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Da Grey’s Anatomy a The Catch: recensione del Pilot della nuova serie Shondaland

Pubblicato il 27 marzo 2016 di Andrea Suatoni

Lo scorso 24 marzo è andato in onda sul canale americano ABC il pilot di The Catch, con protagonisti Mireille Enos (The Killing, World War Z) e Peter Krause (Six Feet Under, Parenthood). Puro stile ShondaLand, che da Grey’s Anatomy a Scandal a Le regole del delitto perfetto ci ha abituati a vedere sullo schermo donne forti e risolute ma allo stesso tempo fragili, in costante balia di eventi distruttivi dai quali faticosamente, ma sempre a testa alta, riescono a riprendersi.

MAI FIDARSI DI NESSUNO

The Catch è altamente sconsigliato a chi, dopo una storia finita male, non ha ancora avuto la forza (o il coraggio) di ridare fiducia al prossimo. La trama, romanticamente parlando, è terroristica: Alice Vaughan, investigatrice privata all’interno di un grosso studio, sta organizzando il matrimonio con Christopher Hall, finchè la prima arriva a scoprire che il secondo è un truffatore che da tempo la usa per i propri scopi. Il dramma è prevedibilissimo (fin dal promo lo spettatore sapeva benissimo dove la serie sarebbe andata a centrare il punto, ma nonostante tutto la lentezza con la quale vi si arriva è disarmante e in tutta sincerità anche un po’ inspiegabile) ma gestito in un crescendo di ansia generalizzata che non può fare a meno di appassionare e di far empatizzare con la protagonista, tradita non solo negli aspetti più profondi della sua intimità, ma anche beffata nelle proprie competenze lavorative in modo totale. Lo spettatore conosce la verità ben prima di Alice, sulla quale gli sceneggiatori compiono un lavoro certosino e crudele di sovraccarico di emozioni (la scelta della torta, la prova del vestito, la fuga d’amore sulle alpi svizzere) prima di rivelarle la straziante verità con la totale scomparsa di Christopher.

STILE RITMATO

La regia è talmente particolare da risultare a tratti quasi fastidiosa (ma è un quasi sul quale poniamo una enorme riserva): nulla di troppo innovativo in realtà, ma l’uso continuo degli split screen e il richiamo non troppo velato alla divisione dello schermo in eventi in contemporanea vista in 24 scandiscono in modo perfetto il ritmo della serie, che dal momento dell’inizio della caccia all’uomo non dà più un attimo di respiro al pubblico. Gli eventi attorno ai perfetti (e navigati) Enos e Krause si susseguono forse troppo velocemente, ma a ben guardare il senso di un pilot è proprio quello di far capire e conoscere le potenzialità ed i possibili traguardi di una serie: è vero che in funzione della trama ai vari personaggi secondari non è stata attribuita quasi alcuna caratterizzazione, ma è anche palese (o almeno, così speriamo) che la presenza di tanti giovani aitanti ed affascinanti in azione nei medesimi luoghi porterà a sottotrame individuali e romantiche dagli intrecci quasi scolastici, facendoci scoprire a poco a poco i retroscena di ognuno e incrociandone le strade di volta in volta (fino a finire il giro degli amanti per poi ricominciare. Come Dawson’s Creek ha insegnato).

Dal punto di vista tecnico, la presentazione dei personaggi (esclusi i due protagonisti) non è assolutamente ben gestita, ma il carattere investigativo della serie risalta perfettamente e ne dà una precisa e positiva connotazione. Si poteva fare sicuramente di meglio, ma essendo solamente al primo episodio, che in effetti riesce ad appassionare e a non far pensare troppo alle pecche fino al (romantico) finale, i difetti riescono a sfumare e ad indugiare su un “prossimamente”.

“L’INCERTEZZA E’ IL RIFUGIO DELLA SPERANZA”

Il pilot di The Catch avrebbe funzionato in modo perfetto se fosse stato realizzato alla stregua di un film. La sensazione non è in effetti quella di trovarsi di fronte il primo episodio di una serie di tredici. La trama della caccia all’uomo con il suo sottotesto romantico (E’ molto probabile che Christopher alias Ben sia realmente innamorato di Alice) non si presta affatto, almeno nelle modalità in cui è stato finora trattato, ad essere sviluppato sul lungo termine; si ha quasi l’impressione invece che alla fine della puntata abbia già esaurito tutto il suo potenziale. Se il tono dello show cambierà, vorrà dire che avremo visto un pilot sostanzialmente falso, che ci ha promesso delle atmosfere che non riuscirà più a ricalcare. Se invece lo farà, c’è da sperare che gli autori abbiano pensato ad un modo davvero intelligente di portare avanti sia la trama investigativa che quella romantica: senza l’una l’altra non ha ragione di esistere, solo insieme riescono a dare il massimo.

E’ difficile credere che una serie prodotta da ShondaLand sia potuta incorrere in un errore tanto grossolano, quindi siamo positivi se guardiamo al futuro; d’altro canto il team creativo della serie ha specificato che l’impronta che verrà seguita sarà quella del caso della settimana, attorno a cui ruoteranno i personaggi principali ed i loro eventi personali, che però a quanto visto finora non si adatterebbe affatto al ritmo della narrazione. Tutto quindi verrà giocato nei prossimi episodi, a cui, solleticati dalla curiosità e dalle note positive del pilot, è quasi impossibile pensare di non avvicinarsi.

The Catch, prodotto da Shonda Rhimes, è in onda dal 24 marzo ogni giovedì sugli schemi del canale ABC. Insieme a Mireille Enos (Alice) e Peter Krause (Christopher/Ben), fanno parte del cast anche Sonya Walger (Margot), Alimi Ballard (Reginald), Rose Rollins (Valerie), Jacky Ido (Agente Dao), Elvy Yosy (Sophie) e Jay Hayden (Danni Yoon).