Prosegue la terza stagione di Penny Dreadful, disponibile su Showtime (negli U.S.A.) e Netflix (in Italia). Il quarto episodio, intitolato Un filo d’erba, si focalizza esclusivamente su Vanessa Ives, lavorando sull’unità di luogo e d’azione…
Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER
Vanessa Ives (Eva Green) si è fatta ipnotizzare dalla Dr.ssa Seward (Patti Lupone) per risalire al suo primo incontro con la misteriosa entità che la perseguita. Si ritrova quindi nella cella dell’ospedale psichiatrico dov’è stata rinchiusa per lungo tempo, in seguito alla traumatica esperienza con Mina e alle tentazioni di Lucifero. La stanza, completamente bianca e priva di finestre, ha le pareti imbottite, e la luce è sempre accesa. L’unica persona che le fa visita è John (Rory Kinnear), l’inserviente addetto ai pasti e alla pulizia della stanza, ovvero Calibano prima della “resurrezione”. Nonostante i consigli di quest’ultimo, Vanessa si rifiuta di mangiare, e lui è costretto a nutrirla con un tubo infilato a forza nella gola.
L’uomo, però, non vuole usare questi metodi, e le dice che deve cercare – o almeno fingere – di migliorare, altrimenti sarà sottoposta a trattamenti sempre più brutali da parte dei medici. Vanessa è sorda alle sue parole, ma lui tenta di aiutarla, e le porta una coperta per riscaldarsi dopo una “cura” con l’acqua che la lascia fradicia e tremante. Quando gliela sottrae per ordine dei medici (potrebbe usarla per impiccarsi), lei gli salta addosso, graffiandolo in volto: di conseguenza, le viene messa una camicia di forza, e lui deve imboccarla per farla mangiare. Vanessa è dispiaciuta per ciò che ha fatto, e comincia ad aprirsi con lui. Dice che non è disposta a sacrificare se stessa per diventare mansueta e accomodante, come tutte le altre donne. John le risponde che è troppo severa con il suo genere.
Vanessa chiede alla Dott.ssa Seward di svegliarla dall’ipnosi, ma la psicanalista le comunica che si trova in uno stato di fuga psicogena, una sorta di coma, e non riesce a destarla da questa condizione.
I trattamenti diventano ancora più duri, e Vanessa è obbligata a tenere un morso fra i denti, legato alla testa con una cinghia. John però glielo toglie, le spazzola i capelli e la trucca con i cosmetici di sua moglie, poi le mostra la sua immagine in uno specchio. Trascorre la notte leggendole un libro di poesie, ma al mattino è costretto a levarle il trucco e disfarle i capelli per evitare che gli inservienti del turno successivo si accorgano di qualcosa. In seguito, quando finalmente le hanno tolto la camicia di forza, Vanessa si denuda davanti a lui, lo abbraccia e lo bacia, ma John la respinge gentilmente e la riveste. Le dice che deve impegnarsi per migliorare, altrimenti la sottoporranno alla lobotomia; Vanessa risponde che non le interessa, ma lui le spiega in cosa consiste e le fa capire che non può prenderla alla leggera. A questo punto, però, Lucifero s’impossessa del corpo di John, come aveva già fatto in precedenza. Stavolta, il demonio parla lungamente a Vanessa per dirle che la ama e che, se si concederà volontariamente a lui, sarà libera, e insieme reclameranno il trono di Dio. Lei resiste, ma una risata risuona fra le pareti, e un’altra entità appare con le fattezze di John: è il fratello di Lucifero, anche lui innamorato di Vanessa; al contrario di Lucifero, però, reclama il suo corpo, non la sua anima (i due fratelli sono separati da un profondo dualismo: uno vive nel mondo spirituale, l’altro in quello terreno). Anche questo nuovo contendente le fa promesse lussuose, e quando sta per morderla sul collo le rivela il suo nome, Dracula, ma lei si sottrae al suo bacio e ribadisce ancora una volta la sua fede. Pronuncia una formula che la fa levitare da terra, e che scaccia i due fratelli.
Vanessa è pronta a svegliarsi, ma prima vuole rivivere il momento in cui dice addio a John. Le hanno rasato il cranio per la lobotomia, e lui le comunica che ha deciso di lasciare il lavoro. Ha sempre odiato tutta quella disumanità, e non può sopportare l’idea di vedere ciò che faranno a Vanessa. Le dice però che sarà con lei quando verrà sedata, così l’ultimo volto che vedrà sarà quello di un amico.
