Nel 1966, poco dopo aver compiuto 35 anni e finito di girare La cinese, Jean-Luc Godard decise che il suo impegno politico e condivisione delle teorie marxiste dovesse spostarsi anche sul piano artistico. Rinnegò i suoi precedenti capolavori e si gettò in una nuova fase della sua carriera che finì con l’influenzare anche il matrimonio da poco contratto con l’allora giovanissima attrice Anne Wiazemsky fino ad arrivare, quattro anni dopo, al divorzio. Proprio questo periodo della sua vita è raccontato da Le Redoutable, Il Formidabile, ispirato a sua volta dal libro autobiografico Un anno cruciale della stessa Anne Wiazemsky pubblicato nel 2012.
In barba a qualsiasi (dovuto?) rispetto generazionale, Hazanavicius prende il Godard di quegli anni per farne una macchietta ossessionata da idee che la storia ha giudicato irrealizzabili. Il gioco, impavido e a prima vista destinato da tanti addetti ai lavoratori a risolversi come un secondo passo falso del regista premio Oscar per The Artist e già firma del disastroso The Search, gli riesce. E bene. Le Redoutable è una godibilissima commedia capace di generare sorrisi anche a quel pubblico che di Godard ha sentito solo il nome.
La chiave comica vincente è nello spostare il punto di vista del racconto sul personaggio di Anne. Immedesimandoci nelle sue reazioni, le stramberie di Godard, a prima vista poco credibili se visti come sketch a sé stanti, riescono a raccontarci sia il passaggio dall’amore al rigetto della protagonista che quel pezzo di storia francese e del cinema in generale che fanno da sfondo al tutto. Hazanavicius gioca con tutte le frecce al suo arco: non solo sottolinea che Redoutable sia cinema nel cinema (splendido in tal senso la scena in cui Garrell prende ironizza sul concetto stesso di attore), ma in alcuni momenti riprende stilisticamente alcuni dei film più sperimentali di Godard facendone un mix tra presa in giro ed omaggio.
I 107 minuti di pellicola, presentata, ironia della sorte, proprio a quel Festival di Cannes che Godard si impegnò a fermare nel 1968 all’interno di tutte le manifestazioni di protesta di quel caldo maggio francese, è supportata dalle belle interpretazioni di Louis Garrel e Stacy Martin. Chissà che per uno di loro non ci scappi un premio.
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