Agents of S.H.I.E.L.D. – La recensione dell’episodio 4.01: The Ghost

Agents of S.H.I.E.L.D. – La recensione dell’episodio 4.01: The Ghost

Di Lorenzo Pedrazzi

La grande attesa che circondava The Ghost, premiere della quarta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D., è sintetizzabile nel debutto di Ghost Rider, ennesima metamorfosi di una serie che vuole far crescere le sue ambizioni…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER.

Daisy (Chloe Bennet) è ormai nota presso l’opinione pubblica come Quake: agisce in clandestinità e colpisce le risorse dei Watchdogs, gruppo para-nazista che odia gli Inumani. A Los Angeles, mentre insegue una piccola banda che lavora per loro, s’imbatte in un vigilante motorizzato (e infuocato) che sembra indistruttibile: è Ghost Rider, che uccide quasi tutti i membri della gang e ne rapisce uno. Un altro sopravvive, e viene portato in ospedale. Daisy fugge dalla scena del crimine.
May (Ming-na Wen) viene informata dell’accaduto, e scopre che il superstite ha descritto una ragazza che corrisponde a Daisy. Il nuovo Direttore dello S.H.I.E.L.D. non si fida più di Mack (Henry Simmons) e Coulson (Clark Gregg) per rintracciarla, quindi predispone una squadra speciale che avrà l’autorizzazione a ucciderla se sarà ritenuta colpevole degli omicidi. May chiama Mack e Coulson per avvertirli, in modo che possano cominciare le indagini a Los Angeles prima degli altri. Mack convoca Elena (Natalia Cordova-Buckley), con cui potrebbe avere un flirt, se solo le regole dell’agenzia non lo proibissero; lei, però, non ha voglia di rispettarle. Elena è segretamente in contatto con Daisy, e la informa dei movimenti dello S.H.I.E.L.D., oltre a fornirle delle pillole per la guarigione accelerata delle ossa (danneggiate dall’uso dei suoi poteri sismici). Daisy fa visita al sopravvissuto in ospedale, ma lui le dice che “quando il Rider ti brucia, brucia anche la tua anima”, e muore davanti ai suoi occhi. In città si parla di Ghost Rider come di un vigilante che punisce i colpevoli con la morte.
Intanto, Fitz (Iain De Caestecker) e Simmons (Elizabeth Henstridge) continuano la loro storia d’amore, ma trascorrono poco tempo insieme perché lei ricopre l’incarico di consigliere del Direttore, e ha ricevuto un grado ancor più alto di quello di May. Fitz va a trovare il Dr. Holden Radcliffe (John Hannah) per guardare una partita di calcio insieme a lui, e scopre che ha dato un corpo molto verosimile alla sua assistente digitale, A.I.D.A. (Mallory Jensen), nonostante il divieto di compiere esperimenti senza previa autorizzazione e sotto lo stretto controllo delle autorità. L’obiettivo non è creare un’intelligenza artificiale, bensì costruire dei replicanti che possano sostituirsi agli agenti nelle missioni più pericolose, facendo da scudo o da diversivo. Seppur recalcitrante, Fitz accetta di non dire nulla finché il progetto non sarà stato perfezionato.
Mack e Coulson scoprono che la gang di Los Angeles aveva il compito di recuperare un camion contenente una misteriosa cassa: dopo aver individuato il camion, nel cui rimorchio ci sono alcuni cadaveri e sangue ovunque, i due agenti posizionano delle telecamere per cogliere i mandanti sul fatto. Alcuni uomini di origini asiatiche vengono a reclamare la cassa, la aprono e liberano una strana presenza – una sorta di spettro con sembianze femminili – che li induce a uccidersi a vicenda, deformando i volti dei loro compagni in una specie di teschio con le orbite vuote. La squadra di May interviene, e neutralizza i criminali impazziti. Lo spettro, però, sfiora anche lei.
In parallelo, Daisy ha svolto le sue indagini, ed è riuscita a rintracciare uno sfasciacarrozze che lavora con auto simili a quella di Ghost Rider: sul posto incontra un giovane meccanico, Robbie Reyes (Gabriel Luna), e capisce che lui e il vigilante sono la stessa persona. Inizia lo scontro, e Robbie fa appello al demone che vive dentro di lui: il suo cranio si trasforma in un teschio infuocato, e riesce ad atterrare Daisy con la sua forza sovrumana. L’eroina gli chiede di essere giustiziata, ma il demone la risparmia e se ne va.
Sull’aereo dello S.H.I.E.L.D., Coulson si confronta con May, e lei per un attimo vede il volto dell’amico trasformarsi in una specie di teschio, com’era accaduto ai criminali che avevano aperto la cassa…

