Scream, la recensione dell’episodio 2×04: Happy Birthday to Me

Scream, la recensione dell’episodio 2×04: Happy Birthday to Me

Di Lorenzo Pedrazzi

Happy Birthday to Me è il quarto episodio della seconda stagione di Scream, disponibile in esclusiva italiana su Netflix: si scivola pericolosamente nel trash, ma un paio di guizzi salvano il divertimento, seppure in modo involontario…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Audrey seppellisce il cavatappi che l’assassino ha usato per uccidere il portiere del motel, ma la mattina dopo se lo ritrova nel letto: il killer la tiene sempre d’occhio, ed è entrato nella sua stanza mentre dormiva. Intanto, Emma scrive a Kieran per augurargli buon compleanno, e i due si mettono d’accordo per una serata romantica senza grandi feste. Eli, però, ha altri piani: dice a Emma che in realtà Kieran vorrebbe un party pieno di amici, e l’aiuta a organizzarlo. Noah invita Zoe alla festa, mentre Brooke continua a struggersi per la misteriosa assenza di Jake, che le scrive strani messaggi.
Il party si tiene in casa di Emma, poiché sua madre è via per lavoro. Tra lei e Eli – mentre preparano i festoni e gli alcolici – c’è un lieve momento d’imbarazzo in cui sembra che Eli voglia baciarla, ma l’arrivo di Brooke rompe il disagio. Sul portico ha trovato una bottiglia di costosissima tequila, che sembra essere un regalo di Jake. In casa arrivano tutti gli amici, compreso Augusto, su cui Audrey nutre dei sospetti: esaminando il suo tablet, ha infatti scoperto che il ragazzo ha disegnato un ritratto di Emma ricoperta di sangue. Kieran suona il campanello ed è sorpreso di trovare tutta quella gente, ma beve anche lui la tequila come tutti gli altri. Ben presto, però, si rendono conto che quella bevanda ha un sapore strano, e provoca attacchi nausea e vomito. Augusto capisce che si tratta di Ayahuasca, un liquido utilizzato dai popoli amazzonici e andini per indurre allucinazioni durante le cerimonie religiose, e infatti ognuno di loro precipita in uno stato allucinatorio. Audrey vede Rachel, le chiede perdono e comincia a baciarla, ma in realtà sta baciando Noah. Zoe si unisce a loro, e si scambiano baci a rotazione. Brooke vede Jake, che la stuzzica sulla sua attrazione per Augusto, ma quest’ultimo la guida attraverso l’esperienza lisergica per farla stare meglio. Kieran sviene, mentre Emma vede se stessa bambina e la segue fino all’esterno, nel bosco; qui subisce l’aggressione del killer, ma viene salvata dall’arrivo di suo padre.
Esauriti gli effetti della droga, lo sceriffo Acosta interviene, ma non può fare niente perché nessuno conferma il racconto di Emma: i suoi amici pensano che sia stata un’altra allucinazione. Audrey, però, accusa Augusto per i suoi macabri disegni, e lo sceriffo – che è suo padre – dà un’occhiata alla sua stanza per farsi un’idea: non solo trova alcuni ritratti sanguinosi, ma anche una maschera di Brandon James.
Il giorno dopo, Noah parla con Zoe per invitarla a uscire, ma lei è convinta che lui sia attratto da Audrey, e non vuole cominciare una storia potenzialmente complicata. Nell’anfiteatro della scuola vengono annunciate le candidature per il concorso Lady of the Lake, e Brooke ringrazia Augusto per il suo aiuto, lasciando la porta aperta per un appuntamento. Le ragazze vengono chiamate sul palco, compresa Brooke… ma quando viene srotolato il banner dell’evento, una pioggia di sangue si riversa su di lei, insieme al cadavere di Jake. Brooke urla per l’orrore…

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Happy Murder to Everybody
Scream ha ufficialmente “saltato lo squalo”, per usare un’espressione mutuata dalla critica televisiva americana. Non che ci volesse molto, perché strutturare uno slasher su dieci episodi richiede già parecchio impegno, ma farlo addirittura in due stagioni significa esaurire inevitabilmente le idee: per ovviare a questa carenza, Happy Birthday to Me ruota attorno a un nucleo narrativo centrale che si distanzia dalle consuetudini della serie, mostrandoci una disastrosa festa dove i nostri “eroi” si fanno un trip involontario con l’Ayahuasca, bevanda rituale che induce nausea e allucinazioni, il tutto grazie al contributo del misterioso serial killer.

