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Non solo i comics americani ma anche i manga giapponesi e l’industria del fumetto in generale (addirittura italiana) traboccano di personaggi che spaziano fra l’omosessualità, la transessualità e le identità di genere: personaggi a volte scomodi per gli editori, a volte usati invece come base di una strategia di marketing, ed altre ancora inseriti nella storia fisiologicamente, con una naturalità che spiazza proprio perché eravamo fin troppo abituati a non percepirla.
Eravamo, perché in effetti il trend di inserire almeno un protagonista omosessuale in una storia è ormai di vecchia data, soprattutto se si guarda alla TV: gli apripista Dawson’s Creek e Buffy – The Vampire Slayer hanno portato sul piccolo schermo rispettivamente una realtà gay ed una lesbica trattate in modo perfetto ed assolutamente adeguato al target di riferimento cui erano destinate (e sui meriti tutti sociali a livello di tematica delle due serie ci sarebbe moltissimo altro da dire, ma non in questa sede). Ad oggi, praticamente ogni serie televisiva immette nel suo cast di comprimari almeno un personaggio aderente alla realtà GLBT (acronimo che sta per Gay-Lesbo-Bisex-Trans). Da Grey’s Anatomy a The Walking Dead a show tratti da fumetti come Agents of S.H.I.E.L.D. o Jessica Jones (superlativa l’avvocatessa Jeri Hogart interpretata da Carrie-Ann Moss) o Arrow o The Flash l’omosessualità è sempre trattata in modo positivo e delicato ed il risultato è sempre ampiamente accettato dal pubblico. Cosa accade invece sul grande schermo, in riferimento all’industria dei cinecomic?
POST CIVIL WAR
I fratelli Russo, registi di Capitan America: Civil War, hanno manifestato l’idea di portare nei cinema un supereroe omosessuale: l’idea alla base del MCU (Marvel Cinematic Universe) è quella per cui all’interno del reale si dipinge il fantastico, una realtà all’interno della quale è ovvio e scontato esistano personaggi GLBT. Ecco la dichiarazione di Joe Russo:
Credo le chance siano forti. Voglio dire, è una scelta che incombe su noi narratori che ci rivolgiamo a un vasto pubblico. Dobbiamo realizzare film che catturino l’interesse della massa, in cui tutti possano rispecchiarsi. E’ triste che Hollywood resti indietro rispetto ad altre realtà, perché credo che dovrebbe essere un’industria progressista e perché ha una visibilità enorme. Ritengo importante premere per la diversificazione su più fronti affinché le storie divengano più interessanti, più ricche e più veritiere.
Perché Hollywood sarebbe così restìo quindi all’inserimento nel franchise di personaggi omosessuali che nei fumetti sono già amatissimi anche in quanto tali?
Una prima e decisiva risposta viene da un dato di marketing: la distribuzione a livello mondiale. Il pericolo è che paesi come la Russia o la Cina, paesi in cui la discriminazione sessuale è ancora forte e incontrollata, possano bloccare l’entrata del film incriminato sul proprio suolo, e tagliare così via una grossa fetta di introiti, effettivamente boicottando il progetto. Ma Russo continua:
Quando si ha successo è più facile potersi permettere di correre dei rischi. Credo che per noi il futuro sia pieno di speranza e ci permetta di osare e fare scelte sempre più estreme e coraggiose.
GLI X-MEN CINEMATOGRAFICI
Il parallelismo fra la condizione omosessuale e quella mutante nei fumetti Marvel è sempre stata lapalissiana, ed è alla base del successo degli X-Men: l’identificazione dell’adolescente in un mutante, disprezzato dalla società che lo circonda unicamente perché “diverso”, ha fatto la fortuna di quelli che sono stati per anni i personaggi di punta della Casa Delle Idee. Bryan Singer, noto regista dichiaratamente omosessuale e schieratissimo sul fronte dei diritti GLBT, ha girato i primi due capitoli degli uomini X giocando totalmente con detta dicotomia, ed il risultato è sensibile. Da notare però è che nessun personaggio apertamente gay è presente nella pellicola (a fronte di innumerevoli esempi di personaggi omosessuali nei fumetti degli X-Men che avrebbero almeno potuto fare un cameo. Basti svelare che Mystica, nella versione cartacea, è lesbica), a fronte di una scelta ponderata da parte del regista di Star non solo dichiarate ma anche politicamente impegnate nella causa, ad iniziare con il favoloso Ian McKellen nel ruolo di Magneto per finire con Ellen Page nel ruolo di Kitty Pride.
PREVISIONI PER IL FUTURO
Sul versante Marvel quindi le cose, almeno secondo i fratelli Russo (ma esiste anche una sorta di positiva dichiarazione non ufficiale da parte di Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios) le cose si starebbero muovendo. Quali potrebbero essere i supereroi omosessuali che potremo vedere in uno dei prossimi film in uscita nel MCU o nella cosmologia mutante della 20th Century Fox?
Se pensiamo a Guardians of the Galaxy 2, non può che venire in mente la coppia lesbica Dragoluna–Phyla Vell, innamorate tragiche sopravvissute l’una all’altra a più riprese (si, resurrezione dopo resurrezione in una sorta di macabro Ladyhawke). Ed in seno agli Avengers? L’idea che possa essere introdotta la coppia gay adolescente Wiccan–Hulkling è stuzzicante ma forse non di facile realizzazione, mentre un nome importante da trasportare dai fumetti sul grande schermo forse non è presente nelle vicende dei vendicatori.
La 20th Century Fox sta attualmente lavorando su New Mutants, che potrebbe annoverare fra i protagonisti la mutante vietnamita Xy’an Coi Manh alias Karma, lesbica dichiarata, personaggio tragico passato attraverso possessioni demoniache, drammi familiari ed anche la perdita di un arto.
Il panorama DC Comics è ancora nuovissimo, ma il sottotesto lesbico che a tratti si respira nei fumetti di Wonder Woman potrebbe essere riversato nel film sulla bella amazzone, che già vanta un cast di comprimarie tutto al femminile.
I tempi sono maturi e i registi e gli attori più che volenterosi. In TV le stesse case editrici hanno osato molto (e bene) in ambito GLBT, quindi l’unico ostacolo rimane quello dell’industria Hollywoodiana… Stiamo per assistere ad un cambiamento? E’ probabile, ma per ora possiamo solo aspettare. E prendere una bandiera, sfilando in parata.
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