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«It’s vengeance, chica.»
Nella costante ricerca di una sua identità, Agents of S.H.I.E.L.D. ha cambiato pelle molte volte, imparando dai propri errori e talvolta compiendone di nuovi, ma cercando sempre di spingersi oltre i propri limiti creativi e di budget. Si può dire che la serie non sia mai stata uguale a se stessa, e questo è un bene, anche se necessiterebbe di un po’ di stabilità per proseguire tranquillamente sul suo cammino. La quarta stagione rappresenta l’ennesima metamorfosi di uno show che, col tempo, ha capito di non poter prescindere dal vasto serbatoio di supereroi e supercriminali dei fumetti Marvel, poiché la riconoscibilità iconica dell’universo narrativo – come il suo potere d’intrattenimento – è legato indissolubilmente a quei personaggi che i lettori conoscono e amano. Se è vero che certi tentativi sono sembrati fin troppo timidi (è il caso di Graviton, Deathlocke, Mr. Hyde e Blizzard, giusto per citarne alcuni), l’introduzione di Quake e Slingshot è stata ben più ragionata, ed entrambe le eroine sono destinate a rimanere nel cast della serie. Il discorso con Ghost Rider è simile, e denota la volontà di evitare gli sbagli del passato: stavolta, infatti, gli autori non dedicano un tempo infinito alla genesi del personaggio, per poi mostrarcelo in versione “definitiva” solo nell’epilogo e per pochi minuti; al contrario, Ghost Rider si presenta già fatto e finito, con un avvio in medias res che ci proietta direttamente nell’azione.

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La nuova collocazione oraria sul palinsesto della ABC consente a Agents of S.H.I.E.L.D. di adottare toni più cupi, che si traducono in una rappresentazione leggermente più esplicita del sangue e della morte, com’è ovvio quando si mette in scena un antieroe brutale del calibro di Ghost Rider. Il carisma del personaggio fa quasi rimpiangere che questo non sia uno show dedicato a lui, ma il suo ruolo è comunque ben integrato nella trama della serie, soprattutto in rapporto al percorso clandestino di Quake e al suo coinvolgimento involontario negli omicidi del vigilante. A tal proposito, si avverte la presenza di un nuovo status quo, dove il gruppo è ormai diviso e lo S.H.I.E.L.D. è tornato ad agire sotto il controllo del governo, rispettando i famigerati Accordi di Sokovia che abbiamo visto in Captain America: Civil War. Parallelamente, il Dr. Holden Radcliffe ha creato A.I.D.A., e Fitz gli ricorda il caso di Ultron per metterlo in guardia dai pericoli dei robot senzienti: insomma, la percezione che lo show si svolga all’interno di un universo più vasto è sempre molto viva, e gli sforzi degli autori per mantenere quella coerenza sono apprezzabili. Inoltre, A.I.D.A. prefigura l’arrivo dei Life Model Decoy.

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Alla luce di tutto questo, The Ghost è certamente la miglior season premiere nella storia di Agents of S.H.I.E.L.D., poiché non viaggia col freno a mano tirato, ma dà libero sfogo al suo desiderio di intrattenere e appagare i fan. Ghost Rider è molto soddisfacente, misterioso e tamarro al punto giusto, con effetti digitali che reggono benissimo nonostante le ovvie carenze dei budget televisivi, anche se bisognerà attendere una scena d’azione più lunga ed elaborata per verificarne l’effettiva riuscita. Comunque le basi sono buone, anche per la trama orizzontale: Jed Whedon e Maurissa Tancharoen seminano indizi su potenziali minacce, sia fantascientifiche (A.I.D.A.) sia sovrannaturali (lo “spettro” rinchiuso nella cassa), confermando che lo show intende abbracciare la natura eterogenea dell’Universo Marvel; d’altra parte, l’attesissimo Doctor Strange introdurrà elementi mistici nel Marvel Cinematic Universe, e la serie è pronta a cavalcare quell’onda. Si nota anche una lieve sfumatura horror, piuttosto inedita per Agents of S.H.I.E.L.D., che preannuncia nuovi territori da esplorare.

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L’inizio della quarta stagione dimostra la costante propensione al rinnovamento che caratterizza la serie, anche in un ambiente pieno di limiti e costrizioni come quello della ABC: i dialoghi sono talvolta un po’ troppo didascalici ed “esplicativi”, la retorica è sempre in agguato, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Per il resto, ci si diverte.

La citazione:
«Dicono che quando il Rider ti brucia, brucia anche la tua anima.»

Ho apprezzato:
– L’introduzione immediata di Ghost Rider
– I toni leggermente più cupi
– I riferimenti al Marvel Cinematic Universe
– Gli indizi sulla trama orizzontale
– La propensione a rinnovarsi
– I buoni effetti visivi

Non ho apprezzato:
– Alcuni dialoghi un po’ troppo didascalici

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