Arrow – La recensione del 100° episodio, terza parte di Invasion!

Arrow – La recensione del 100° episodio, terza parte di Invasion!

Di Lorenzo Pedrazzi

La terza parte del cross-over Invasion! coincide con il 100° episodio di Arrow, una puntata celebrativa che ripercorre – per frammenti mnemonici – tutta la storia dello show, proseguendo al contempo la lotta contro i Dominatori

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Oliver (Stephen Amell) si ritrova in una realtà alternativa dove non è mai salito sulla Queen’s Gambit con suo padre, quindi non è mai diventato Freccia Verde e non ha perso nessuno dei suoi cari: Laurel (Katie Cassidy) è in procinto di sposarlo, mentre Robert (Jamey Sheridan) e Moira (Susanna Thompson) lo adorano. Anche Thea (Willa Holland) non è mai stata così felice. Ray (Brandon Routh) è invece fidanzato con Felicity (Emily Bett Rickards), mentre Sara (Caity Lotz) è appena tornata in città per il matrimonio. A Star City c’è un arciere incappucciato, ma sotto la sua maschera si nasconde Diggle (David Ramsey), che vuole espiare i peccati compiuti nell’esercito.
In verità, Oliver, Sara, Ray, Thea e Diggle sono stati catturati dai Dominatori, che li tengono in stato d’incoscienza e occupano le loro menti con un’allucinazione collettiva. I cinque eroi cominciano a rendersene conto: ricordano eventi della loro vita reale, e sentono che c’è qualcosa di sbagliato in quell’esistenza apparentemente idilliaca. Oliver trova il covo di Diggle e scopre che Felicity lavora con lui, ma viene cacciato malamente; il giorno dopo, però, Diggle gli fa visita e gli confessa i suoi dubbi sulla realtà che li circonda. Si sono accorti che in città c’è un edificio che non dovrebbe esistere, quello della Smoak Technologies, e intuiscono che quella potrebbe essere la loro via d’uscita. Riescono a coinvolgere anche Sara e Ray, mentre Thea non vuole rinunciare alla sua vita perfetta e decide di rimanere.
Intanto, nella vera Star City, Felicity accoglie Cisco (Carlos Valdes) nella base del Team Arrow, e gli presenta Mr. Terrific (Echo Kellum), Wild Dog (Rick Gonzalez) e Ragman (Joe Dinicol). Devono assolutamente ritrovare Oliver e gli altri, quindi Curtis mette a punto un traduttore per decifrare i messaggi degli alieni, ma per usarlo devono prima reperire un dispositivo che permetterà loro di hackerare la tecnologia dei Dominatori. Poiché tale componente è stato rubato dalla Dr.ssa Laura Washington, una donna che l’ha usato per potenziare ciberneticamente il suo corpo, la squadra coinvolge Flash (Grant Gustin) e Supergirl (Melissa Benoist), che guidano la missione nonostante la diffidenza di Wild Dog. Laura Washington – soprannominata Cyber Woman da Ragman – viene sconfitta senza problemi, e il dispositivo permette a Felicity e Cisco di scoprire le coordinate in cui si trovano i prigionieri: nello spazio.
Nell’allucinazione collettiva, Oliver, Sara, Ray e Diggle cominciano la fuga, ma prima devono affrontare le manifestazioni dei loro più grandi nemici, tra cui Damien Darhk (Neal McDonough), Malcolm Merlyn (John Barrowman) e Deathstroke. Thea ha cambiato idea perché non vuole perdere l’unica famiglia che le è rimasta (ovvero Oliver), e si unisce alla battaglia, dalla quale gli eroi escono vincitori. Oliver, addolorato, saluta Laurel. Il gruppo entra nel grattacielo della Smoak Technologies, dove trova un portale che conduce fuori dal sogno. Prima di attraversarlo, Oliver vede gli “spettri” delle persone che hanno segnato (o stanno segnando) la sua vita, e ne ascolta le parole.
Finalmente liberi, i fuggitivi scoprono di essere sulla nave madre dei Dominatori. Dopo aver respinto gli alieni con un fucile trovato appeso a una parete, raggiungono l’hangar e scappano a bordo di una navetta, che viene intercettata dalla Waverider e portata in salvo. Nate (Nick Zano) li accoglie sulla nave, e il gruppo deduce che gli alieni li hanno tenuti in vita per ottenere delle informazioni dal loro subconscio. Ray ricorda una frase pronunciata dagli invasori, subito tradotta da Gideon: gli alieni hanno completato una misteriosa arma, e ora la nave madre è diretta verso la Terra…

La recensione della prima parte di Invasion!

La recensione della seconda parte di Invasion!

