Cinema

I migliori film del 2016 secondo ScreenWEEK – La classifica di Lorenzo

Pubblicato il 30 dicembre 2016 di Lorenzo Pedrazzi

A prima vista, il 2016 potrebbe sembrare un anno piuttosto convenzionale nell’ambito dell’industria cinematografica e dei suoi guadagni, ma la verità è che gli schemi consueti sono stati parzialmente disfatti dalla presenza di alcuni notevoli “guastatori”, la cui azione potrebbe riecheggiare a lungo termine sia sulle politiche hollywoodiane sia su quelle locali. Da un lato, Deadpool ha dimostrato che anche un film R-rated può ottenere grandi incassi a livello globale, contraddicendo la proverbiale timidezza degli studios a produrre blockbuster vietati ai minori: se le major decideranno di seguire l’esempio del Mercenario Chiacchierone (indipendentemente dai giudizi qualitativi sul film), in futuro vedremo un maggior numero di produzioni medie o grandi con la classificazione restricted, a cominciare dall’attesissimo Logan, peraltro sempre della Fox.

Parallelamente, se riduciamo la focalizzazione al mercato italiano, il successo de Lo chiamavano Jeeg Robot potrebbe stimolare una produzione più variegata, puntando maggiormente sui generi e sull’evasione fantastica, per svecchiare un cinema che – almeno nel contesto mainstream – si affida esclusivamente alle commedie, ai melodrammi e alla cronaca contemporanea; il responso dei David di Donatello è stato molto significativo, in tal senso. Tornando agli U.S.A., un film come Arrival dimostra invece che per Hollywood è ancora possibile sfuggire all’infantilizzazione dei blockbuster, offrendo storie più “adulte” e complesse anche all’interno dei generi: quando si lascia spazio a talenti come Denis Villeneuve, i risultati si vedono.

Nel compilare la mia personale TOP 10 del 2016, però, ho dovuto tenere conto solo dei film effettivamente distribuiti in Italia nel corso dell’anno, quindi sono stato costretto a escludere lo stesso Arrival e altri titoli che ho amato particolarmente, come La La Land, Jackie, Hunt for the Wilderpeople ed Elle. Per ragioni opposte, preferisco escludere anche quei film che sono usciti ufficialmente in Italia con notevole ritardo, come l’ottimo It Follows: inserirlo in una classifica del 2016 mi sembrerebbe ridicolo.

Prima di lasciarvi alla mia lista, vi ricordo che potete creare anche voi la vostra Top10 personale: andate su ScreenWeek.it, loggatevi o create in pochi istanti il VOSTRO PROFILO, e poi andate nella sezione LISTE. Seguite il percorso guidato, e in pochi click potrete farlo anche voi! Inoltre, vi segnalo le TOP 10 di Daniele e Filippo.

MENZIONI SPECIALI: Zootropolis, La grande scommessa, 10 Cloverfield Lane, Fiore, Sing Street, Animali notturni, Alla ricerca di Dory, Lo chiamavano Jeeg Robot, Frantz, The Nice Guys, Il Club, Tutti vogliono qualcosa, Doctor Strange.

Ed ecco la mia TOP 10:

10BROOKLYN di John Crowley

Ci vuole una sensibilità raffinata per raccontare lo spaesamento e la solitudine dei migranti: con Brooklyn, il regista John Crowley e lo sceneggiatore Nick Hornby confezionano il melò più delizioso dell’anno, partendo dal romanzo omonimo di Colm Tóibín. Un film di grande calore, ricco di sincera speranza, dove la migrazione dei popoli viene ritratta come un percorso circolare che si reitera di generazione in generazione, con individui che affrontano l’ignoto per inseguire un’utopia. E talvolta, come accade alla meravigliosa Saoirse Ronan, riescono anche a realizzarla.

[widget/movie/28992]

9THE VVITCH di Robert Eggers

Debutto sorprendente per Robert Eggers, che resuscita il folk horror e gli dona una veste raffinata, macabra e storicamente fedele: raramente si è visto un impegno simile per una produzione horror, con tanto di riprese che utilizzano solo la luce naturale (per gli esterni) o la fiamma delle candele (per gli interni), come fece Kubrick in Barry Lindon. The VVitch è un racconto di folclore, una fiaba oscura che penetra nel ventre profondo dell’America puritana, rievocando spettri non ancora del tutto esorcizzati.

[widget/movie/34385]

8ROOM di Leonard Abrahamson

Guidato dalle straordinarie interpretazioni di Jacob Tremblay e Brie Larson (che ha vinto l’Oscar come Migliore Attrice Protagonista), Room è la storia di due creature ostinate che combattono la banalità del male, e ne escono rafforzate nel loro amore reciproco. La rigida suddivisione drammaturgica (due atti separati dalla magistrale sequenza della fuga, esempio di suspense come pochi altri quest’anno) permette a Leonard Abrahamson di confezionare un dramma intimo e ragionevole, dove la maternità non è un concetto retoricamente idealizzato, ma un magma complesso di decisioni coraggiose e reazioni sofferenti.

[widget/movie/33646]

7IL FIGLIO DI SAUL di László Nemes

L’orrore del Novecento è, per sua stessa natura, irrappresentabile, ma László Nemes trova una soluzione arguta per mettere in scena la terrificante precisione scientifica del massacro: fedele all’idea che evocare sia più efficace di mostrare, il cineasta ungherese incolla la macchina da presa al protagonista, forzandoci a vivere l’intera vicenda attraverso il suo corpo, mentre gli orrori restano fuori campo. L’immagine mentale che ne traiamo – anche in virtù del sonoro – è sufficiente per sconvolgerci. Di fronte a uno sterminio che, oltre a perpetrare la morte, puntava a cancellarne il ricordo dal tessuto della Storia, Il figlio di Saul si fa guidare dalla necessità della memoria, anche al costo dell’incolumità personale.

