Nelle sale cinematografiche, prima di Cars 3, verrà proiettato il cortometraggio animato Lou diretto da Dave Mullins e prodotto da Dana Murray, che racconta di una creatura residente nel cesto degli oggetti smarriti della scuola, ad insegnare una lezione a un bullo.
In questo corto di sei minuti vedremo una scatola piena di giocattoli ed altri oggetti prendere vita.
Come molti progetti della Pixar, anche per Mullins l’ispirazione per Lou deriva dalle proprie esperienze personali, ovvero il sentirsi fuori posto durante la sua infanzia a causa dei frequenti trasferimenti.
“O ti senti invisibili perché non conosci gli altri bambini o perché ti senti in imbarazzo e vuoi diventare invisibile. Ho pensato che sarebbe stato davvero fantastico avere un personaggio che può nascondersi in bella vista”.
L’unico obiettivo del protagonista è di restituire, e per Mullins un bullo era l’antagonista perfetto.
“Di solito agiscono perché si sentono imbarazzati o sono giovani e non hanno ancora un baricentro morale. In uno strano modo, anche i bulli a volte si sentono invisibili. Se riesci a capire quali sono i loro motivi, forse puoi risolvere qualcosa.
Questo è quello che mi piace di Lou. La vera felicità arriva dal dare. Riesce a far capire questo a J.J., quello che J.J. vuole davvero è essere accettato dagli altri bambini”.
Il corto si conclude con una dedica al padre di Mullins, morto durante lo sviluppo della storia di Lou. Nella cesta di Lou troviamo un omaggio, una palla da football che rappresenta la passione del padre per questo sport. Mullins spiega che da giovane un punk che amava andare sullo skateboard, che ritroviamo nella cesta, ma la passione per il cinema era la passione che aveva in comune col padre.
“Il football è finito per diventare un mezzo per J.J. per infastidire i bambini all’inizio del film, e poi più tardi per stabilire dei rapporti.”
Vi siete mai sentiti invisibili? Quali attività fate assieme ai vostri genitori?
Fonte Usa Today
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