Il sottogenere dei dance film ha riacquisito una certa popolarità negli anni Duemila, e Ballerina ne rielabora i tòpoi per adattarli al proprio contesto specifico: quello di un film d’animazione in CGI che si rivolge prevalentemente ai bambini, con piccoli anacronismi che strizzano l’occhio alla contemporaneità.
Il film di Eric Summer ed Éric Warin si svolge infatti nella Francia del 1880, dove la piccola Félicie sogna di scappare dall’orfanotrofio per frequentare la prestigiosa scuola dell’Opera di Parigi, e diventare una grande étoile. Per sua fortuna, ad aiutarla c’è l’amico Victor, giovane inventore che pianifica la fuga con due ali leonardesche e, dopo una folle corsa per le campagne francesi, le permette di raggiungere la capitale. Qui, i due si separano: Victor comincia a lavorare nel laboratorio di Gustave Eiffel, mentre Félicie incontra Odette, ex prima ballerina che, in seguito a un incidente, è costretta a fare la sguattera per una megera e la sua insopportabile figlia. Quest’ultima sta per entrare alla scuola dell’Opera, ma Félicie riesce a intercettare la lettera di ammissione e prende il suo posto, assumendone l’identità. I guai non mancano, ma Félicie ha la passione e il talento per superarli tutti.
Produzione franco-canadese, Ballerina si lascia apprezzare per la buona realizzazione tecnica: non siamo al livello dei colossi americani come Pixar e Dreamworks, ma le animazioni hanno il merito di supportare adeguatamente il racconto, soprattutto nelle scene più concitate. Al contrario dei classici dance film, infatti, Ballerina non lesina in risvolti avventurosi, con grandi inseguimenti e pericoli da scampare. A innescare l’azione ci pensa Regine, la suddetta megera, che funge da antagonista ed è pronta a tutto per eliminare la povera Félicie; peccato però che la sua caratterizzazione sia completamente anonima, priva di sfumature: serve soltanto a calamitare l’odio del pubblico, e resta un personaggio monodimensionale fino alla fine della sua parabola (al contrario della figlia, Camille, odiosa ma passibile di redenzione).
La retorica è dietro l’angolo, la conosciamo fin troppo bene: urge credere in se stessi per realizzare i propri sogni, nulla è impossibile se ci si impegna a fondo. Ballerina non si sforza di variare la formula o di trovare angolazioni diverse dal solito, e infatti funziona meglio quando si astrae dal suo “messaggio” per concentrarsi sugli elementi fondamentali: la danza, l’avventura e l’umorismo. Questa triade piacerà molto agli spettatori giovanissimi (meno agli adulti: lo humour è per lo più infantile), anche perché imprime al film un ritmo scalpitante che culmina in alcune sequenze ben riuscite. Su tutte vale la pena di citare la sfida di ballo tra Félicie e Camille per il ruolo di Clara ne Lo schiaccianoci, e il rocambolesco scontro finale con Regine sulla cima di un monumento iconico.
Insomma, un intrattenimento serrato e piacevole per i più piccini, ma gravato da alcune semplificazioni che ne indeboliscono la fibra. Nella versione italiana, la ballerina Eleonora Abbagnato presta la voce a Odette, mentre Sabrina Ferilli doppia Regine.
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