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Cliffhanger: Le Serie Tv cancellate senza un finale

Pubblicato il 30 agosto 2016 di Andrea Suatoni

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Sono moltissime le serie chiuse inaspettatamente che hanno lasciato orfani milioni di fan; spesso prodotti anche di buonissima fattura ed alto livello non riescono a far breccia nel cuore del pubblico mainstream, rimanendo prodotti di nicchia senza una continuazione.
Ci sono alcuni casi in cui la decisione della cancellazione della serie è arrivata dopo la messa in onda dell’ultimo episodio, lasciando lo show in sospeso in irrisolti cliffhanger che avrebbero dovuto essere trattati nella stagione successiva: analizziamo nel nostro speciale le principali serie rimaste in sospeso, e di cui purtroppo non vedremo mai il finale!

ANGEL

La serie spin-off di Buffy – The Vampire Slayer con protagonista il vampiro più famoso degli anni ’90 (prima che il vampirismo diventasse cool) è stata cancellata nel 2004 dopo 5 stagioni piene di avvenimenti mistici e colpi di scena incalzanti, che ancora riuscivano ad interessare una larghissima fascia di pubblico: infatti la serie non è stata chiusa per un calo di ascolti, ma a causa della fretta di Joss Whedon nel volere una risposta per un sicuro rinnovo. La quinta serie lascia gli spettatori con un enorme cliffhanger: un portale demoniaco è stato aperto a Los Angeles, e tutti i protagonisti sono pronti ad affrontare la battaglia finale, quando ecco che… FINE.

PUSHING DAISIES

La romanticissima serie sul fabbricatorte e la sua innamorata, che non può toccare pena la morte istantanea, ci ha lasciato dopo 2 sole stagioni nel 2009. La veloce discesa dei rating d’ascolto fra la prima e la seconda fecero arrivare la ABC alla decisione di non continuare la seconda stagione dopo i primi 13 episodi, senza che la continuità narrativa venisse risolta: La storia di Ned e Chuck non ha avuto una conclusione, gli strani poteri di Ned non sono stati spiegati,  e tutte le storyline rimaste aperte sono state risolte in un epilogo di un minuto che rispecchiava l’improvvisa chiusura della serie non rendendole affatto giustizia.

RINGER

Sarah Michelle Gellar ci mostrava la versione ibrida di Orphan Black in una serie in cui interpretava allo stesso tempo due sorelle gemelle, protagoniste di una lunga serie di piani machiavellici e sotterfugi. Cancellata nel 2012 dopo la prima stagione nonostante le enormi potenzialità (bilanciate da una fattura tecnica non proprio eclatante) a causa di un calo di ascolti nelle ultime puntate, Ringer ci lascia con un grande cliffhanger sul futuro della protagonista Bridget Kelly, che dopo aver rivelato al marito e alla figlia di sua sorella (a cui si era sostituita) la sua vera identità viene allontanata dai due.

TRU CALLING

Tru Calling raccontava la storia di Tru Davies, una ragazza con l’incredibile potere di rivivere una giornata per prevenire la dipartita di chi, da morto, le chiedeva aiuto. La seconda stagione della serie constò solamente di 6 episodi a causa dei bassi ascolti registrati, e non bastò neanche l’arrivo di Jason Priestley, qui lontanissimo dal suo ruolo di Brandon in Beverly Hills 90210, a risollevare le sorti dello show, cancellato nel 2005. Moltissime le trame rimaste aperte: dallo scontro fra Jack e Tru al coinvolgimento del padre di lei nella morte della madre, fino al ruolo di Jensen, che dopo essere stato salvato da Tru aveva iniziato a ricordare stralci della realtà alternativa in cui era deceduto.

AGENT CARTER

Lo show ABC dedicato all’Agente Carter, vista nei film del MCU (Marvel Cinematic Universe) e che si era guadagnata una serie personale che alle produzioni cinematografiche faceva da prequel, è stata cancellata dopo due stagioni e 18 episodi, poiché nonostante fosse acclamata dalla critica non era riuscita a raggiungere i risultati di rating sperati. Il finale non conclude il lato romantico della serie, e rimane aperto sul cliffhanger della morte (?) di Thompson per mano di un uomo misterioso.

DIRT

La serie Dirt nasce da una fortunatissima intuizione e viene totalmente costruita sul perfetto personaggio della direttrice di un giornale scandalistico Lucy Spiller, con il quale Courtney Cox ha cercato di cancellare i toni scanzonati della sua Monica in Friends. Purtroppo lo show subì come tanti altri il peso dello sciopero degli sceneggiatori nel 2007, e la seconda stagione constò di soli 7 episodi anziché dei 13 previsti; non fu questo però ad affossare completamente gli ascolti della serie: a causa di alcune critiche, il tono della stessa fu enormemente cambiato dalla prima alla seconda stagione, il personaggio di Lucy venne molto smussato ed i caratteri interessanti, duri e drammatici vennero attenuati: nulla rimase del concept originale, e la serie perse tutto il suo pubblico venendo cancellata nel 2008.

TERMINATOR: SARAH CONNOR CHRONICLES

La serie Terminator: Sarah Connor Chronicles si era posta come una storia che sul lungo termine si proponeva di arricchire la mitologia dell’universo di Terminator, diventando canonica all’interno dello stesso. A causa dell’abbassamento di ascolti nella seconda stagione, nonostante la perfetta prova di Lena Headey (poi divenuta la Cersei di Game of Thrones), nel 2009 la serie fu cancellata, introducendo la storyline di un salto in un futuro dove John Connor non esisteva. Il canon veniva quindi svalutato, ed enormi domande senza risposta sancivano la divisione fra la serie ed i film.

FLASHFORWARD

Nato dalle ceneri di Lost e basato (a livello tecnico) su una delle sue dinamiche principali, FlashForward era un progetto ad ampio respiro che doveva essere composto di 5 stagioni strettamente interconnesse fra loro. A causa dei bassi ascolti, la serie venne cancellata, ma solo dopo la messa in onda dell’ultimo episodio della prima stagione: il cliffhanger rimandava ad una nuovissima trama, senza chiarire le vicende passate e ponendo in essere un ulteriore flashforward dopo la risoluzione del primo ambientato però 20 anni nel futuro. Per molti, la chiusura della serie significò il series finale peggiore della storia della TV: nessuna delle storyline veniva realmente chiusa, e nessuno dei personaggi trovava una risoluzione a livello narrativo.

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