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Feff18 – L’epico e simbolico The Tiger di Park Hoon-Jung

Pubblicato il 24 aprile 2016 di Marlen Vazzoler

The Tiger, una storia epica ambientata sul monte Jirisan durante l’occupazione della Corea occupata nel 1925, è stato il titolo di apertura della diciottesima edizione del Far East Film Festival.

Scritto e diretto da Park Hoon-Jung (la sceneggiatura di I saw the devil e la regia e sceneggiatura di New World) il film racconta la storia dell’ultima tigre coreana, il signore della montagna, cacciata dai giapponesi per accontentare i capricci di un alto ufficiale imperiale (Ren Osugi), che vuole sterminare questa specie dalla Corea.

Il gravoso compito viene affidato ad un ufficiale di origini coreane, Ryu (Jung Suk-won), che gestisce un gruppo di cacciatori del posto capitanati dallo spietato Goo-Gyeong (Jeong Man-Sik). Da quando gli occupanti hanno bandito l’uso delle armi da fuoco, i cacciatori possono continuare a sopravvivere, a tenere ancora in mano un fucile e di conseguenza cacciare, solo obbedendo ai comandi dei giapponesi.
La caccia però non porta ai risultati sperati, nonostante l’uccisione della compagna e dei cuccioli del signore della montagna. L’unico uomo che potrebbe aiutarli è il leggendario cacciatore Chun Man-Duk (Choi Min-Sik) che vive isolato nelle montagne col figlio Suk-Yi (Sung Yoo-Bin). L’uomo però ha smesso di cacciare e per vivere raccoglie erbe medicinali.

Nonostante gli anni dedicati alla scrittura di The Tiger, non ci troviamo di fronte ad una delle migliori sceneggiature di Park Hoon-Jung che cade nella ripetitività della messa in scena, usa la stessa struttura narrativa negli attacchi a sorpresa della Tigre, e cade in una caratterizzazione a macchietta delle forze giapponesi. Un’altra pecca l’abbiamo nella seconda parte del film dove le scene d’azione con la Tigre diventano sempre più over the top mentre la storia cade nel melodramma.

Quello che invece riesce bene è invece la struttura narrativa racconta tramite flashback che serve a creare un parallelismo tra la storia dei due protagonisti, la tigre e Chun Man-Duk interpretato da un eccellente Choi Min-Sik che si cala totalmente nel personaggio e diventa al tempo stesso il portavoce dell’amore del regista verso il suo paese.

Ricco di simbolismi, il film ricorda attraverso la caccia alla tigre sul monte Jirisan, quanto accaduto tra i suoi boschi negli anni cinquanta, con la caccia da parte dei soldati sud-coreani, dei partigiani che si erano nascosti nelle sue grotte.

Un ottima fotografia, rimarchevoli gli effetti speciali utilizzati per portare in vita le tigri, che mostrano quanto è avanzata la Corea del Sud in questo campo. The Tiger non si accontenta di fornire una sola conclusione, nel film si susseguono molteplici finali per non lasciare niente in sospeso. Un film non perfetto ma toccante e coinvolgente.

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