La quinta stagione di Arrow piazza il colpo di scena, svelando l’identità di Prometheus nel modo più repentino e inaspettato: Fighting Fire with Fire segna un punto di svolta nella trama orizzontale, e proietta al contempo una luce diversa sui personaggi coinvolti. Ma andiamo con ordine…
Per l’amministrazione di Oliver (Stephen Amell) si prospetta un impeachment: il misterioso Prometheus ha fatto trapelare la notizia dell’insabbiamento dell’omicidio del detective Malone per mano di Freccia Verde, e ora Oliver rischia grosso. Il procuratore Adrian Chase (Josh Segarra), che ha contribuito all’insabbiamento, offre le sue dimissioni, ma Oliver le rifiuta e gli chiede di fargli da avvocato nel processo. Intanto, Mr. Terrific (Echo Kellum) mette a punto le sue sfere T, due dispositivi con funzioni di attacco e difesa: era ora, verrebbe da dire. Terrific è sempre stato rappresentato come un inetto sul campo di battaglia, ma almeno queste invenzioni gli permettono di svolgere un ruolo più attivo, avvicinandolo alla sua controparte fumettistica; non dev’essere un caso se recentemente ha cambiato costume, adesso più simile all’originale. Comunque, Oliver finisce nel mirino di Vigilante, che attacca la sua limousine ma non riesce a ucciderlo. Dinah (Juliana Harkavy) colpisce l’aggressore con un urlo sonico e danneggia la sua maschera, che perde un frammento: Felicity (Emily Bett Rickards) potrebbe usarlo per risalire a lui, ma Adrian insiste per consegnarlo alla polizia in prima persona. Ovvio, pensano i lettori DC, è lui Vigilante: ha recuperato il frammento per non vuole farsi scoprire. E invece…
Il colpo di scena ci sorprende alle spalle, come farebbe un sicario provetto. In cima a un palazzo, Vigilante si trova faccia a faccia con Prometheus, che non gradisce le sue interferenze: ne scaturisce una lotta dove il giustiziere si dimostra un osso duro, ma Prometheus riesce comunque a scaraventarlo giù dal tetto. A questo punto il guerriero si toglie la maschera per fare una telefonata, e scopriamo che sotto le sue spoglie c’è proprio Adrian Chase. Bisogna riconoscere che stavolta la writers room di Arrow ha saputo davvero sorprendere il pubblico, poiché tale rivelazione non è stata minimamente “costruita”: non avviene all’apice di un climax, o nel classico cliffhanger finale, bensì durante l’episodio, costringendoci a mutare in corsa il nostro punto di vista sulla situazione. L’effetto è quasi straniante, ma molto efficace. Inoltre, spiazza i fan della prima ora, quelli che davano per scontato che sotto il passamontagna di Vigilante ci fosse Adrian, come nei fumetti. A questo punto la domanda sorge spontanea: chi è Vigilante? È la sua identità quella che ci incuriosisce, non più quella di Prometheus. Non è detto però che Vigilante sia un personaggio noto, né che ci sia un “mistero” da indagare, ma sarà interessante scoprire qualcosa di più.
Naturalmente Oliver è ignaro di tutto questo, anzi, considera Adrian come un amico. Dal canto suo, Thea (Willa Holland) è disposta a tutto pur di tutelare suo fratello, e si rivolge a Felicity per denudare gli altarini dei consiglieri comunali impegnati nella votazione sull’impeachment. Ebbene, Felicity scopre che uno dei consiglieri ha coperto il suicidio della moglie per evitare chiacchiere, facendolo passare per un incidente, quindi Thea pianifica di ricattarlo per ottenere il suo voto a favore di Oliver. Quest’ultimo però lo viene a sapere, e dissuade Thea dall’attuare i suoi piani: non vuole che si ripetano gli errori già commessi con Susan Williams (Carly Pope), screditata ingiustamente da Thea e Felicity per evitare che rivelasse il segreto di Oliver. Il sindaco opta per una mossa estrema: attribuirà la piena responsabilità dell’omicidio a Freccia Verde, dicendo che aveva insabbiato le indagini per evitare che i cittadini di Star City perdessero la speranza. Nel frattempo, c’è ancora la minaccia di Vigilante da sventare. Dinah riesce a sottrarre il frammento della maschera dal dipartimento di polizia, e Terrific usa le sue sfere T per analizzarlo e rintracciare il giustiziere, che si nasconde in un edificio vuoto da cui può sparare a Oliver durante l’incontro con la stampa. Wild Dog (Rick Gonzalez), Diggle (David Ramsey) e Terrific intervengono per fermarlo, ma i primi due vengono messi al tappeto: tocca quindi a Terrific risolvere la situazione, e ci riesce proprio grazie alle sfere T, capaci di mirare autonomamente al loro bersaglio. Una bella vittoria per Curtis, che ne aveva bisogno. Oliver può quindi completare il suo piano: incolpa Freccia Verde e riesce a evitare l’impeachment, ma Thea decide di lasciare l’incarico perché spaventata dalle sue recenti azioni immorali (in realtà gli autori avevano bisogno di una scusa per allontanarla, dato che quest’anno Willa Holland ha firmato per un numero ridotto di episodi). Susan riottiene il suo lavoro grazie alla testimonianza di un hacker anonimo – in realtà Felicity – che confessa di aver architettato un piano per screditarla, e la giornalista ringrazia Oliver per essere intervenuto in suo favore dopo aver scoperto l’accaduto: non dirà a nessuno il suo segreto, e forse c’è speranza anche per la loro relazione. Felicity incontra Kojo Sledgehammer (Kacey Rohl) e accetta di unirsi agli attivisti hacker di Helix, mentre Paul chiede a Curtis il divorzio. Nell’epilogo, Chase avvicina Susan nel parcheggio del municipio, e le chiede aggressivamente di ascoltare la sua storia.
Il rapimento che ne consegue – se di rapimento si tratta – è l’ennesimo sistema utilizzato da Prometheus per torturare psicologicamente Oliver, per metterlo di fronte alle sue responsabilità verso le persone che ama. Questo big bad è sicuramente più contorto rispetto agli altri, e gli sceneggiatori hanno saputo dosare adeguatamente le sue mosse nel corso della stagione, puntando sui giochi mentali più che sullo scontro fisico. Fighting Fire with Fire è un episodio che affronta i dilemmi morali dei protagonisti e riconosce l’impossibilità di risolverli del tutto, come dimostra Felicity quando accetta l’invito di Helix, nonostante la ramanzina di Oliver sui pericoli di “combattere il fuoco con il fuoco”. Da questo punto di vista la serie non prende una posizione precisa, segno che farebbe meglio a concentrarsi sul puro intrattenimento che sulle implicazioni etiche: l’episodio sul gun control, in effetti, ha messo in luce lo scarso coraggio degli autori di fronte ai temi più scomodi. Si tratta comunque di una puntata valida, che si lascia perdonare le consuete assurdità nelle scene d’azione (Vigilante ha una mira peggiore degli Stormtroopers) e qualche forzatura logica, come nella giustificazione di Oliver per l’insabbiamento. Piuttosto noiosi, come al solito, i flashback, ma quantomeno hanno il pregio di durare poco, anche perché la writers room tende a liquidarli con faciloneria. Per il resto, Fighting Fire with Fire dimostra che un episodio di Arrow può funzionare bene anche senza che Oliver indossi mai il costume (flashback escluso, ma non conta), se c’è una buona idea alla base del copione.
Voto: ★★★1/2
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