Recensioni Festival

Feff18 – Le vittime e i serial killer di Creepy e Himeanole

Pubblicato il 07 maggio 2016 di Marlen Vazzoler

Gli amanti del genere thriller hanno potuto godere di ben due chicche alla 18a edizione del Far East Film Festival: Creepy (anteprima italiana) il film diretto da Kiyoshi Kurosawa su un poliziotto diventato insegnante che rimane coinvolto in un vecchio caso rimasto aperto e Himeanole (anteprima mondiale) di Keisuke Yoshida su una cameriera perseguitata da uno stalker.

Entrambe le pellicole giocano con i generi. Creepy inizia come un intenso poliziesco, seguiamo il protagonista il detective Koichi Takakura (Hidetoshi Nishijima) un esperto di psicologia criminale sui serial killer, che a causa della troppa sicurezza in se stesso provoca la morte di un innocente, del criminale che lo stava minacciando di morte e come se non bastasse lui stesso viene ferito con una posata.
La storia riprende un anno dopo, messo da parte il clima poliziesco Kurosawa comincia lentamente a creare un’atmosfera snervante in una tranquilla periferia, senza disdegnare un po’ di satira sociale sulla società giapponese. Takakura prova a ricostruire una nuova vita con la moglie Yasuko (Yuko Takeuchi) ma la curiosità per un vecchio caso e l’incontro con uno strano vicino, Nishino (Teruyuki Kagawa).
Takakura riesce in breve tempo a mettere insieme i dettagli per risolvere il caso della sparizione della famiglia di Saki, ma non si accorge di quello che sta accadendo attorno a lui. Il detective non riesce a cogliere i segnali lanciati da Nishino e nemmeno a notare il cambiamento nella moglie.

In Himeanole il cambio di genere è meno repentino, viene costruito lentamente con alcuni brevi momenti ma diventa evidente a metà film. In questo caso la pellicola inizia come una commedia romantica, il pubblico assiste divertito alle disavventure amorose di un impiegato di una ditta di pulizie Yuji Ando (Tsuyoshi Muro) che coinvolge il collega Susumu Okada (Gaku Hamada) nel suo corteggiamento senza speranza di una cameriera di nome Yuka (Aimi Satsukawa). Fin dalla sua prima apparizione sullo schermo il personaggio interpretato da Morita Go esala un aria inquietante, che non turba però l’atmosfera frizzante del film. Quando però il suo ruolo comincia ad allargarsi, le sue scene si distaccano dalle avventure tragicomiche dei tre co-protagonisti con un linguaggio più subdolo e freddo. Abbiamo così un passaggio dalle atmosfere facete del film a quelle di un thriller hiper-violento che culmina con un bellissimo montaggio alternato della prima notte di Yuka e Okada alternato all’omicidio da parte di Okada di un vecchio compagno di classe Wasu (Ryusuke Komakine) e della sua fidanzata.

Sia Creepy che in Himeanole ci troviamo alla creazione di due sotto-trame che tendono poi a convergere in un’unica storia. Entrambi i film introducono un personaggio bizzarro dall’atmosfera inquietante, da una parte abbiamo il vicino Nishino e dall’altra il vecchio compagno di classe Morita.
Nishino è un inetto nelle relazioni sociali, che ogni tanto esce fuori con delle affermazioni spazianti che mostrano un’inspiegabile sete di violenza. Ha una figlia Mio, una ragazza socievole che si comporta talvolta in un modo eccentrico tanto che arriva a dire a Takakura che suo padre è in realtà un estraneo. La madre di Mio non si vede per gran parte del suo film, la sua assenza aleggia come la signora Bates in Psycho.
Col proseguo del film scopriamo che Nishino è uno spietato serial killer che non ama sporcarsi direttamente le mani nell’uccidere le sue vittime, sfrutta invece una potente droga per condizionarle ed eseguire i suoi implacabili ordini. Nishino è un uomo molto intelligente che è riuscito a sfuggire per anni dalla polizia grazie a una calcolata freddezza e facendosi passare per una persona meno sveglia. Non abbiamo nessuna identificazione con il personaggio di Kagawa che diventa sempre più raccapricciante.
Nishino sfrutta la solitudine e le debolezze delle sue vittime, e l’indifferenza che dilaga nella società giapponese, per vivere come parassita a spese del prossimo.

Il personaggio di Morita ci viene introdotto come uno stalker. Okada riconosce il vecchio compagno di scuola delle superiori, e lo confronta per chiedergli di smettere di importunare Yuka, apparentemente con successo. Il giovane passa le sue giornate giocando al pachinco e quando si trova a corto di soldi ricatta un altro vecchio compagno di classe, Wasu, che è stato vittima di bullismo assieme a Morita.
Le vessazioni subite dai due giovani hanno portato a un cambiamento in Morita, una personalità apatica che all’esigenza diventa incontrollabile e violenta. Per Morita l’atto di uccidere e il sesso sono legati l’uno all’altro, pensiamo a quando si masturba davanti al cadavere del suo aguzzino, o a quando accoltella la ragazza di Wasu simulando quasi rapporto sessuale. Il regista poi esaspera ulteriormente questo concetto alternando questa scena con il rapporto tra Yuka e Okada.
Da questo punto viene premuto l’interruttore di Morita che comincia a lasciare dietro di se una scia di sangue e morte, alla ricerca di Yuka. Nonostante tutto lo spettatore viene spinto a identificarsi con Morita, mediante l’uso di flashback. L’utilizzo degli stessi attori per le scene del passato mette in risalto l’interpretazione di Morita Go ma al contempo risulta meno potente di quanto avrebbe potuto essere con degli attori più giovani in quei ruoli.

Le azioni di Takakura sono mosse dalla curiosità, che lo spingono prima a interessarsi del caso e poi a parlare con Saki. Ma la sua sete di conoscenza costerà cara alle persone che lo circondano che verranno catturate, una a una, nella rete di Nishino.

Dietro le azioni di Morita invece c’è il bullismo ricevuto a scuola, che da vittima lo ha trasformato in carnefice. E una volta che viene premuto il suo interruttore, perde qualsiasi inibizione alimentata continuamente dai suoi ricordi.

In entrambi i casi ci troviamo di fronte a due finali dal sapore amaro. In Creepy l’urlo straziante di Yasuko stride con quella di Mio, al settimo cielo. La ragazzina è pronta a iniziare una nuova vita e a chiudere questo orrendo capitolo mentre Takakura e Yasuko si trovano a raccogliere i cocci di quel che resta delle loro vite.

Okada vuole porre rimedio al male che ha fatto a Morita, ma è troppo poco e troppo tardi. Se da giovane si fosse fatto veramente avanti e avesse aiutato Morita, i loro destini ora potrebbero essere molto diversi come lascia intendere il flashback alla fine del film.

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