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Dal 17 marzo in onda su suolo nazionale sul nuovo canale del digitale terrestre Paramount Channel, dopo la gradita notizia del rinnovo per una seconda e più ampia stagione, Fear the Walking Dead indaga su alcuni degli aspetti più interessanti della cosmologia creata da Robert Kirkman.
UNA ZOMBIE SERIE ADULTA
L’apocalisse è un motore narrativo assoluto. Sia che sia da scongiurare, da sfidare oppure da affrontare, il terreno su cui ci si muove è sostanzialmente quello dell’ansia generalizzata, del pericolo costante, dei drammi psicologici e del cambiamento totale. Se poi la fine del mondo arriva nella forma di un’epidemia zombie, allora gli ingredienti per il successo di uno show ci sono tutti: gli esempi di The Walking Dead e di Z-Nation, che fanno di un concept un’intera serie (senza curarsi affatto, fin troppo spesso, di gestire una trama sensata o quantomeno logica), sono propriamente lapalissiani.
Fear The Walking Dead rielabora il concept iniziale stesso (infatti sarà raro in questa sede vedere dei morti viventi sulla scena) ponendo molta più attenzione sullo sviluppo caratteriale dei personaggi e su una trama orizzontale improntata non più al solo survival game. La cosa più interessante su cui indaga la serie è la reazione a livello urbano e istituzionale all’imminente disastro globale: il centro focale del racconto è ancora una volta un piccolo gruppo di (se ad un livello così embrionale possiamo chiamarli tali) sopravvissuti, ma stavolta questi si muovono in un contesto fatto di civiltà e dinamiche concrete, ancorate alla realtà quotidiana. Si tratta inoltre di individui con dei solidi rapporti interpersonali già sviluppati, composti di forti contrasti e di tensione; altra caratteristica che si differenzia dal collaudato modulo del gruppo di sopravvissuti casuali che diventano pian piano una famiglia a causa degli eventi.
L’APOCALISSE SULLA WEST COAST
Le vicende dei sei episodi di Fear The Walking Dead sono ambientate a Los Angeles: la posizione geografica è diametralmente opposta alle zone di Atlanta di Rick Grimes e compagni, proprio per cercare di narrare un punto di vista differente sotto ogni aspetto. Protagoniste sono le famiglie della consulente scolastica Madison Clark (Kim Dickens, fra le protagoniste di Deadwood), con i suoi due figli Alicia (Alycia Debnam-Carey, la Lexa di The 100) e Nick (Frank Dillane, visto in Sense8), e quella del suo compagno, l’insegnate Travis Manawa (Cliff Curtis), con il figlio Chris (Lorenzo James Henrie) e l’ex moglie Liza Ortiz (Elizabeth Rodriguez, già vista in Orange Is The New Black nella parte di Aleida, la madre di Dayanara).
Si inizia proprio dal principio: la ragazza di Nick ci viene presentata quasi come una sorta di paziente zero, un caso quasi isolato di una strana malattia che colpisce gli individui donandogli una sorta di immortalità al prezzo della sanità mentale. Fa un pò sorridere vedere i personaggi principali muoversi sgomenti in mezzo a situazioni che, forti della nostra esperienza con gli zombie in video, ci appaiono quasi ottenebrate da una patina di ingenuità e vecchiaia; ma il sapore vintage dell’ignoranza è reso perfettamente sullo schermo dalla estrema credibilità con cui i particolari sono narrati. Le forme in cui il funzionamento del virus si presenta sono affrontabili secondo metodologie che con occhi esperti potremmo definire quasi arretrate, ma a ben guardare sono intrise di un realismo a cui la serie non vuole assolutamente rinunciare. E’ vero, siamo in presenza di morti viventi che uccidono le persone, ma la morale comune non è ancora cambiata: la speranza che lo Stato risolva un problema che non è ancora stato ben definito fa da collante alla coscienza dei protagonisti, che somiglia ancora (ed è assolutamente necessario) a quella che avrebbero mantenuto in circostanze normali.
Un’altro dei punti forti di Fear The Walking Dead è proprio quello basato sul lento cambiamento della morale comune e delle coscienze personali: se in The Walking Dead abbiamo visto delle persone sempre più indurite a causa del mondo ostile che sono costrette ad affrontare, qui vedremo dei personaggi in una lentissima e straziante crescita di consapevolezza, facendo godere allo spettatore tutto il tempo necessario a far sì che il cambiamento avvenga.
STAGIONE DUE
Mentre in Italia è andato in onda solamente il primo episodio promozionale, negli Stati uniti la serie è già stata confermata per una seconda stagione dal canale AMC , grazie agli ottimi ascolti ottenuti: non più 6 puntate ma una promozione (dove poter giocare sul lungo termine) a 15, in onda a partire dal 10 aprile.
Tutto il cast della prima stagione è riconfermato (tranne chi, nel drammatico series finale, non ce l’ha fatta…) ed i cambiamenti a cui poco fa accennavamo sono già in atto: alcuni personaggi hanno compreso che il futuro porterà scelte difficili, mentre altri sono rimasti ancorati stoicamente alla propria profonda umanità.
Inoltre, un nuovo misterioso personaggio verrà inserito fra i protagonisti della serie. E’ attualmente reperibile online una web serie dal titolo Fear The Walking Dead: Flight 462, che si ripropone di esplorare il primo incontro ravvicinato con uno zombie di un gruppo di persone in volo verso Phoenix: una puntata di poco più di un minuto rilasciata ogni domenica in seguito ad un episodio di The Walking Dead, quindi 16 in tutto, che chiariranno chi, dal volo 462, confluirà dal web sul piccolo schermo.
Fear the Walking Dead è lo spin-off di The Walking Dead, ambientato a Los Angeles nel periodo immediatamente successivo alla diffusione dell’epidemia zombie. Robert Kirkman, Gale Anne Hurd e David Alpert svolgono la funzione di produttori esecutivi, mentre Dave Erickson (Marco Polo) è il creatore dello spin-off insieme allo stesso Kirkman, e ricopre la carica di showrunner. I protagonisti sono Kim Dickens, Frank Dillane, Alicya Debnam Carey e Cliff Curtis, Lorenzo James Henry e Elizabeth Rodriguez.
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