisamente personale ed opinabile sono sempre emersi prepotentemente nella storia, fin dalla morte di Mirri Maz Duur; sembrerebbe che pian piano gli showrunner stiano facendo emergere i difetti ed i lati negativi di quella che sembrava l’unica regina giusta, proprio nel momento (che non appare affatto come una coincidenza) in cui il pubblico scopre che il “vero re” dovrebbe essere Jon Snow, forse l’unico reale personaggio totalmente positivo della storia.
Scopriremo più avanti se l’escalation di Daenerys verso una “pazzia” che in realtà rimane finora giustificata e coerente con la storia del personaggio (ricordiamo i nobili innocenti uccisi a Mereen dal fuoco di Viserione e Rhaegal a causa di un sospetto mai verificato) verrà davvero realizzata, in quanto sembra più plausibile che si sia voluta semplicemente mostrare l’umana imperfezione della donna; il dubbio rimane comunque, sottolineato non solo da un ramo familiare incline alla follia, ma anche da Tyrion e Varys che hanno compreso quanto Daenerys abbia un estremo bisogno di essere indirizzata e mitigata nei suoi eccessi. Fortunatamente pare che la “simpatia” sviluppata verso Jon stia portando velocemente Daenerys ad interessarsi della minaccia del Re della Notte.
JON TARGARYEN
Rhaegar Targaryen fece annullare il suo matrimonio con Elia Martell, e prese in sposa Lyanna Stark. Gilly nella cittadella fa una delle scoperte più importanti di Game of Thrones, senza neanche accorgersene (e con lei moltissimi spettatori, ingannati dalla intelligente costruzione della scena).
Jon è quindi un Targaryen a tutti gli effetti, nato da legittimo matrimonio, e non uno Snow; è il figlio del primogenito del Re Folle e quindi primo di diritto nella successione alla linea dinastica. Daenerys sta quindi combattendo una guerra inutile, basata su una semplice convinzione che in ogni momento potrebbe essere spazzata via: mai come ora lei e Cersei ci appaiono simili, entrambe decise a regnare sulla base di un pretesto. Non sappiamo in realtà se tale rivelazione avrà delle conseguenze a livello di trama o rimarrà una easter egg ad uso e consumo dei soli spettatori (ci sembra difficile, anche e soprattutto dopo l’eloquente scena fra Drogon e Jon che allude alla discendenza del Re del Nord).
CACCIA AL MORTO
L’espediente narrativo della cattura di un non-morto, per quanto presenti una incredibile caduta di stile nelle linee della trama di Game of Thrones, apre le porte a delle sequenze sicuramente spettacolari che vedremo nel prossimo episodio. Sono da notare le connessioni fra gli uomini che fanno parte della spedizione: Jorah è il figlio del comandante Mormont, che ha ucciso molta delle gente di Tormund; Beric Dondarrion e Thoros di Myr avevano venduto Gendry a Melisandre; lo stesso Gendry e Jon si credono i figli bastardi (fino a prova contraria) di due grandi amici, Robert Baratheon e Ned Stark, mentre in realtà il padre del primo ha ucciso il padre del secondo (Rhaegal); il Mastino ha avuto a che fare ed in un certo senso salvato le sorelle di Jon, che aveva conosciuto a Grande Inverno; Thoros di Myr e Jorah si sono conosciuti nella guerra di Robert Baratheon contro Balon Greyjoy, al tempo in cui questo si era ribellato alla corona.
Da non sottovalutare inoltre anche la forza mistica della compagnia: Jon Snow e Beric Dondarrion si sono già mostrati in grado di risorgere (e Thoros di avere il potere di riportarli indietro dalla morte), il sangue di Gendry ha portato alla morte (per la magia di Melisandre) sia Robb Stark che Balon Greyjoy che Jeoffrey Baratheon, Jorah è guarito dal Morbo Grigio e il Mastino si è rivelato in grado di leggere il futuro attraverso il fuoco.
Questa scena risulta assolutamente emblematica di quello che potrebbe essere il futuro di Game of Thrones: vari personaggi, legati da dissapori e rancori, che uniti (anche se in modo pretestuoso) cercano di raggiungere uno scopo comune. Come dice Jon infatti, sono tutti dalla stessa parte: quella dei vivi.
LA LETTERA DI SANSA
Infine, per i più curiosi, ecco il testo della lettera che Ditocorto ha permesso ad Arya di trovare, scritta da Sansa a Robb alcuni anni prima.
Robb, ti scrivo con il cuore colmo di tristezza. Il nostro buon re Robert è morto, ucciso dalle ferite riportate in seguito ad una caccia al cinghiale. Nostro padre è stato accusato di tradimento. Ha cospirato con i fratelli di Robert contro il mio amato Joffrey e ha cercato di rubare il suo trono. I Lannister mi trattano molto bene e non mi fanno mancare nulla. Ti prego: vieni ad Approdo del Re, giura fedeltà a re Joffrey e impedisci qualsiasi conflitto tra le grandi case Lannister e Stark.
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