Qual è il miglior film di Natale? Difficile scegliere, ci sono moltissime pellicole che, in un modo o nell’altro, esprimono al meglio lo spirito natalizio. Ci sono anche film che all’apparenza hanno poco o niente a che fare con il Natale, eppure sono in grado di esprimere al meglio tutta la carica positiva insita nella festa più attesa dell’anno, quel giorno in cui tutti siamo più buoni (o perlomeno dovremmo esserlo), quel giorno in cui è possibile buttare alle spalle il passato e, perché no, diventare un’altra persona, proprio come il Canto di Natale di Charles Dickens ci ha insegnato.
C’è già chi, alla faccia di moltissimi classici, ha eletto Die Hard come miglior film di Natale di tutti i tempi. Cosa che al sottoscritto va benissimo, sia chiaro, ma c’è anche un’altra pietra miliare del cinema di genere che merita, forse ancora di più, di diventare il cult natalizio per eccellenza e quel film è Arma Letale, scritto da Shane Black e diretto nel 1987 da Richard Donner. La pellicola che ha portato per la prima volta sul grande schermo la strana (e al tempo stesso perfetta) coppia formata da Martin Riggs (un insuperabile Mel Gibson) e Roger Murtaugh (un altrettanto bravissimo Danny Glover, perennemente “troppo vecchio” per stronzate del genere).
La storia è quella di un poliziotto, ex reduce del Vietnam, vedovo, in un profondo stato di depressione e con manie suicide. Una vera e propria mina vagante, evitato da tutti i colleghi, che viene affiancato ad un agente più grande ed esperto, con una solida famiglia e una vita abbastanza tranquilla. Una collaborazione in principio turbolenta che con il passare del tempo si trasforma in una profonda amicizia, cementata durante una rischiosa indagine.
La tipica storia di Natale? Sembra di no. Certo, non vi ho detto che l’avvicinarsi delle feste coincide con l’evolversi della storia, quindi il periodo è quello giusto, ma la questione è un altra, perché la cornice natalizia è solo la ciliegina sulla torta in una pellicola che ci propone in modo diverso la classica storia di riscatto che contraddistingue titoli come il già citato Canto di Natale o La Vita è Meravigliosa di Frank Capra. Ed è proprio all’interno di quel film che viene pronunciata una frase che rappresenta alla perfezione anche Arma Letale:
Strano, vero? La vita di un uomo è legata a tante altre vite. E quando quest’uomo non esiste, lascia un vuoto.
Chi ha visto almeno una volta Arma Letale sa bene che in queste parole si racchiude il profondo rapporto di amicizia tra Martin Riggs e Roger Murtaugh, approfondito ulteriormente sequel dopo sequel.
Arma Letale non è stato concepito come film natalizio, questo è certo. Lo stesso Shane Black ha però ammesso di aver ambientato di proposito la storia durante il periodo delle festività, un periodo in cui chi è solo si sente veramente solo e in cui, volenti o nolenti, ci ritroviamo a tirare le somme della nostra vita. Lo sa bene Martin Riggs, che proprio come George Bailey, il protagonista de La Vita è Meravigliosa interpretato da James Stewart è pronto a compiere un gesto estremo perché non vede più un futuro. Non riesce più a considerare le persone che gli sono attorno come tali, proprio come l’Ebenezer Scrooge di Charles Dickens e si trova a vedere il mondo con occhi nuovi e ad acquistare nuovamente la speranza solo dopo un lungo e difficile percorso interiore.
A questo punto risulta lampante la somiglianza tra questa storia e i più grandi classici del genere, non trovate? Del resto le caratteristiche che contraddistinguono ogni grande classico natalizio sono due:
– L’ambientazione temporale
– Il cambiamento interiore del protagonista
Ma c’è una differenza fondamentale: sia nel Canto di Natale che ne La Vita è Meravigliosa, questo cambiamento interiore avviene grazie all’incontro con figure che non sono legate alla dimensione terrena, come i fantasmi del Natale Passato, Presente e Futuro o l’Angelo di Seconda Classe Clarence, in grado con i loro poteri di cambiare la nostra concezione del mondo.
In Arma Letale non c’è nessuna componente fantastica, c’è “solo” una profonda amicizia, c’è ”solo” la volontà di cambiare sul serio, che si concretizza nel finale con un regale di Natale anomalo ma carico di significato. Una pallottola speciale, che Riggs conservava per compiere il suo suicidio e che viene donata a Murtaugh perché ormai non serve più. Standing ovation, titoli di coda. È questo lo spirito del Natale.
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