Ghost in the Shell, la trasposizione in live-action dell’omonimo manga di Masamune Shirow, arriverà nelle nostre sale il 30 marzo (anche in 3D e IMAX 3D), con protagonista assoluta Scarlett Johansson.
Abbiamo potuto partecipare grazie a Universal Pictures ad un’anteprima nella quale sono stati proiettati 12 minuti del film e un trailer finale, per un totale di 15 minuti di footage inedito visto in un emozionante 3D.
Il manga ricordiamolo segue le vicende della Sezione 9, un’organizzazione antiterroristica che opera nel Giappone del futuro, specializzata nella risoluzione di crimini informatici e tecnologici. A capo della Sezione 9 c’è l’agente Motoko Kusanagi (Scarlett Johansson), il cui corpo è stato interamente sostituito da protesi artificiali; anche i suoi colleghi sono equipaggiati con impianti cibernetici, ma conservano ancora il loro corpo originale. Al di là della sua componente spettacolare, il manga è caratterizzato da profonde riflessioni esistenziali legate al rapporto tra umanità e tecnologia, e alla progressiva fusione di queste due sfere.
Abbiamo visto due lunghe scene prese dal film di Rupert Sanders, una presa dalla parte iniziale e una da quella centrale.
Ghost in the Shell del 1995 è stato uno dei film d’animazione più influenti della storia del cinema perché Mamoru Oshii riuscirà perfettamente a trasporre in immagini la genialità di Masamune Shirow, dando vita ad prodotto molto profondo, divenuto un vero cult generazionale e ispirazioni per tanti film a venire (Matrix in primis, solo per citarne uno).
Nella prima lunga sequenza vediamo la “nascita” del Maggiore grazie all’intervento della dottoressa Ouélet (Juliette Binoche). È sopravvissuta ad un attentato, o meglio il suo cervello (solo quello) è sopravvissuto, e lo hanno inserito in un corpo cibernetico.
“La tua anima, il tuo ghost, è salva” le dice la dottoressa, quando vediamo il Maggiore svegliarsi e faticare a respirare e percepire il suo nuovo corpo, ma poi parla anche con una figura misteriosa e comprendiamo che forse la ragazza non è stata proprio salvata. L’intenzione era quella di creare per la prima volta un vero e proprio ibrido uomo-macchina, una sorta di “arma” potentissima. Ma siamo certi che effettivamente l’anima della giovane sia rimasto preservato?
È passato un anno e possiamo gustarci una seconda sequenza, in questo caso d’azione pura. Vediamo Mira sul tetto di un grattacielo coordinarsi la Sezione 9. La vediamo nella sua tuta che le permette di diventare invisibile, si lancia dal tetto e inizia un incredibile combattimento dove lei è parzialmente invisibile e sfonda finestre, spara, annienta il nemico, con l’aiuto della sua squadra (ma non troppo). È effettivamente un’arma potentissima.
Dal punto di vista registico e visivo, Rupert Sanders sembra essere stata la scelta giusta da parte dello studio. Il suo talento visivo e la sua padronanza degli effetti digitali, unita ad una sensibilità e comprensione del materiale originale, sembra essere davvero convincente. Da un lato ha preso alcune scene iconiche del cult originale replicandole alla perfezione, ma allo stesso tempo ha aggiunto un suo tocco personale.
Scarlett Johansson, dopo qualche perplessità iniziale, sembra invece meritare tutti i 17.5 milioni di dollari del suo cachet (uno dei più alti degli ultimi anni per un’attrice). Pare essersi messa completamente in gioco per il film, è carismatica, in parte, e combatte senza tregua. Ottimo il 3D, formato per il quale sembra essere stato ideato il film e che permetterà di immergersi completamente dentro il mondo di Ghost in the Shell, ricreato da un reparto artistico già meritevole almeno di una candidatura all’Oscar per le scenografie.
È ancora presto per sbilanciarsi, e il materiale visto troppo poco, ma sembra esserci un forte rispetto di fondo per quello che ha realizzato Mamoru Oshii. È vero, è Hollywood che mette in scena un’opera giapponese secondo i suoi canoni (ed è PG13 quando sarebbe stato quanto meno apprezzata la libertà dell’R-Rated), ma ora comprendiamo quanto sia stata sterile la polemica sul white-washing, e quanto probabilmente i detrattori dovranno ricredersi in sala dal 30 marzo quando si troveranno davanti a quello che sembra essere come uno degli adattamenti più rispettosi e fedeli arrivati negli ultimi anni.
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Nel cast figurano anche Michael Pitt, Takeshi Kitano (Daisuke Aramaki), Juliette Binoche (Dr. Ouelet), Pilou Asbæk (Batou) e Kaori Momoi. I membri della Sezione 9 sono interpretati da Chin Han, Danusia Samal, Lasarus Ratuere, Yutaka Izumihara e Tuwanda Manyimo. Il regista è Rupert Sanders (Biancaneve e il Cacciatore), mentre Bill Wheeler (Il fondamentalista riluttante) e Jonathan Herman (Straight Outta Compton) hanno scritto la sceneggiatura.
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Fonte: ScreenWeek