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Independence Day: Rigenerazione – La recensione del sequel diretto da Roland Emmerich

Pubblicato il 09 settembre 2016 di Filippo Magnifico

QUI l’irriverente vignetta di Don Alemanno

Arrivato nelle sale nell’ormai lontano 1996, Independence Day, il disaster movie fantascientifico diretto da Roland Emmerich, ha segnato un’epoca, conquistando il pubblico di tutto il mondo e confermandosi come uno delle più famose pellicole fantascientifiche di tutti i tempi (piaccia o meno, è così). Gli anni ‘80 erano ormai passati e gli alieni pacifici che avevano caratterizzato le storie di pellicole come E.T. l’extra-terrestre ed Explorers si erano fatti da parte per riproporre una minaccia che aveva caratterizzato la trama di moltissimi cult degli anni ‘50. La paura dell’invasore da un altro mondo, sconosciuto, malvagio e (apparentemente) impossibile da distruggere. Tutto questo affidato ad un grande cast – composto da nomi come Will Smith, Jeff Goldblum, Bill Pullman – e condito, ovviamente, dai migliori effetti speciali che il periodo poteva offrire, per mettere in scena la distruzione e regalare al pubblico quel brivido che solo il grande schermo è in grado di offrire.

Il risultato? Un premio Oscar (per il gli effetti speciali, appunto) e ben 817 milioni d’incasso. Considerando tutti questi punti si stenta a credere che si sia deciso di realizzare un sequel solo ora ma a quanto pare era questo il momento giusto e, soprattutto, era questa la storia giusta per Roland Emmerich, tornato a dirigere anche questo secondo capitolo. La storia, ovviamente, ruota attorno ad un nuovo attacco alieno, per esigenze di copione molto più grande e molto più distruttivo. Sono passati 20 anni e il presente all’interno del quale è ambientata la storia scorre lungo una linea temporale parallela. Le nazioni della Terra, sconvolte dagli eventi del 1996, si sono unite per dar vita ad un immenso programma di difesa, recuperando e riutilizzando quella tecnologia lasciata dagli invasori sconfitti perché, in verità, tutti sapevano che un giorno sarebbero tornati e sarebbero stati più forti. Ad un piccolo gruppo di combattenti e scienziati, composto da vecchie conoscenze e new entry, il compito di fronteggiare questa minaccia.

Diciamo subito che Roland Emmerich non si è smentito, è suo il regno dei “disaster movie” e quello che si vede sul grande schermo è un disastro di proporzioni bibliche, un tripudio di effetti speciali, una gioia per gli occhi che, in un certo senso, giustifica i 20 anni passati tra il primo e il secondo capitolo (sarebbe stato impossibile realizzare un simile spettacolo prima). Ma a parte questo c’è sul serio altro? La risposta, purtroppo, è no. Independence Day: Rigenerazione è un grandissimo film senz’anima, un’opera corale senza personaggi in grado di destare il minimo interesse, questo nonostante il plot sia praticamente lo stesso e ci siano attori cari ai fan, come ad esempio Jeff Goldblum e Bill Pullman (Will Smith no, lui ha rinunciato, al suo posto troviamo il figlio cinematografico Jessie Usher). I loro personaggi sembrano svuotati, lo stesso effetto suscitato dai nuovi arrivati Liam Hemsworth, Maika Monroe e Charlotte Gainsbourg.

La domanda che dobbiamo porci a questo punto è una: a cosa serve mettere in scena, nel migliore dei modi oltretutto, la distruzione più totale se non c’è un vero e proprio protagonista ad affrontarla? In due ore di film accade l’impossibile ma l’interesse è pari a zero. Si potrebbe interpretare il tutto come un importante messaggio: in un possibile conflitto siamo tutti protagonisti, dobbiamo collaborare per vincere ecc. Ma forse non è il caso di cercare una giustificazione a tutti i costi.

Nel cast di Independence Day: Rigenerazione troviamo Jeff Goldblum, Judd Hirsch, Maika Monroe, Brent Spiner, Liam Hemsworth, Jessie Usher, Charlotte Gainsbourg, Vivica A. Fox e Travis Tope.

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