Nell’affollatissimo panorama della scena “indie” videoludica, in pochi sono riusciti a cogliere nel segno come il team danese di Playdead. Nel 2010 il loro Limbo ha conquistato letteralmente tutti, critica e pubblico, tanto da creare elevatissime aspettative per la loro nuova produzione, Inside, disponibile al momento in esclusiva su Xbox One ma prossimamente in arrivo anche su PC e Playstation 4.
Raccontare le circa cinque ore che abbiamo vissuto con questo gioiello non è un compito facilissimo. Freddamente potremmo dire che Inside è un action-platform-adventure categoricamente in due dimensioni ma sarebbe veramente troppo riduttivo. In primis perchè senza che venga detta una sola parola nel corso dell’avventura, si viene proiettati in un mondo buio e angosciante dove misteriosi personaggi hanno il controllo su altri esseri umani completamente lobotomizzati e pronti ad assecondare i loro ordini ed in taluni frangenti anche i nostri.
Tutto sarà chiaro soltanto alla fine della nostra lunga fuga ma pian pianino la verità verrà a galla, se pur molto lentamente, senza bisogno di cut scene ma semplicemente con le vicende che riguarderanno il nostro alter ego ed in alcuni momenti, con quelle di altri personaggi anonimi in un altro livello parallattico dello schermo, Inside ha veramente venature artistiche sia nelle scelte cromatiche così come per alcuni dettagli che fanno veramente la differenza.
Ma come scritto nell’incipit, Inside è anche un ottimo prodotto videoludico nel senso più stretto del termine grazie ad un sistema di controllo molto preciso ed una serie di enigmi-puzzle mai troppo difficili ma neppure risolvibili al primo istante, creando un mix con le sequenze più di azione, veramente sopraffino. Inside ha un level design magistrale da cui dovrebbero prendere esempio anche i “titoloni” blockbuster per intenderci.
La grandezza minimale di Inside si può apprezzare anche sul fronte audiovisivo. Bastano poche linee e pochi poligoni per rappresentare il mondo distopico su schermo ma è incredibile la capacità suggestiva della grafica così come le tracce realizzate con pochissimi strumenti che interrompono i lunghi silenzi, riescono a creare stati di tensioni ai limiti del panico per i pericoli e le sorprese che ci attendono nella sequenza successiva.
A primo acchito, verrebbe voglia di dare un 10 pieno a Playdead Inside, poi mettendo sul piatto della bilancia anche il prezzo di 19.99 euro (esclusivamente in digital delivery) e la relativa brevità, chi vi sta scrivendo questa recensione ha deciso di fermarsi a 9. Ma se cercate un’esperienza di gioco che vada oltre quelli che sono i tipici clichè delle grandi produzioni o dei titoli eccessivamente stereotipati, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire Inside.
VOTO: 9