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Special Correspondents – Il nuovo film originale Netflix con Eric Bana e Ricky Gervais ora disponibile

Pubblicato il 29 aprile 2016 di Andrea Suatoni

Il nuovo film originale Netflix disponibile da oggi 29 aprile è una commedia ideata e diretta da quel Ricky Gervais che in molti hanno amato nella nota sit-com The Office (in onda in Italia sul canale MTV) che riprende le fila di una pellicola Francese del 2009, Envoyés trés spèciaux.
Il debutto di Special Corrispondents è avvenuto pochi giorni fa al Tribeca Film Festival, dove sembrerebbe aver divertito moltissimo il pubblico ma aver diviso i critici fra posizioni contrapposte (fra i detrattori, si profila la scarsa chimica fra i due protagonisti e la mancanza di quel cinismo tipico “alla Gervais” che viene ormai chiesto a gran voce proprio dalla sua presenza scenica).

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GLI INVIATI FRANCESI

La trama del film originale vede l’invio del giornalista Frank Bonneville e del tecnico del suono Albert Poussin in Iraq per degli speciali reportage dal fronte di guerra. Milioni di telespettatori si appassionano pian piano alle avventure dei due senza sapere che la coppia non ha mai realmente lasciato Parigi: i biglietti ed i soldi necessari al viaggio sono stati inavvertitamente gettati via e Frank e Albert sono stati costretti dagli eventi a nascondersi a Parigi e ad inventare finti servizi spacciandoli per propri basandosi su notizie di risonanza internazionale. Ma il gioco gli sfuggirà presto di mano, fino a dover fingere un rapimento da parte dei ribelli.

Il pubblico non sembrò amare particolarmente la commedia sui due “Inviati molto speciali” del titolo, ma Gervais aveva comunque visto qualcosa di positivo in essa e decise di girarne un remake, riscrivendone la sceneggiatura e dirigendo la pellicola; le interviste al regista hanno rivelato che Gervais ha voluto dare un tono più didascalico e satirico al film di quanto avesse fatto l’originale, e tenterà quindi di mettere alla berlina le politiche americane e l’uso dei media giornalistici in contesti tipici dello sciacallaggio da informazione. Frank Bonneville e Ian Finch (il nome del tecnico del suono è stato cambiato, ed il suo cognome ora omaggia quello di uno dei protagonisti di The Office) verrano inviati in Sud America anziché in Iraq ed è da credere che l’americanità della produzione muti drasticamente (possibilmente in meglio) gli intenti del film originale.

IL CAST

Nutritissimo di nomi importanti e di attori che non avremmo creduto a loro agio con la formula comica, il cast di Special Correspondents rispecchia la grande cura che Netflix mette costantemente in tutte le sue produzioni.
Ad iniziare con i due protagonisti, l’Eric Bana noto al grande pubblico per colossal come Troy o importanti cinecomic come l’Hulk di Ang Lee, e il Ricky Gervais (qui in veste quindi sia di regista che di sceneggiatore che di attore) salito alla ribalta tramite la serie (britannica) mockumentary The Office, diventato un cult in sole due stagioni e soggetto ad un fortunatissimo remake americano.
Fra gli attori principali troviamo, oltre ad America Ferrera (ferratissima nel campo delle comedy dopo i suoi ruoli di protagonista nelle sit-com Ugly Betty e Superstore, del quale stiamo aspettando trepidanti la seconda stagione) e Raùl Castillo (uno dei protagonisti della serie gay-friendly Looking), nel ruolo di una coppia proprietaria del locale sotto l’appartamento dove i due finti inviati si nascondono, anche Vera Farmiga (star della saga The Conjuring), non più confinata al genere horror nella quale oramai l’avevamo strettamente relegata, nel ruolo della moglie di Ian Finch.
A completare il cast, Kelly MacDonald (la voce originale di Merida in Brave) e Benjamin Bratt (Law & Order, Private Practice, Modern Family).

Ricky Gervais è tutt’ora considerato uno dei comici più brillanti del panorama televisivo e cinematografico internazionale, e c’è da credere che la sua collaborazione con Netflix abbia portato a risultati di ottimo livello; il trailer rilasciato dalla piattaforma non tradisce le aspettative e sembra concentrare proprio sul personaggio di Ian Finch i maggiori momenti comici (e su una America Ferrera che si dimostra sempre perfetta) lasciando a Bana il ruolo di contraltare serioso e posato intorno al quale l’intera vicenda ruota; tuttavia alcuni critici hanno affermato che è proprio la mancanza del reale tocco di Gervais a mancare totalmente nel film, che sembrerebbe troppo asservito ai canoni della comicità mainstream e risulterebbe quindi anonimo e privo della vena cinico-satirica Gervasiana che i fan hanno imparato ad amare.

L’appuntamento per godere del film sulla piattaforma online Netflix e per chiarire i dubbi sollevati da chi non ha amato l’anteprima del film (a fronte di chi invece ammette di averlo amato fin dalle prime battute) è per questa sera.

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