Spider-Man: Homecoming – A Roma Tom Holland e Jon Watts presentano il film alla stampa

Spider-Man: Homecoming – A Roma Tom Holland e Jon Watts presentano il film alla stampa

Di Andrea Suatoni

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Nella suggestiva location della Lanterna di Fuksas, futuristica installazione moderna che si staglia fra i tetti di una Roma classica e tradizionale, si è tenuta ieri 2o Giugno la conferenza stampa di presentazione del film Spider-Man: Homecoming, in arrivo il prossimo 6 Luglio. Una svolta epocale, che segna il definitivo ingresso di un film di Spider-Man by Sony (che a detta di Kevin Feige non va inteso come un reboot, ma come una sorta di “opera prima” sullo Spider-Man Marvel) nel mondo creato dai Marvel Studios, il MCU (Marvel Cinematic Universe), e che il protagonista del film Tom Holland ed il regista Jon Watts hanno illustrato alla stampa durante la presentazione italiana ufficiale.

I due hanno risposto alle numerosissime domande dei giornalisti, delle quali pubblichiamo i momenti salienti.

Tom, in che modo il suo Spider-Man è differente da quelli precedenti?

Tom: Una delle cose più difficile per me è stato cercare di rendere questo personaggio il più possibile unico rispetto alle altre versioni. La cosa che mi ha aiutato di più è stato domandarmi “Cosa farebbe un 15enne dotato di superpoteri?” Lo Spider-Man che vedrete in questo film sarà un ragazzo che adora fare il supereroe.

In alcune scene, Peter Parker gira un videodiario relativo al behind the scene della sua partecipazione a Captain America: Civil War. Come sono state girate quelle scene? Si tratta solo di un incipit o la tecnica del video in prima persona tornerà anche nel prosieguo del film?

Jon: L’idea di mostrare la soggettiva di Peter, omaggiando – e modernizzando – il fatto che nei fumetti è un fotografo, ci piaceva molto. Ma si tratta solo di un recap degli eventi di Civil War.

Tom: Sono stato io in prima persona a girare quelle scene, con una piccola videocamera che mi ha dato Jon. Lo ammetto, per me è stato il momento migliore delle riprese: in quel momento ero io il regista!

Michael Keaton interpreta l’Avvoltoio dopo averlo visto nel ruolo visivamente simile del protagonista di Birdman: una qualche influenza è visibile in Spider-Man: Homecoming? 

Jon: Michael è un bravissimo attore, e mette in ognuno dei ruoli che interpreta moltissimo impegno, ognuno di essi è unico. Non credo ci siano state influenze fra i due ruoli, ma in effetti è una divertente coincidenza pensare che Michael abbia interpretato entrambi. Da parte mia, non potevo che stare a guardarlo mentre lavorava e pensare “Oh mio dio, sto parlando con Betelgeuse!”

Tom, com’è stato lavorare accanto a due grandi attori come Michael Keaton e Robert Downey Jr.? 

Tom: Sono da sempre un grandissimo fan dei film del MCU, e l’opportunità di lavorare con “Iron Man” per è stata incredibile, in pratica la realizzazione di un sogno. Lavorando con lui ho imparato moltissimo, è riuscito a portare l’umorismo del film ad livello superiore. Michael Keaton è terrificante. E’ gentilissimo e disponibilissimo sul set, ma quando entra nel personaggio, inizi ad esserne intimorito dalla forza con cui la sua recitazione si esprime.

Sappiamo che il tuo primo incontro con Robert è avvenuto in circostanze particolari…

Tom: Ho incontrato Robert durante una serie di screen test: sono entrato in questa stanza e mi sono presentato, ero tesissimo, e feci una tipica figuraccia da fanboy. Poi mi accorsi che Robert Downey Jr stava entrando nell stanza. Avevo parlato per tutto il tempo con la sua controfigura.

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Tom, è stato più difficile eseguire le coreografie di Billy Elliott o le acrobazie di Spider-Man? La tua esperienza da ballerino ti è stata utile per il ruolo?

Tom: Sicuramente per Billy Elliott ho seguito una preparazione più pesante. Credo sia una delle cose più utili che io abbia fatto nella mia carriera: c’è sempre stato un lato fisico nei miei ruoli da attore, ed ancor più in quello di Spider-Man; grazie a quegli allenamenti la mia performance attuale è sicuramente migliore.

Tom, cosa hai provato quando hai indossato per la prima volta la tuta di Spider-Man? E cosa Faresti con dei superpoteri?