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Ne risulta una sequenza allucinatoria che pare uscita da un videoclip degli anni Novanta, con pessimi effetti di distorsione visiva, sdoppiamento delle immagini, fotografia virata in blu e inquadrature sghembe, al fine di restituire il disorientamento dei protagonisti. Ci addentriamo decisamente nei territori del trash, sia per le ridicole soluzioni estetiche (vecchie ormai di vent’anni) sia per le fragilissime interpretazioni degli attori, che si aggirano spaesati per la casa mentre le visioni stuzzicano la carne viva dei loro personaggi: l’esperienza lisergica evoca infatti gli spettri del passato, dissotterrando sensi di colpa e conflitti irrisolti. Sul piano psicologico non c’è nessun approfondimento – anche perché le caratterizzazioni sono piatte, e il discorso si affida ai soliti cliché – ma il trip offre perlomeno qualche scena divertente, seppure in modo involontario. Impossibile non sorridere, ad esempio, di fronte al goffo threesome fra Noah, Audrey e Zoe, che esprime l’implicita tensione sessuale fra i due amici e complica il rapporto nascente fra Noah e Zoe. Il ragazzo, in realtà, non ha mai dichiarato palesemente di desiderare Audrey, ma l’amicizia fra sessi diversi – almeno al cinema e in televisione – viene sempre percepita dal pubblico come una relazione “in potenza”.

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Gli effetti sulla trama sono chiari, quindi la sequenza allucinatoria non è interamente gratuita: Emma scopre l’esistenza di un nuovo assassino, mentre Brooke si avvicina ad Augusto, peraltro ignorando i sospetti di Audrey. Sul tenebroso illustratore cala una luce ancor più inquietante, poiché suo padre – ovvero lo sceriffo Acosta – scopre i disegni macabri e la maschera di Brandon James che il figlio conserva in camera sua, anche se in uno show come Scream è difficile che il vero colpevole sia il primo indiziato; più probabilmente si tratta di una manovra degli sceneggiatori per confondere le acque e depistare il pubblico. Anche lo stesso Eli risulta sin troppo ambiguo per essere il killer (il fatto che abbia trascorso fuori tutta la notte è un indizio eccessivamente smaccato), un po’ come il professor Branson nella prima stagione. L’intreccio si fa quindi sempre più torbido e, come esclamava Randy nel film originale di Wes Craven, «sono tutti sospettati».

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Non mancano i riferimenti cinematografici. Il titolo, Happy Birthday to Me, cita direttamente l’omonimo slasher del 1981 (noto in Italia come Compleanno di sangue), mentre Noah parla degli «enigmatici solitari» come Augusto, che nei film sono spesso degli psicopatici: si vedano Jennifer Jason Leigh in Inserzione pericolosa e Mark Wahlberg in Paura, i due esempi portati dal giovane “teorico”. Ma il riferimento più gustoso e divertente coincide con il cliffhanger finale: il cadavere di Jake precipita sul palco proprio di fronte a Brooke, che si ritrova coperta di sangue come l’iconica Sissy Spacek di Carrie. Al di là della citazione, fa piacere che Scream abbia finalmente reso pubblica la presenza del nuovo serial killer, ponendo fine al lungo “prologo” dei primi quattro episodi. Da ora in poi si cambierà gioco.

La citazione:
«Gli enigmatici solitari godono sempre di una brutta reputazione: Jennifer Jason Leigh in Inserzione pericolosa, Marky Mark in Paura… le loro ossessioni li conducono inevitabilmente a Stalkerville, ma non credo sia questo il caso.»

Ho apprezzato:
– L’umorismo involontario del trip allucinogeno
– I piccoli passi avanti nella trama
– Il cliffhanger finale

Non ho apprezzato:
– Le pessime e vetuste soluzioni visive del trip allucinogeno
– Le interpretazioni del cast
– Il gioco dei falsi sospettati
– I cliché psicologici e caratteriali

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