[widget/movie/33402]

6AVE, CESARE! di Joel e Ethan Coen

Joel e Ethan Coen vivisezionano il tramonto dello studio system (o meglio, le prime avvisaglie della sua futura conclusione) con una satira luminosa e arguta che tocca i nervi scoperti di un periodo storico delicato: tra le paranoie della Guerra Fredda e l’ossessione per il Pericolo Rosso, Ave, Cesare! rievoca una Hollywood dove il grande spettacolo dei film western, peplum e musical era solo un sedativo contro le preoccupazioni sociali e internazionali, mentre il crescente successo della televisione minacciava di svuotare le sale cinematografiche. Ennesimo gioiellino nella carriera dei due cineasti.

[widget/movie/21821]

5STEVE JOBS di Danny Boyle

Danny Boyle e soprattutto Aaron Sorkin reinventano il biopic per una delle figure più controverse degli ultimi trent’anni: invece di raccontare didascalicamente la storia di Steve Jobs, lo sceneggiatore isola tre momenti chiave della sua carriera (le presentazioni del Macintosh 128K nel 1984, del NeXT Computer nel 1988 e dell’iMac nel 1998) per illustrarne i retroscena professionali e familiari, dai quali emergono non soltanto la personalità e la psicologia dell’imprenditore, ma anche la sua influenza sull’immaginario contemporaneo. Il tutto attraverso una pregevole concatenazione di dialoghi brillanti, fitti e taglienti come si conviene alla tradizione di Sorkin.

[widget/movie/27985]

4ANOMALISA di Charlie Kaufman e Duke Johnson

Caratterizzato da una combinazione di straniamento, alienazione e disumanizzazione, il cinema di Charlie Kaufman trova nello stop-motion il suo ambiente ideale, soprattutto se consideriamo che i pupazzi animati sono stranianti per definizione. Con Anomalisa, lo sceneggiatore raggiunge una sintesi buffa e malinconica dei suoi temi ricorrenti, come i tranelli dell’identità individuale e la caducità del sentimento amoroso, arricchendo il film di esilaranti siparietti dialogici che denudano la vacuità delle interazioni sociali. L’umorismo surreale trasfigura la quotidianità in una dimensione grottesca e ricca di nonsense, dove l’ironia non ha però una funzione salvifica, ma appare come una resa incondizionata al disgusto del mondo, un’accettazione sarcastica delle sue innumerevoli amarezze.

[widget/movie/29391]

3NERUDA di Pablo Larraín

Pablo Larraín ci ha regalato tre film meravigliosi in due anni (gli altri sono Il Club e Jackie), di cui ben due biopic, ma Neruda è quello che rilegge il genere nel modo più audace. Sfida “esistenziale” tra cacciatore e preda come in un polar francese, il film mette in scena il paradosso di un personaggio (inventato?) che insegue il suo autore, frustrato dall’impossibilità di eguagliarne il prestigio sociale e intellettuale. Un’opera onirica e surreale, ma radicata nella Storia.

[widget/movie/34872]

2KUBO AND THE TWO STRINGS di Travis Knight

L’ennesimo gioiello dello Studio Laika è forse il suo capolavoro: al di là degli enormi pregi tecnici ed estetici (con lo stop-motion più raffinato di sempre), Kubo and the Two Strings si rivela una grande celebrazione della trasmissione orale, dove l’eredità delle storie e della memoria – passando da una generazione all’altra – è l’unico mezzo per raggiungere l’immortalità. Un film avventuroso, spettacolare, commovente e radicato in una cultura ricchissima, che per una volta la produzione americana riesce a omaggiare con pieno rispetto.

[widget/movie/32917]

1PATERSON di Jim Jarmush

Balsamo per gli occhi e per la mente, Paterson è un capolavoro di silenziosa dolcezza, ennesima grande prova di uno dei maggiori registi contemporanei. Suddividendo il film nei sette giorni della settimana, Jim Jarmush costruisce uno schema reiterativo di piccolezze quotidiane, dettagli apparentemente insignificanti e incontri casuali da cui il protagonista ricava la materia prima della sua arte: una poesia lucida, astratta e concreta al tempo stesso, figlia di Carver e della straordinaria capacità di cogliere la meraviglia tra le pieghe dell’ordinario. Una tenera dichiarazione d’amore per quell’umanità che vive ai margini, ma non smette mai di farsi prendere “per incantamento”. Memorabile, anche in virtù della deliziosa coppia composta da Adam Driver e Golshifteh Farahani.

[widget/movie/34879]

Crea la tua Top10 di fine anno su ScreenWeek! Loggati o crea il tuo account in pochi istanti (A QUESTO LINK), clicca poi nella sezione “Profilo Personale” su LISTE per creare la tua Top10 di fine anno!

Vi invitiamo a scaricare la nostra NUOVA APP gratuita di ScreenWeek Blog (per iOSAndroid) per non perdervi alcuna news sul mondo del cinema, senza dimenticarvi di seguire il nostro canale ScreenWeek TV per rimanere costantemente aggiornati.

ScreenWeek è anche su Facebook, Twitter e Instagram #SwTop10

[widget/artist/49568,33893,48565,1423,1424,2716,27293,10767,28431,8677,2984]