Dopo le inutili ma forti polemiche sollevate da certe fazioni della destra più conservatrice giapponese circa un anno fa, con conseguente decisione della Toho-Towa, il distributore nipponico di Unbroken, di rinunciare al film di Angelina Jolie, il lungometraggio è finalmente approdato nelle sale dell’arcipelago lo scorso fine settimana. La distribuzione è molto più ridotta rispetto a quella programmata e poi cancellata due anni fa, ma finalmente anche gli spettatori del Sol Levante potranno vedere questo lungometraggio diretto dalla Jolie, ispirato dal libro di Laura Hillenbrand, adattato per il grande schermo dai fratelli Coen e che vede fra i suoi protagonisti la popolare rockstar giapponese Miyavi.
Le critiche erano scaturite dal fatto che il film rappresenta la brutalità e le torture perpetrate da una delle guardie, Watanabe Mutsuhiro, con crudezza e senza tirarsi indietro, dando una rappresentazione non esatta e distorta, sempre secondo alcuni estremisti di destra, che lede l’immagine del Giappone. Chi lo aveva criticato però, probabilmente senza nemmeno averlo visto, non sapeva che alcune scene mostrano anche i bombardamenti di Tokyo da parte dell’aviazione americana, insomma si tratta delle solite, purtroppo, polemiche che sempre più montano nell’arcipelgo da un po’ di anni a questa parte e che sono spesso consentite, se non istigate, dal governo e dalla situazioe politica corrente. Come ha fatto notare argutamente sul Japan Times il giornalista Giovanni Fazio, nel 1983 un film che affrontava un tema simile come Merry Christmas Mr. Lawrence di Oshima Nagisa, con protagonisti David Bowie e Kitano Takeshi, pur criticando aspramente la violenza nei campi di internamento giapponesi durante la guerra, si rivelò un successo.
Le prime proiezioni nel piccolo cinema Image Forum di Tokyo, una struttura specializzata in film indipendenti e cinema sperimentale, si sono svolte, secondo le prime testimonianze, senza nessun problema di sorta, ci si aspettava di vedere forse le proteste dell’ultra destra con i suoi automezzi neri e volume degli autoparlanti oltre il livello di tolleranza, ma così non è stato per fortuna. Dopo la capitale, il film della Jolie sarà proiettato anche in altri piccoli teatri dell’arcipelago nei prossimi mesi.
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