Recensione a cura di Adriano Ercolani, New York.
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Tutti gli oggetti che i bambini perdono o dimenticano, assorti nei loro giochi fantasiosi, sicuramente hanno un’anima. E con altrettanta certezza vogliono tornare dai loro giovanissimi proprietari per continuare ad allietare quei giorni spensierati.
Ebbene, quest’anima si chiama Lou, e vive dentro il cortine di un asilo. Si nasconde dentro il contenitore degli oggetti smarriti appunto (Lost and fOUnd…), e tenta in tutte le maniere di restituire i pezzi di cui è composto ai legittimi proprietari. Ma come fare? L’intento può forse essere raggiunto adoperando la via più impervia, quella del bambino che si diverte soltanto attraverso i dispetti agli altri.
La grandezza dei cortometraggi della Pixar consiste nel fatto che, invece di semplici idee, riesce (quasi) sempre a raccontare storie compiute, con percorsi narrativi e sviluppo dei personaggi sempre emozionanti. Nel caso di Lou, short che accompagna in sala Cars 3 precedendolo, la resa artistica di questo processo è superba, degna dei migliori cortometraggi prodotti dal gruppo di geni che lavorano ad Emeryville.
In Lou c’è tutto: azione, fantasia, sentimenti, un messaggio che andrebbe sottolineato e discusso insieme alle generazioni di spettatori più giovani. Grazie a un uso portentoso del flashback – un po’ nello stile di quello celeberrimo che in Ratatouille raccontò in pochi istanti la backstory del critico gastronomico Ego – ecco che in Lou conosciamo le origini del comportamento del “bulletto” J.J., e comprendiamo allora che dietro azioni magari non ortodosse spesso possono celarsi la frustrazione e la delusione. Il lavoro di Dave Mullins mette in scena tutto questo con ritmo spedito ma mai troppo accelerato, lasciando spazio alla comprensione di un’idea di base bizzarra quanto accattivante. Rispetto a storie più “classiche” come ad esempio Birds o La luna, Lou propone un incipit in cui non capiamo bene cosa succede, ma invece di essere respinti ne rimaniamo immediatamente intrigati, poiché la messa in scena è così variegata e fantasiosa da colpire nel segno fin dalla prima inquadratura.
Ecco allora che non resta altro da fare che partecipare al gioco proposto da Lou, il quale solletica non soltanto lo sguardo dello spettatore ma ne stimola anche la fantasia. Cosa rappresenta questa creatura fantomatica che vive nel piccolo parco della scuola? E se invece di esserne spaventati i bambini ne abbracciassero al contrario le buone intenzioni, come succede alla fine proprio al più burbero di tutti? Al posto di messaggi preconfezionati, come è già capitato nelle sue produzioni migliori, la Pixar con Lou propone invece agli spettatori più piccini quesiti a cui loro devono poi trovare la risposta che meglio si adatta alla loro fantasia. Il risultato è l’ennesimo piccolo grande miracolo cinematografico che in pochi minuti restituisce agli occhi di chi guarda, non soltanto quelli più giovani e innocenti, la meraviglia di cui è comporta la Settima Arte. Grazie davvero di tutto, Lou…
Cars 3 farà il suo ingresso nelle sale italiane il 14 settembre. QUI trovate la pagina Facebook italiana del film.
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