Innanzitutto buon anno della Scimmia, è iniziato l’otto febbraio infatti il nuovo anno cinese e con esso uno dei periodi più intensi per il mercato cinematografico del paese asiatico, con molte nuove uscite, soprattutto di casa, che si spartiranno la “torta”. Abbiamo già i primi risultati con la giornata di ieri che è diventata il giorno con più incassi di sempre in Cina, ben 101 milioni di dollari, a dominare è stato The Mermaid di Stephen Chow con 42.7 milioni, a sua volta l’opening per un film di casa più grande di sempre, davanti a From Vegas to Macau 3 e The Monkey King 2. Distanziato di parecchio al quarto posto si piazza Kung Fu Panda 3 che dopo aver vinto al box office la settimana scorsa è già però calato del 70%, la scelta di far uscire il film della DreamWorks a ridosso delle festività per il nuovo anno non si è rivelata quindi, come si sperava, redditizia.
Proprio questi numeri e l’inizio di questo nuovo anno cinese sono motivo di riflessione su ciò che riserva il futuro più prossimo per mercato cinematografico del paese asiatico e su i suoi numeri, un interessante articolo su AsiaOne suggerisce che il tanto temuto/sperato sorpasso cinese ai danni degli Stati potrebbe accadere fra due anni e sono i numeri a parlar chiaro. L’aumento degli incassi cinesi del 2015 (9.38 miliardi di dollari) è stato circa del 48% superiore a quelli dell’anno prima, contro i 10.4 miliardi del mercato americano in calo del 5% però rispetto al 2014.
Oltre che demografici, i motivi di questa progressione sono svariati, la generazione sotto i venticinque anni sembra essere quella che più influisce sui numeri degli incassi e non bisogna poi dimenticare il continuo aumento e costruzione di nuove sale. Solo nel 2025 ne sono state inaugurate 8.035, per un totale sul tutto il territorio nazionale che ora raggiunge quota 31. 627 e che gli esperti del settore dicono non si fermerà per un bel po’ raggiungendo anche le zone lontane dagli agglomerati urbani di solito “poveri” di cinema. Bisognerà vedere come la situazione economica del paese, non facilmente prevedibile e che potrebbe riservare delle sorprese nel futuro prossimo, influirà su quella cinematografica. Comunque sia, un’altra interessante tendenza notata dal succitato articolo di AsiaOne è che praticamente il 2015 non ha avuto momenti di stasi e di bassissima affluenza, sono stati cioè per la Cina dodici mesi in cui in un modo o nell’altro, con il blockbuster hollywoodiano, il fantasy cinese o qualsivoglia altro film, si sono sempre riempiti i fine settimana al cinema. Chissà che l’anno del Gallo (nel 2018) non porti bene e sancisca il tanto atteso, da parte cinese, sorpasso.
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(fonte: AsiaOne, ChinaFilmInsider)