Arrow – la recensione della mid-season premiere: Who Are You?

Arrow – la recensione della mid-season premiere: Who Are You?

Di Lorenzo Pedrazzi

Nella quinta stagione di Arrow riecheggiano sia le vecchie avventure di Oliver Queen sia la mitologia stessa della serie, quindi non c’è da stupirsi che la mid-season première sia così radicata nel passato, con il ritorno di un volto noto a guidare la narrazione. Il titolo della puntata, Who Are You?, mette in chiaro fin da subito che l’apparenza inganna…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Avevamo lasciato Oliver (Stephen Amell) a bocca aperta di fronte al ritorno di Laurel (Katie Cassidy), che gli spiega subito di essere stata salvata da sua sorella Sara (Caity Lotz) e dalle altre Leggende di Domani: a quanto pare, l’equipaggio della Waverider ha trovato un modo per evitare la sua morte senza creare un’aberrazione temporale. La storia traballa, ed è palese che Felicity (Emily Bett Rickards) non le creda, ma Oliver ha bisogno di sperare in qualcosa di buono, quindi le dà fiducia. Peccato che si sbagli di grosso: questa Laurel è in realtà Black Siren, la doppelgänger di Terra-2, e i sospetti di Felicity trovano conferma quando la supercriminale attacca lei e Ragman (Joe Dinicol) nella Arrow Cave. Oliver riesce a metterla in fuga, e la squadra scopre che Black Siren è evasa dalla prigione degli S.T.A.R. Labs grazie a Prometheus, il quale l’ha istruita per impersonare Laurel.

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Siamo soltanto a un quarto dell’episodio, e questo è bene: non avrebbe avuto senso trascinare il “mistero” di Laurel per tutta la puntata, soprattutto se consideriamo che la soluzione era già contenuta nel trailer. Il nucleo di Who Are You?, in effetti, è rintracciabile in qualcosa di diverso, in un dubbio più sottile: siamo costantemente indotti a chiederci – proprio come Oliver – se Black Siren sia redimibile oppure no. E, come l’eroe, lo speriamo ardentemente, anche perché vorremmo una degna erede di Black Canary che abbia la stessa identità dell’originale e gli stessi poteri della sua controparte fumettistica, quindi sarebbe perfetto. Per il momento le nostre speranze sono destinate a restare deluse, poiché Black Siren non pare molto disposta ad abbandonare il suo lato oscuro: dopo aver chiesto l’aiuto di Oliver per liberarsi dal giogo di Prometheus, la donna scappa dalla Arrow Cave con la complicità di Felicity, che le ha facilitato la fuga per piazzarle un segnalatore in corpo (sciolto in un bicchiere d’acqua) e seguirla fino al suo rendez-vous con il villain mascherato. La sceneggiatura non chiarisce se la resa iniziale di Black Siren facesse parte del piano di Prometheus, ma resta il fatto che questa Laurel non cerca la salvezza, e infatti alla fine tenta di uccidere sia Felicity sia Freccia Verde con un potente Canary Cry, il suo urlo sonico. Per fortuna ci pensa Mr. Terrific (Echo Kellum) a fermarla, grazie a un congegno che ne assorbe le onde sonore e neutralizza i suoi poteri.

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Il buon Curtis è infatti protagonista di una storyline parallela dove perde il suo solito entusiasmo di fronte alle recenti sconfitte: costantemente malmenato dai nemici, finito in coma per l’attacco di Prometheus, il brillante ingegnere è stato inoltre lasciato da suo marito, e fatica a trovare un ruolo nella squadra. Wild Dog (Rick Gonzalez) gli dà una mano, aiutandolo a capire che il suo contributo intellettivo può essere più importante di quello fisico, e che la sua mente geniale possa trovare soluzioni efficaci laddove il corpo fallisce. È così che Curtis riacquista il sorriso, ma possiamo scommettere che non smetterà di allenarsi: d’altra parte, il Mr Terrific dei fumetti se la cava molto bene anche con le arti marziali. Questa trama è utile per esorcizzare il proverbiale “elefante nella stanza” delle scorse puntate, ovvero la palese inadeguatezza di Curtis durante le missioni, donandogli una caratterizzazione psicologica lievemente più sfumata rispetto a prima.

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La seconda storyline parallela riguarda Diggle (David Ramsey), in carcere per omicidio, alto tradimento ed evasione. Oliver si assicura il talento di Adrian Chase (Josh Segarra) per difenderlo, e il procuratore distrettuale mostra una certa creatività nel suo lavoro: per evitare che Diggle venga trasferito (e quindi segretamente ucciso per ordine del Generale Walker), si fa colpire da lui durante un colloquio, in modo da poterlo avere sotto la propria giurisdizione e annullare il trasferimento. Bisogna ammettere che le vicende di Diggle non sono particolarmente interessanti, ma almeno gli autori hanno trovato un modo per intrecciarle con il cammino di Chase, personaggio che rivelerà tutta la sua importanza quando la serie deciderà di svelare i suoi segreti. Anche i flashback, dal canto loro, recuperano un minimo di interesse grazie a una svolta narrativa inaspettata: poco prima che Ishmael Gregor (David Meunier) lo uccida, Oliver viene liberato da Talia Al Ghul (Lexa Doig), che giocherà un ruolo determinante nell’addestramento di Oliver e forse anche di Prometheus (chiunque egli sia), attraverso la consueta operazione di retro-continuity. Nel presente, invece, un malizioso stacco di montaggio sembra suggerire che l’esordiente Tina Boland (Juliana Harkavy) erediterà la maschera di Black Canary: il nostro eroe è determinato a trovare un’erede di Laurel, come le aveva promesso lui stesso poco prima della sua morte, e il potente urlo sonico con cui Tina si libera di due molestatori è decisamente indicativo.

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Insomma, Who Are You? conferma il buon momento di Arrow, forse la più in forma tra le serie del DC TV Universe. Pur tornando alle sue radici pseudo-realistiche, lo show non disdegna le incursioni nel fantastico (Black Siren è una meta-umana con superpoteri), mentre l’enigma di Prometheus è sicuramente più intrigante rispetto alle trame orizzontali delle ultime due stagioni. Gli spettri del passato sono pronti a riemergere in qualunque momento, e Oliver è costretto a mettere in discussione la sua vera natura: succede anche in questo episodio, dove Freccia Verde vuole redimere Black Siren per riscattare se stesso, riportando un po’ di luce dopo aver seminato molte ombre. D’altra parte, lo stesso Prometheus intende colpirlo nella sua intimità più profonda. Abbiamo già visto fin troppe volte il cliché dell’antagonista che si rifiuta di uccidere l’eroe perché vuole assistere alle sua sofferenze (come Deathstroke nella seconda stagione), ma stavolta c’è qualcosa di più raffinato: la strategia del misterioso guerriero, infatti, è finalizzata a indurre un processo di autodistruzione, come se Oliver fosse destinato a crollare sotto il peso delle sue colpe. E le persone che ha perduto lungo la strada, i cari estinti che tormentano le sue notti, sono il mezzo migliore per ottenere questo scopo.

Voto: ***1/2

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