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Oliver fa cento
Il traguardo dei 100 episodi non è una cosa da poco, soprattutto per un prodotto claudicante come Arrow, che ha perso la fiducia di moltissimi fan dopo le ultime due stagioni. Non si può negare, però, che lo show abbia spianato la strada al rilancio delle serie tv supereroistiche, sfruttando il volano del Batman di Christopher Nolan per rileggere il genere alla luce di un cupo “pseudo-realismo”, anche se gli altri titoli del DC TV Universe – di cui Arrow resta il capostipite – hanno preferito seguire una strada diversa. Il fatto che la puntata n° 100 coincida con Invasion! rappresenta sia un vantaggio sia un handicap, a seconda dei punti di vista: il rapimento di Oliver per mano dei Dominatori permette di mettere in scena una realtà alternativa – vera e propria celebrazione della “mitologia” dello show – dove il rampollo di casa Queen non è mai partito sulla Queen’s Gambit, quindi non è mai diventato Freccia Verde e sta vivendo un’esistenza pressoché perfetta, senza i lutti che hanno funestato le sue avventure (soprattutto il padre Robert, la madre Moira e l’amata Laurel Lance); al contempo, però, il cross-over ne paga lo scotto e viene parzialmente relegato in secondo piano, rallentando così la trama dell’invasione.

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Grazie ai lampi mnemonici che i personaggi sperimentano quando entrano in contatto gli uni con gli altri, l’episodio ripercorre tutta la storia di Arrow, narrando al contempo un what if che valorizza i risvolti melodrammatici dello show. A tratti il risultato è toccante, soprattutto nell’addio di Oliver alla povera Laurel, ma l’impressione è che la sceneggiatura fatichi a gestire i diversi piani narrativi, confezionando una puntata un po’ disorganica rispetto al quadro generale del cross-over, con scarsa coesione tra i due livelli del racconto. La carenza di tempo materiale impedisce di sviluppare adeguatamente la trama della realtà alternativa, dove ogni sviluppo è frettoloso e artificioso: Oliver e gli altri scoprono l’inganno e uniscono le forze con sorprendente rapidità, mentre l’espediente del palazzo come porta d’uscita non ha nessuna giustificazione; inoltre, non è chiaro per quale motivo Diggle diventi Freccia Verde, dato che non ha vissuto le stesse esperienze di Oliver su Lian Yu. Più valida, di contro, l’idea che prima di fuggire i nostri eroi debbano affrontare gli “spettri” dei rispettivi avversari, quelli a cui devono le loro più grandi sofferenze: da qui derivano i camei di Malcolm Merlyn, Damien Darhk e Deathstroke, anche se quest’ultimo è interpretato da uno stuntman che non toglie mai la maschera.

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L’esito è simile anche al di fuori dell’allucinazione. La comparsata di Flash e Supergirl è giusto un “bonus” per espandere lo sguardo dell’episodio oltre i confini di Arrow, ma lo spazio non basta per tutti gli eroi (Ragman e Mr. Terrific sono ininfluenti, Artemis non esiste nemmeno), mentre i dubbi di Wild Dog sui meta-umani si risolvono in modo fin troppo repentino; in compenso, il Velocista Scarlatto e la Ragazza d’Acciaio ci regalano una spettacolare scena d’azione nello scontro con Cyber Woman, supercriminale basata sulla Cyborgirl dei fumetti DC, con la quale condivide molte caratteristiche. L’intreccio è però eccessivamente semplificato, sia nella ricerca del componente per hackerare la tecnologia aliena sia nella successiva fuga di Oliver, Thea, Sara, Diggle e Ray dall’astronave dei Dominatori, piena di assurdità e banalizzazioni che mettono a dura prova qualunque sospensione d’incredulità. I passaggi narrativi sono soltanto abbozzati, perché il tempo è poco e il copione deve concentrare molti eventi in 45 minuti.

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Insomma, l’omaggio alla “mitologia” di Arrow può dirsi riuscito nelle sfumature emotive, ma l’impostazione della trama e il suo inserimento all’interno di Invasion! lasciano a desiderare. Dopo tre episodi (anche se quello di Supergirl era solo un prologo) non abbiamo ancora visto gli eroi combattere contro gli alieni, e il cross-over rischia di apparire troppo sbilanciato: non resta che attendere la conclusione su Legends of Tomorrow per farsi un’idea definitiva.

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La citazione:
«Non ho fatto tutti quei sacrifici per una ricompensa, Thea. Li ho fatti perché era la cosa giusta, e vedere tutto questo dimostra che c’è ancora molto da fare, ma non posso farlo senza di te.»

Ho apprezzato:
– L’omaggio alla mitologia di Arrow
– L’addio tra Oliver e Laurel
– Lo scontro tra Flash, Supergirl e Cyber Woman

Non ho apprezzato:
– I passaggi narrativi improbabili e/o frettolosi
– Il carattere disorganico dell’episodio (anche rispetto al cross-over)
– La gestione discutibile del cast corale
– Le semplificazioni dell’intreccio

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