Vanessa si risveglia nello studio della Dr.ssa Seward. L’esperienza è stata traumatica, ma le ha permesso di scoprire il nome del suo avversario: Dracula…
Due persone in una stanza
Ogni stagione di Penny Dreadful include almeno un episodio che sospende la pluralità del racconto per focalizzarsi sul passato di Vanessa Ives, ma Un filo d’erba radicalizza ulteriormente questo approccio: il cast corale lascia spazio a una singola protagonista e due soli comprimari, rispettando sia l’unità d’azione sia l’unità di luogo (esclusa la “cornice” nello studio della Dr.ssa Seward) per confezionare un vero e proprio bottle episode, senza alcuna guest star e con un’unica ambientazione.
Rispetto ai flashback degli anni precedenti, John Logan asciuga la narrazione fino all’estremo, ridimensionandone il formato in termini produttivi, ma non sotto il profilo dell’ambizione emotiva e psicologica. Di fatto, l’intero svolgimento di Un filo d’erba resta compresso fra le quattro mura della cella in cui fu rinchiusa Vanessa durante il suo ricovero nell’ospedale psichiatrico, e questa costrizione spaziale esaspera i conflitti interiori della donna, lasciando emergere gli spettri oscuri che la tormentano. Lo sceneggiatore, astutamente, forza il pubblico ad assumere il suo punto di vista: come lei, anche l’occhio della macchina da presa – e quindi il nostro sguardo spettatoriale – è prigioniero della stanza, non possiamo uscire, non possiamo sapere se sia notte o giorno, e non abbiamo idea di quando potremo andarcene. L’alienazione di Vanessa, in un certo senso, diventa anche nostra. Ne consegue una sorta di trance, simile all’ipnosi cui è sottoposta la protagonista, che ci permette di concentrare l’attenzione soltanto su di lei, senza la possibilità di percepire il trascorrere del tempo né di vedere gli orribli trattamenti che dovrebbero curarla, poiché tutto l’episodio si risolve in tre soli personaggi.
Se la Dr.ssa Seward incarna l’ultimo legame di Vanessa con il presente, John è invece l’unico esempio di umanità che lei incontra nel corso della degenza: questo sentimento di empatia, palese fin dalla prima apparizione dell’uomo, è il veicolo che ci permette di aprire un varco nel cuore di Vanessa, oltrepassando la superficie del suo volto arcigno per comprenderne meglio le ragioni psicologiche. Le “cure” sono volte a renderla mansueta, ad addomesticare il suo carattere per compiacere il dominio maschile, ma la sola idea di sacrificare se stessa la disgusta. I due fratelli ultraterreni che si contendono il suo amore fanno leva proprio su questo conflitto: le offrono un mondo di libertà assoluta e di potere incontrastato, senza dover più obbedire ad aspettative sociali predefinite. Non è certo un caso che Lucifero e Dracula assumano le sembianze di John, unica persona che abbia sfiorato Vanessa nella sua intimità, al punto che lei gli offre persino il suo corpo pur di sentire un po’ di calore. Il dignitoso rifiuto dell’inserviente dimostra la sincerità delle sue emozioni, e rafforza la fiducia della donna in se stessa e nella sua fede, consentendole di scacciare i due maligni al termine di un corteggiamento maniacale. Di notevole forza espressiva è l’inquadratura che ritrae il volto di Vanessa prima dell’addio a John, quando il movimento della macchina da presa svela il suo cranio rasato: segno che dovrà sottoporsi alla lobotomia.
Il rapporto tra i due personaggi è il nucleo principale dell’episodio, quello che innesca le sequenze più toccanti e delicate, come se Vanessa e John rappresentassero gli ultimi brandelli di umanità in un mondo sterile. L’interpretazione febbricitante di Eva Green talvolta può sembrare eccessiva, ma instaura un dialogo equilibrato con il bravo Rory Kinnear, dove la pacatezza di quest’ultimo compensa i deliziosi parossismi dell’attrice. L’esperienza, peraltro, non è fine a se stessa, ma rilancia la trama orizzontale della terza stagione: ora Vanessa conosce l’identità del suo persecutore, Dracula, e le trame parallele di Penny Dreadful possono ricominciare su nuove basi.
La citazione:
«Un giorno, presto, nessuno vi toccherà quando non vorrete essere toccata. Nessuno vi metterà il trucco, nessuno ve lo toglierà. Mai più.»
Ho apprezzato:
– L’episodio interamente concentrato in una stanza
– Il rapporto tra Vanessa e John
– L’empatia di John
– Il nuovo tassello nella trama orizzontale
Non ho apprezzato:
– Nulla di rilevante
[widget/artist/1645,41417]