Videogames

Final Fantasy XV: le origini con la Fabula Nova Crystallis

Pubblicato il 29 novembre 2016 di Marco Lucio Papaleo

Martedì, 29 novembre 2016: a tanti appassionati di videogiochi non sembra neanche vero di avere infine tra le mani una copia dell’attesissimo, e più volte rimandato nel corso di ben due lustri, Final Fantasy XV. Data la portata dell’evento, che si snoda su ben più di un media e ha coinvolto nell’attesa milioni di appassionati, abbiamo deciso di portarvi nel mondo di Final Fantasy con una serie di speciali che culminerà nell’analisi recensiva del gioco.

Ma quando e come nasce, in effetti, FFXV? Oggi parleremo della sua travagliata genesi, interessante almeno quanto l’attuale storia del titolo, che ha subito profonde e radicali trasformazioni.
In principio, difatti, c’era Final Fantasy Versus XIII, annunciato all’Electronic Entertainment Expo del 2006 come parte integrante della saga contenitore Fabula Nova Crystallis, che doveva avere al suo interno anche Final Fantasy XIII e Final Fantasy Agito. I tre giochi sarebbero stati completamente a se stanti, non fosse per alcuni elementi di mitologia in comune, in particolare il ritorno del brand alla fascinazione verso i Cristalli Magici che aveva caratterizzato i primissimi titoli per NES, negli anni ’80.
Il destino, tuttavia, ha voluto che nel corso della gestazione del progetto Agito si sviluppasse nell’universo di Final Fantasy Type-0, mentre FFXIII evolvesse in una serie a tre capitoli. Quello che, tuttavia, ha subito più modifiche in corso d’opera è sicuramente Versus XIII, che ha subito un salto generazionale e, dopo anni di rincorse e promesse, solo nel 2013 è stato ripresentato come titolo facente parte della saga principale (il XIV, lo ricordiamo, è un MMORPG, anch’esso segnato da una sorte piuttosto travagliata).
Il progetto iniziale vedeva il veterano Kazushige Nojima a comporre il lore della cosiddetta “Fabula Nova” mentre Tetsuya Nomura alla creazione del concept di storia e personaggi. Nel 2013, tuttavia, il tutto è stato rivisto e Nomura è tornato a dedicarsi a Kingdom Hearts III, oltre che, più recentemente, del remake di Final Fantasy VII, lasciando il tutto nelle capaci mani di Hajime Tabata, che già riuscì a terminare con successo i lavori su Agito/Type-0 e a consegnare uno dei più bei prequel della storia dei videogiochi, Crisis Core: Final Fantasy VII.

Ma cos’è cambiato nel passaggio da Versus XIII a FFXV? Molto più che la veste grafica, in verità. Se già il sistema di combattimento aveva dalla sua diversi elementi action, sembrava prendere una direzione simile, per certi versi, a FFXIII, con margini di azione molto più ampi (vedasi le sezioni sparatutto e su veicoli), ma da quel poco che sappiamo si tratta, comunque, di un sistema diverso da quello poi effettivamente implementato nel titolo attuale.

Molti dei personaggi principali, tra cui chiaramente il protagonista Noctis e i suoi tre amici/guardie del corpo Gladio, Ignis e Prompto, oltre a Re Regis e all’Imperatore Iedolas, sono sempre presenti, ma hanno subito modifiche, se non caratteriali, quantomeno nell’aspetto. Un personaggio in particolare, però, è stato così radicalmente cambiato da essere, nei fatti, completamente un’altra cosa: stiamo parlando della co-protagonista femminile, che a parte il biondo colore della chioma e il cognome sembra abbia assunto connotati completamente diversi. La fu Stella, divenuta in seguito Lunafreya, sembrava fosse un personaggio sempre molto volitivo ma decisamente più ambiguo e votato al combattimento, e dotato di poteri magici simili a quelli di Noctis.

Alla base, il setting e il plot erano all’incirca lo stesso: l’atavico regno di Lucis veniva attaccato dal militarmente più imponente Impero di Niflheim, in cerca del potere del magico Cristallo. Noctis scampa all’attentato e al susseguente colpo di stato per mettersi poi in marcia e tentare di riconquistare il regno perduto del padre insieme ai suoi tre più fidati (e unici) amici. Ma, a giudicare dai trailer usciti all’epoca (trovate qui in calce un montaggio degli stessi) l’ambientazione e il tono della narrazione erano decisamente più cupe e apocalittiche; il mondo di Eos era governato dal culto dei morti e degli spiriti, gli scenari erano bui e devastati, i personaggi erano agitati da pulsioni shakespeariane a metà tra Re Lear e Romeo e Giulietta.

Il dramma era costantemente dietro l’angolo e pare non ci fosse spazio per certe “frivolezze” inserite successivamente da Tabata, come la pesca o la cucina, o anche solo la tematica, divenuta poi centrale, del viaggio formativo on the road insieme agli amici. Il perché di questo cambiamento? Sembrerebbe che, nel momento in cui si è deciso di “promuovere” il titolo a portabandiera della saga ammiraglia e non più a spin-off, si sia sentita la necessità di alleggerirlo in alcuni aspetti per motivi puramente commerciali, allargando la fascia di pubblico a cui poteva essere rivolto. Per quanto rimanga il rammarico per il non poter conoscere di più sulla trama originaria, non disperate: FFXV non è certo privo di momento di pathos, come potete saggiare anche solo dal film d’animazione CGI Kingsglaive, di cui parleremo in un prossimo speciale.

Vi invitiamo a scaricare la nostra NUOVA APP gratuita di ScreenWeek Blog (per iOSAndroid) per non perdervi alcuna news sul mondo del cinema, senza dimenticarvi di seguire il nostro canale ScreenWeek TV per rimanere costantemente aggiornati.