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Di Roberto Recchioni
Ho visto Wonder Woman qualche giorno prima della sua uscita in sala e avrei dovuto scriverne subito la recensione. Invece ho traccheggiato, lasciando passare del tempo.
Perché? Perché ho capito subito che il film avrebbe avuto ottime accoglienze da tre gruppi specifici:
– I fan DC, felici di avere un film legato al loro universo narrativo preferito, meno brutto dei precedenti.
– Le donne che devono dirci che oltre alle gambe c’è di più.
– I maschi che vogliono darsi un tono da persone vicine alla mentalità delle donne.
Tre gruppi di persone terribilmente aggressivi e noiosi.
E quindi mi sono detto, parafrasando Guccini: “a me cosa mi frega di assumermi la bega di star a criticare, godo molto di più nell’ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare…”.
Poi però, in varie recensioni entusiaste del film di Patty Jenkins, ho visto ripetuto un concetto che mi ha irritato parecchio, ovvero che “Wonder Woman avrà pure qualche difetto, ma che è un film che bisogna fare vedere alle proprie figlie”, questo perché, secondo il sentire comune, Wonder Woman è un film femminista che propone, finalmente, un role model forte per le bambine, una figura ispiratrice che le aiuterà a diventare le donne forti del domani, quelle che erediteranno la terra. E, per carità, sarebbe una cosa bella e anche del tutto in linea con la nuova sensibilità che Hollywood sta cercando di imporre (anche se è inutile illudersi: lo fa per una ricerca di mercato, non perché fulminata sulla via di Damasco da una mentalità femminista). Sarebbe una cosa bella, dicevo, se fosse vero. Perché, invece, Wonder Woman è uno dei film più maschilisti che mi sia mai capitato di vedere. E non venitemi a dire che è diretto da una donna e quindi non può essere maschilista perché a scriverlo ci sono tre uomini. E si vede.
Ma visto che non posso di certo cavarmela con una semplice affermazione perentoria, mi tocca anche spiegare il perché. Attenzione però che ci saranno alcuni spoiler.
Quindi, ecco a voi: I CINQUE MOTIVI PER CUI NON PORTEREI MAI MIA FIGLIA A VEDERE WONDER WOMAN.
– In un film di supereroi con un eroe maschile, il protagonista ha la maggior parte del tempo a schermo e il maggior numero di battute. In Wonder Woman, invece, l’eroina divide equamente lo spazio con il coprotagonista maschile (anzi, sarei pronto a scommettere che Chris Pine ha più Screen Time di Gal Gadot). Perché, sì, va bene fare un film sul girl power ma, di fatto, è pur sempre una pellicola di supereroi che verrà vista in prima luogo da uomini nerd e un eroe aspirazionale maschio glielo devi dare per forza a quel tipo di pubblico. E poi, dai, siamo seri: è pur sempre una femmina, non ce la può fare a salvare il mondo da sola.
– Wonder Woman è una principessa vergine, costretta a vivere in un’isola di sole donne dalla regina, fino a quando non arriva un principe che la porta via. Nella scoperta del nuovo mondo, il principe azzurro bacia la principessa per la prima volta e le risveglia i sensi. Vendono ancora Cenerentola e il pubblico se la beve solo perché le pitturano con colori nuovi.
– Gli interessi amorosi femminili delle storie con degli eroi maschili non hanno mai vita facile. La cosa migliore che gli può capitare è di venire rapite, la peggiore di venire uccise e messe in freezer. In genere il loro ruolo è sempre o di fanciulla da salvare o di vittima sacrificale. Vi ricordate una storia di supereroi in cui la coprotagonista femminile si sacrifichi al posto dell’eroe per salvare il mondo? Io, no. Wonder Woman, invece, non solo non riesce a salvare il suo interesse sentimentale maschile (è una donna, quindi più fallibile di un uomo), ma lascia pure che sia lui a fare la cosa più eroica del film, sacrificandosi per un bene maggiore.
– Gli eroi maschili indossano armature tecnonologiche, tuniche e mantelli, tute adamitiche che li coprono da capo a piedi, giacche e pantaloni da motociclista e via dicendo. Wonder Woman indossa un gonnelino corto e un bustino. Adesso, a tutte le donne piace vedere un manzo nudo ed è per questo che il film hollywoodiani hanno sempre più scene di fan service con il bellone di turno quantomeno a petto nudo, ma quando l’eroe entra in azione, a meno che non sia un bagnino di Baywatch, mette almeno una canottiera e dei pantaloni. Wondie, no. Lei preferisce andare in battaglia con un’armatura che è protettiva quanto un bikini. Valle a capire queste amazzoni.
– Come viene rappresentato lo spirito indipendete ma femminile di Wonder Woman? Mostrandocela come una che non fa mai quello che gli dicono di fare, irrazionale, cocciuta, impulsiva e pure abbastanza stupida (basta vedere come si fa fregare da uno dei cattivi più ridicoli della storia del cinema). In sostanza, viene caratterizzata con tutti gli sterotipi più triri e ritriti sull’universo femminile. Se la facevano bionda il quadro era completo.
Ecco, queste sono solo alcune delle ragioni per cui, ribadisco, Wonder Woman non solo non è un film femminista ma è un film scritto da uomini che hanno una bassissima stima verso le donne.
Volete che vostra figlia veda un bel role model cinematografico?
Fatele vedere Terminator, o Terminator 2, o Alien e Aliens.
Avrà gli incubi per giorni, ma almeno avrà capito com’è fatta una vera donna forte.
QUI la nostra video intervista a Gal Gadot
QUI la nostra video intervista a Connie Nielsen
QUI la nostra video intervista alla regista Patty Jenkins
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