È quello di Melissa Benoist (La Marley Rose di Glee) il bellissimo volto di Kara Zor-El, la Supergirl dello show omonimo che, forte di una quasi scontata vittoria nella categoria Most exciting New Series dei Critics Choice Award (a fronte di un tam-tam mediatico fuori scala) e di un esordio da 13 milioni di telespettatori, si appresta a venire trasmessa anche in Italia, a partire da domani sera, ogni sabato sul canale Premium Action.
GOLDFINGHEROES
La serie è figlia del produttore Greg Berlanti, il motore dietro i grandi successi di Arrow, The Flash e Legends of Tomorrow (tutti facenti parte di una cosmologia a parte, il cosidetto Arrowverse) ma anche, tornando un po’ indietro con la memoria, del principe dei teen drama Dawson’s Creek. E in effetti le atmosfere che si respirano sul set di Supergirl si fermano, volutamente, quasi a metà strada fra il dramma adolescenziale e i toni di azione supereroistici con quelle situazioni da soap opera che sembrano definire il marchio di fabbrica di Berlanti.
La premessa però proprio di Berlanti di voler approfondire più i lati umani delle vicende di Kara che non quelli votati allo sfruttamento dei superpoteri non fanno ben sperare per la buona riuscita della serie, che inoltre fin dall’inizio rimane incastrata in una serie di banali clichè, in una scrittura superficiale e poco curata e in una mancata cura dei dettagli che si fatica a non far ricadere sul buon nome del produttore. Un cullarsi sugli allori che finora non ha affatto giovato agli ascolti oltreoceano e che ha fatto correre ai ripari tramite un crossover con il ben più amato Flash del canale CW, apparso quasi più come un tentativo disperato (anche se probabilmente azzeccato) di rialzare gli ascolti in vista di una sempre più improbabile seconda stagione che una vera e propria storia da raccontare.
L’OMBRA DI SUPERMAN
Kara Zor-El non vanta da parte sua una storia editoriale forte; benchè il personaggio sia conosciutissimo a livello iconico e sia già apparso addirittura nei cinema, non si tratta (almeno a fasi alterne) di uno dei più amati della casa editrice DC Comics; basti pensare che per quasi 20 anni, dal 1985 al 2004, le sue storie sono rimaste in una sorta di limbo. Le origini di cugina di Superman e seconda sopravvissuta del pianeta Krypton, che l’hanno introdotta nell’universo narrativo principale della DC a partire dal 1959, sono risultate scomode anche per le alte sfere, che hanno finito per cancellarla letteralmente dall’esistenza (narrativamente parlando). Si tratta essenzialmente della controparte femminile di un eroe estremamente conosciuto, amato sia a causa della visione della sua tragica solitudine che per la raffigurazione dell’immensa portata dei suoi poteri: dipingere gli stessi caratteri su un personaggio femminile senza apportare grosse modifiche sostanziali ai due background poteva funzionare in un’era in cui il fumetto era considerato un’arte secondaria, ma con il passare del tempo l’idea di Supergirl è rimasta ancorata ad una dimensione troppo datata, quindi suscettibile di cancellazione.
Purtroppo la serie della CBS risente in parte degli stessi problemi dell’idea originale: Supergirl è un personaggio che non vive di vita propria, ma fa solo da riflesso ad un altro. E se da una parte si cerca di dare a Kara un’impronta personale infilandola in delle dinamiche alla Il diavolo veste Prada (con una Calista Flockhart che fuori dai panni di Ally McBeal riesce quasi a reggere il paragone con la Miranda Priestley di Meryl Streep. Quasi), dall’altra è impossibile non chiedersi costantemente, osservando la bionda (mai come ora il grassetto è d’obbligo) impacciata ed inesperta eroina affrontare le minacce di puntata in puntata: ma Superman, dov’è…?
SUPERGIRLS REUNION
Quello della CBS è il primo tentativo di portare la supereroina kryptoniana in TV come protagonista, ma il personaggio di Kara Zor-El non è nuovo al mondo delle serie: in Smallville, lo show che narrava gli anni dell’adolescenza di Clark Kent alias (il futuro) Superman, Kara era interpretata da Laura Vandervoort, e le sue origini non differivano molto da quelle canoniche dei fumetti. Curiosamente, anche in Smalville la presenza contemporanea di due supereroi così simili portava a delle difficili scelte di sceneggiatura, per le quali il personaggio di Kara è risultato vittima di stratagemmi più o meno grossolani nel tentativo di allontanarlo dalle vicende principali. In omaggio alla sua interpretazione, a Laura Vandervoort è stato offerto il ruolo di Indigo, uno dei villain ricorrenti dello show.
Anche Helen Slater, la Supergirl cinematografica del film del 1984 nato da una costola della saga con protagonista Christopher Reeve, vanta un ruolo nella serie attuale: suo è il volto di Eliza Danvers, madre adottiva di Kara. Una sorta di rito di passaggio ereditario.
Supergirl è in onda dal 2 aprile tutti i sabati su Premium Action. Melissa Benoist (Glee) interpreta Kara Zor-El alias Supergirl, Calista Flockhart (Ally McBeal, Brothers & Sisters) è Cat Grant, Chyler Leigh (Lexie di Grey’s Anatomy) è Alex Danvers mentre Jimmy Olsen ha il volto di Mehcad Brooks (Terapia d’urto, True Blood).