Tom: Il primo impatto è stato molto deludente. Per una questione di tempistica, in Captain America: Civil War ho dovuto usare il costume del mio stunt-man, di qualche taglia più grande di me. Non avevo per nulla un aspetto “eroico”. In Spider-Man Homecoming invece la tuta era perfetta, indossarla è stato incredibile: mi sono sentito come quando a 5 anni sognavo di essere Spider-Man nella mia cameretta. Un altro sogno diventato realtà.
Non sono sicuro che se avessi dei superpoteri li userei per il bene. Forse rapinerei una banca?

Tom, dopo l’Avvoltoio, con quale villain ti piacerebbe scontrarti sullo schermo?

Tom: Spider-Man nei fumetti ha moltissimi nemici: ce ne sono moltissimi con i quali amerei trovarmi in un futuro film. Forse Morbius, ma poi dovremmo trasformare Spider-Man in un film di vampiri. Ma lascio la parola a Jon per entrare più nel particolare, è lui il regista e l’ultima parola spetta a lui.

Jon: Adoro praticamente tutti i nemici di Spider-Man, ma se dovessi sceglierne uno dire Gideon Mace. So che non è uno dei più conosciuti, ma è il mio preferito.

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Quella dei supereroi è una mitologia contemporanea: come vi siete approcciati al “mito” di Spider-Man?

Jon: Spider-Man è diverso dagli altri eroi, è solo un ragazzo. Non ha chiesto i suoi poteri, ma ora che li ha cerca di usarli al meglio e di prendere le migliori decisioni possibili. Forse è proprio per questo che è uno dei supereroi con cui è più facile indentificarsi. C’è qualcosa in lui che riconosci come tuo.
In questo momento è uno dei pochissimi personaggi del MCU ad avere una identità segreta, ed esplorare questo lato è stato molto interessante e divertente.

Cosa significa per te questo personaggio, questo film? cosa ti ha dato entrare nel MCU?

Tom: Mi ha cambiato la vita. Fin dal primo Avengers ho pensato “voglio far parte di questo mondo” ma non avrei mai pensato che sarebbe stato davvero possibile. Non sono solo Spider-Man in questo film, sono lo Spider-Man che fa parte del MCU, e questo è incredibile, davvero oltre qualsiasi cosa avessi mai potuto immaginare. E ringrazio Sony, Marvel, Jon Watts e chiunque altro per avermi dato questa opportunità, e anche questa fiducia.

Il modo in cui sei venuto a sapere di essere stato scelto è particolare…

Tom: Dopo vari provini, Mentre stavo aspettando un si o un no definitivo, ho scorso scorrendo su instagram un post sulla pagina della Marvel che diceva “Abbiamo trovato la star che interpreterà Spider-Man… Guardate sul nostro sito per sapere chi sarà!”. Sono corso sul sito della Marvel e ho visto che c’era scritto il mio nome. Solamente dopo Kevin Feige mi ha chiamato per darmi la notizia, ed io gli ho risposto “Kevin, lo so già! Ho 20 anni, l’ho letto su instagram!”

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Jon, New York è stata ripresa da moltissimi registi, in moltissimi film: cosa hai portato di nuovo alla rappresentazione della città?

Jon: New York è enorme. Avete visto varie zone della città in una moltitudine di film, ma il Queens, la zona di Spider-Man, non compare molto spesso. Noi ne abbiamo voluto mostrare il cuore.

Peter Parker è un ragazzino che va a scuola e che ha subito nei fumetti alcuni atti di bullismo: il personaggio di Spider-Man è stato scelto dall’associazione MaBasta come simbolo della lotta al bullismo. Qual’è la vostra posizione contro il bullismo?

Tom: Peter Parker è un perfetto modello per i ragazzi. L’esempio di una persona che facendo il suo dovere raggiunge ottimi risultati. Il bullismo è una piaga terribile, e spero che questo film possa essere d’ispirazione ai giovani d’oggi.

Come è stato girare uno Spider-Man che non è una Origin Story?

Tom: Per me si tratta di un sequel di quello che ho fatto in Captain America: Civil War. Mentre vedrete il film, sono sicuro che la mancanza di un vero e proprio racconto delle origini di Spider-Man non si farà affatto sentire.

Dopo la conferenza, uno stunt man si è esibito sul tetto della Lanterna in alcune acrobazie, con indosso il costume di Spider-Man!

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